Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Donne di pace e di guerra
    • Non siamo sole
    • La solitudine dei non amati
    • Monia Romanelli artista, pittrice, stilista, curatrice di mostre e poetessa
    • LADRI E LADRUNCOLI
    • L’amico fedele
    • Almost Real: quasi vero a Torino
    • Re Lear è morto a Mosca
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Donne di pace e di guerra

      By Marta Ajò09/06/20250
      Recent

      Donne di pace e di guerra

      09/06/2025

      Non siamo sole

      09/06/2025

      La solitudine dei non amati

      06/06/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Non avere figli è una scelta (o almeno degli UK lo è)
    Costume e società

    Non avere figli è una scelta (o almeno degli UK lo è)

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre05/11/2013Updated:24/06/20149 commenti5 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    donneitaliane2di S. Merlin Chesters
    Dopo anni di precariato in Italia, vicino ai 40 anni mi sono decisa ad emigrare all’estero e cominciare una nuova vita. Di ciò, non ne ha beneficiato positivamente il mero aspetto finanziario e lavorativo della mia esistenza, ma nel Regno Unito ho anche incontrato l’amore e circa 9 mesi dopo ci siamo sposati.

    Mia mamma piangeva come una vite tagliata al matrimonio, sia di felicità sia perché..sotto sotto mi aveva ormai annoverato nella lista delle locali ‘zitelle’. Nella provincia toscana da cui vengo, la mentalità è ancora molto provinciale. Ed è radicata, più di quel che si pensa. Non sei single, sei senza un marito. Convivere sì, ma solo perché costretti dalla situazione economica, altrimenti il giudizio di mamme e nonne assomiglia a “sono andati già a convivere, chissà quando si sposano”. Il fatto di non sposarsi per niente perché la coppia non è proprio interessata alla cosa in sé non rientra proprio nella generale corrente di pensiero.

    Tralasciando come viene vissuto l’argomento matrimonio in Italia, che meriterebbe un articolo a parte, mi voglio concentrare sul dopo. Dopo essermi sposata, non credo di essere sopravvissuta un solo giorno senza sentirmi porre la domanda “Ci sono novità?” (sia da mia madre che da amici italiani), che tradotto in semplice linguaggio è un modo per chiedere se ci sono bambini in arrivo. Avendo una famiglia bi-nazionale poiché ho sposato un cittadino britannico, il contrasto appare piuttosto stridente. I miei suoceri non si sono mai dimostrati ossessionati dal pensiero di avere nipotini e mia suocera si è lanciata in un “Ti piacerebbe avere dei figli?” solo una volta, quando ci siamo visti di persona lo scorso Natale. Le ho risposto la verità, “No, perché non ci interessano”. Il discorso è morto e sepolto lì, senza nessun dramma. Nonostante la stessa risposta sia stata da me a tutta la compagine italiana, mamma compresa, nessuno l’ha registrata come verità!

    Dopo la milionesima volta che mi sono sentita chiedere la stessa domanda ed io ho fornito la stessa risposta, mi sono trovata al punto di mentire e creare scuse per ovviare al problema. “No, perché ora mi sono ammalata ai piedi, una gravidanza in queste condizioni sarebbe pesante e pericolosa”, “Abbiamo giusto comprato casa adesso, ci sono troppe spese”, ecc. A tutt’oggi, nessuno si è arreso e probabilmente non lo faranno finché diventerà inopportuno chiederlo poiché avrò oltrepassato il limite biologico per procreare.
    Mi sono spesso domandata perché in una nazione dove la crescita demografica è ormai in salita e intorno al 1,4% (era meno dello zero fino al boom dell’immigrazione), ci si debba ancora così preoccupare di non avere figli, di non poterne avere o di non volerne proprio.
    Nel Regno Unito, le donne che non hanno figli rientrano nella definizione ‘childless’. Non devi spiegare a nessuno perché non lo sei, può essere una tua decisione, della coppia o altri motivi di qualsiasi natura, incluso quelli fisiologici. Quando mi sono trasferita insieme a mio marito nel Nord Inghilterra, il primo giorno che sono andata a registrarmi per il medico NHS (la ASL italiana), ho quasi risposto seccata alla domanda se avevo figli. Al che l’infermiera che mi stava prendendo i dati mi ha risposto quasi imbarazzata che “guardi signora, è solo per prendere i dati e inserirli nel computer, dobbiamo compilare i fogli e se ha figli da registrare qui insieme a lei”. Io mi sono sentita mortificata per il mio atteggiamento e perché avevo risposto in un tono seccato e totalmente ingiustificato a una domanda veramente semplice.

    Qui non si presuppone che in una coppia la donna deve per forza fare figli per essere completa. Ci sono tante coppie senza figli, come tante che ne hanno tre o quattro. Come, tra le altre cose, non si dovrebbe presupporre che una donna è incompleta senza un partner. Siamo donne complete ugualmente, con una personalità e un’identità senza avere bisogno di procreare. Come io rispetto la scelta di avere figli, perché mi devo sentire sotto accusa per non averne? In generale, la società italiana spesso discrimina chi effettua la scelta di non averne. Una delle ragioni principali, se non la principale, è senz’altro di origine religiosa, la seconda è la famiglia originale. Le altre ragioni sono spesso ‘figlie’ di una società improntata da secoli sulla famiglia patriarcale…e sulla discriminazione della donna in sé, un oggetto che senza ‘accessori’ non è completo, relegato a una funzione inutile.

    Anni fa mi è spesso capitato di sentire mie amiche discutere riguardo a tal amica che “sì, quella non fa figli, tutta improntata sulla carriera!”. Di nuovo, si cerca una giustificazione per trovare un motivo al fatto di non fare figli. La cosa peggiore è che le mie coetanee si dovrebbero essere ‘aggiornate’ dopo le varie lotte per i diritti delle donne e il femminismo, invece in alcuni casi ragazze giovani dimostrano di essere più retrograde delle loro stesse mamme. L’equazione donna=madre è persino riduttiva, mette la donna sul piano di solo scopo come fattrice. Anche credere che tutte le donne abbiano un istinto materno è sbagliato, purtroppo ho persino un’amica che ha fatto figli per far contenti tutti gli altri e la società, tranne che se stessa. Trovo ciò davvero aberrante. Essere mamma è una grandissima responsabilità a vita, non ci si improvvisa mamme per caso o, peggio, per forza. O si vuole davvero, o no.
    Sinceramente, né io né mio marito ci sentiamo in colpa per non volere figli (sono altresì felice di aver sposato un uomo a cui averne non interessava, esattamente come me). Non ci sono ‘ragioni’ occulte o due carriere sfolgoranti dietro una determinata decisione. Non ci piacciono i bambini, né ci sono mai piaciuti, e non credo ci sia niente da vergognarsi a dirlo. Perlomeno nel Regno Unito non c’è.

     

    donne senza figli
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    caterina-torre-hp
    Caterina Della Torre
    • Website
    • LinkedIn

    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

    Related Posts

    Donne di pace e di guerra

    09/06/2025

    Non siamo sole

    09/06/2025

    La solitudine dei non amati

    06/06/2025

    9 commenti

    1. Rita on 05/11/2013 13:53

      Condivido: aver (o non aver) figli è una scelta legittima, ma che paradossalmente finisce per penalizzarti. Sul lavoro gli incarichi più rognosi li affidano a donne senza figli («tanto non hanno famiglia…» ma perchè un marito, casa…cos’è?) e anche dalla società così abituata ad avere 40enni madri di pargoli che se li fai a 29 o 30 anni («però sei una mamma giovane», che significa quasi immatura)…

      Reply
      • MerlinC on 05/11/2013 14:48

        Ciao Rita,
        Per affrontare anche il discorso lavorativo in Italia, riguardo a donne over 35, ci sarebbe bisogno… di tre articoli! Senza tirare in ballo i figli direttamente (cioè se uno li ha e non li ha), sul luogo di lavoro dopo i 35, se hai solo fidanzato o marito e casa… presumono che i figli li avrai a breve, indipendentemente dal fatto che tu lo voglia o meno. In genere dai 30 in su le donne soffrono di una forte discriminazione sul posto di lavoro perchè considerate ‘in pericolo di rimanere incinta’. Alcuni datori di lavoro, legge o no, me l’hanno pure detto in viso. Conclusione… 8 anni di precariato, impauriti da una mia possibile futura ‘famiglia’ che sul suolo italico nemmeno è mai esistita…

        Reply
        • alessandra on 05/11/2013 17:57

          Aggiungiamo pure che se hai fatto la scelta “disgraziata” di tirarti su i figli per i primi anni invece di consegnarli all’asilo nido a tre mesi, ti scordi di trovare una qualsivoglia porta aperta…. non sei più nè carne nè pesce…

          Reply
    2. Maria Elena Abbate on 05/11/2013 14:40

      Concordo in pieno. Per il momento mio marito e io non ne desideriamo, in fondo ce lo hanno anche chiesto in pochi… le persone più tradizionaliste della famiglia… Mia mamma ogni tanto fa riferimento al nipotino di questa o quell’amica… Mi guarderò bene dal fare un bambino, con tutto quel che comporta, solo per rendere felici persone in fondo a me estranee, almeno culturalmente e come idee!

      Reply
    3. rita garofalo on 05/11/2013 15:29

      Non si devono avere figli per forza, non è un atto dovuto per far contenta la società o mamma o per ragioni religiose.
      E’ una scelta libera che la carriera può anche in un certo qual modo ostacolare ma la decisione di fare o meno figli è una scelta profondamente intima che può arrivare anche più in là nel tempo(limite biologico permettendo) ma senza condizionamenti.

      Reply
    4. Francesca Lemmi on 05/11/2013 15:30

      Purtroppo questo argomento rientra fra uno dei paradossi della nostra società e della nostra cultura italiana che la sociologa Chiara Saraceno ha giustamente definito “schizofrenica”: da una parte, è visto come “strano” non fare figli (come se l’essere donna implicasse automaticamente e necessariamente essere anche madre) ma dall’altra, quando poi arrivano i figli, ben poco viene fatto per tutelare e supportare madri e genitori.
      infine un altro aspetto di non poco conto è ancora una volta uno stereotipo di genere intrinseco a questa delicata questione: mentre è concepibile e accettabile un uomo che non ha figli e magari pure single o senza relazione stabile, quando la questione riguarda una una donna, l’opinione e l’atteggiamento generale e popolare cambia!

      Reply
    5. alessandra on 05/11/2013 16:14

      ci vuole anche un parere di mamma 🙂
      Sono rimasta incinta della prima figlia a 25 anni, non vengo dall’ignoranza… ho studiato bene, ero consapevole q.b. e quel figlio lo desideravo, convivevo (e convivo tuttora) e un figlio mi mancava. Così come ho desiderato intensamente il secondo. Anche se quando poi sono rimasta incinta sono andata in panico… la prima era grandina.. aveva 5 anni… dormiva… uscivamo e non faceva più storie, era autonoma, il lavoro mi andava bene e avevo le mie soddisfazioni… anche se la figlia la vedevo poco perchè lavoravo fino a sera.
      Il panico è durato fino all’istante in cui ho partorito.
      A me i bimbi sono sempre piaciuti… e mi infastidisce chi sgrana gli occhi quando scopre che a 37 anni ho due figli… e che la prima.. va alle medie…
      Del resto oggi se si diventa mamme, lo si diventa effettivamente tardi.
      Detto ciò…
      Per me è difficile comprendere chi non desidera figli. Ma non per “razzismo”…, perchè per me sono una gioia infinita, perchè non scambierei le mie serate pur poco tranquille con altro, e quasi mi dispiace che altri non possano o non vogliano provare tale gioia. Sentimento di parte. Me ne rendo benissimo conto.
      Pur non comprendendo è però vero che non ho nessuna intenzione di fare il giudice di scelte che sono, oltremodo personali.
      L’istinto genitoriale si può non avere, e se non avere figli è una scelta… non so dove stia il problema.
      Mi spiace di più per chi la scelta non la fa o la fa male, intendo, e ne conosco, coppie che sono arrivate ad un certo punto in cui lei (o lui)… si chiede come sarebbe stato se avesse avuto dei figli… con una sorta di doloroso rimpianto. Ecco… lì non hai scelto bene probabilmente… o ti sei fatto condizionare dal desiderio dell’altro nella coppia… oppure ti sei lasciato andare troppo all’egoismo. Del resto forse accade anche al contrario… donne che si fanno convincere dal mondo, dal compagno, dalla mamma… a fare dei figli…. per poi silenziosamente (o anche no) pentirsene, o fare danni di altro tipo.
      In conclusione, seppure dall’altra parte… condivido il vostro pensiero. Personalmente senza figli non mi sentirei completa, la mia identità di donna resta comunque viva, il senso di completezza è differente dalla dignità di essere umano di per se stesso. Senza un compagno potrei stare ma sto bene con il mio e quindi, a parte qualche momento in cui rimpiango la solitudine…, mi sento bene così.
      Non so perchè sia sempre necessario poi catalogare le persone, anche perchè spesso non è una necessità pratica ad imporlo ma solo la necessità di dare un giudizio… bionde, rosse, magre, grasse, zitelle, conviventi, sposate, mamme, lesbiche…
      Aggiungo di mio… rimango invece perplessa da chi sceglie fuori tempo massimo…, ecco lì il giudizio mi viene, perchè finchè non ci sono figli, il bene a cui pensare è solo il tuo… dopo, le cose cambiano… Buona vita, con o senza pargoletti

      Reply
    6. Elena on 09/11/2013 13:21

      Mai voluto figli, oltretutto sono anche lesbica, e a 45 anni devo ancora giustificare con tutti il fatto che no, i bambini non mi piacciono e non mi sento incompleta né sono egoista, e no non mi piacciono nemmeno gli uomini e sono felice così. Ma che stress! I bigotti ci saranno anche in Inghilterra e ovunque, solo che mi sa che qui in Italia sono un po’ di più. E a proposito, tutti a gridare alla crescita zero, io lavoro a contatto con il pubblico e di famiglie con bambini e non straniere ne vedo tante. Per cui non rompano a chi non vuole figli.

      Reply
      • MerlinC on 09/11/2013 13:37

        Sì i bigotti sicuramente ci sono anche qui, comunque a livello legislativo riguardo a famiglia e relazioni questa nazione sembra avanti anni luce rispetto all’Italia. E di solito la legislazione è in ritardo rispetto a ciò che la popolazione prova, quindi a livello sociale il divario è grosso. Questa è una differenza che mi è saltata all’occhio neppure una settimana dopo il mio arrivo. Qui le coppie gay possono avere figli o non (e spero passi anche la legge per il matrimonio, perchè civil union fa un pò ridere..), se vuoi avere tanti figli lo stato ti supporta, se non ne vuoi avere va bene così…. 😉
        Non mi sono mai sentita chiedere “perchè non hai figli?”, ecco.

        Reply
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    Post su Instagram 18090652831721010 Post su Instagram 18090652831721010
    Post su Instagram 18048668675601778 Post su Instagram 18048668675601778
    Post su Instagram 17876335017241317 Post su Instagram 17876335017241317
    Post su Instagram 18063607010115356 Post su Instagram 18063607010115356
    De bello a Gresart De bello a Gresart
    Post su Instagram 18117014455479037 Post su Instagram 18117014455479037
    Post su Instagram 18227739895291385 Post su Instagram 18227739895291385
    Recensione di Adriana Moltedo Recensione di Adriana Moltedo
    Recensione di Erica Arosio Recensione di Erica Arosio
    Post su Instagram 17959636775930644 Post su Instagram 17959636775930644
    Ho visitato di recente la bellissima mostra Un alt Ho visitato di recente la bellissima mostra Un altro sguardo Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa a Villa Panza, (Varese). aperta al pubblico dall’11 aprile al 12 ottobre 2025 che rappresenta l’inaugurazione di un ciclo espositivo dedicato al tema del collezionismo come espressione di un pensiero e strumento di indagine del presen

https://www.dols.it/2025/05/26/un-altro-sguardo-e-gemma-de-angelis-testa/
    Pianocity con Chiara Schmidt Pianocity con Chiara Schmidt
    YUKINORI YANAGI ICARUS 27.03 – 27.07.2025 mostr YUKINORI YANAGI
ICARUS

27.03 – 27.07.2025
mostra in corso – navate
    Post su Instagram 18278106160281511 Post su Instagram 18278106160281511
    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
    https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lin https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lingue-porta-dappertutto/

Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
    Post su Instagram 18032179283653753 Post su Instagram 18032179283653753
    https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/ Re https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/

Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK