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    Home»Pari opportunità»Come Presidente della Repubblica una donna?
    Pari opportunità

    Come Presidente della Repubblica una donna?

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre21/02/2013Updated:16/06/2014Nessun commento3 Mins Read
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    di Monica Lanfranco da Ilfattoquotidiano

    Gli anni di attivismo femminista mi hanno rafforzata nell’opinione che è necessario dire forte e chiaro, soprattutto a chi si affaccia con occhi e mente più giovane alla società e all’impegno, che non basta essere dentro ad un corpo sessuato per garantire una visione e uno sguardo alternativo al dominio, al potere e al patriarcato. Non basta essere gay per empatizzare con la differenza e il disagio (il leader olandese xenofobo Pim Fortuyn, ucciso qualche anno fa, era gay); non basta il colore della pelle per stare dalla parte dei deboli (Condoleeza Rice era nera), non basta essere donna per sentire sulla pelle l’urgenza di laicità e uguaglianza (l’on. Binetti, l’on Santanchè sono donne, e mi fermo solo per motivi di spazio).

    Quando serve, sia dentro che fuori le vicende elettorali, si tirano in ballo le donne per creare consenso e, a intervalli regolari, nascono e muoiono timide candidature per le alte cariche dello stato.

    In un paese dove da oltre 30 anni non si riesce ad approvare una legge che consenta di default l’attribuzione anche del cognome materno alle nuove e ai nuovi nati, e nel quale il patriarcalismo è ancora così radicato, anche a sinistra, tanto che ancora non si vede la luce per chi, omosessuale, voglia sposarsi, fa sorridere che proprio verso al fine della campagna elettorale si tiri fuori dal cappello la proposta di una donna Presidente della Repubblica,come di recente ha fatto l’ex premier Monti.

    Due delle madri del percorso antifascista, Tina Anselmi e Lidia Menapace, non hanno mai sfiorato la candidatura a senatrici a vita, e per le più giovani e autorevoli, come Emma Bonino e Rosi Bindi è mancato, e manca tuttora, un consenso radicato e forte dentro il Parlamento e tra le stesse forze dell’arco progressista.

    Siamo lontanissime dalla Finlandia, dove nel 2000 Tarja Talonen è diventata Presidente, per non parlare dell’Islanda, dove a capo del governo c’è Johanna Sigurdardottir, lesbica dichiarata.

    Quando viene bene in Italia germoglia un certo interesse focalizzato sul generico ‘ascolto’ delle donne, che però non entra nel merito delle questioni di fondo: ci si limita a dire che il genere femminile va valorizzato, ma non si sa perché e su quali presupposti di contenuto e di programma, di visione globale e particolare.

    A me cittadina ed elettrice è sufficiente il generico essere di una donna una mia simile perchè io possa affidarle un mandato sui miei interessi e bisogni politici? E chi invoca oggi una donna alla carica di Presidente lo fa perchè convintamente persuaso che il cambiamento di genere, nel simbolico di una carica così significativa, è sintomo della necessità di spazzare via il primato maschile nell’esercizio del potere?

    Il 50 e 50 nella rappresentanza, ci insegnano le donne dei paesi nordici e anche alcune esperienze africane, non basta a garantire equità e pari opportunità, perché da sempre nella storia le donne sono state formidabili alleate del potere, e gli uomini di potere hanno usato a loro favore la connivenza di alcune per rafforzare il dominio.

    Una donna, sì. La Presidente: sarebbe bellissimo. Ma non una donna purchessia. Una donna che incarni, sostenga e rappresenti la storia della rivoluzione più grande che l’umanità abbia vissuto: quella della conquista della libertà e autodeterminazione femminile. Ragioniamo su questo, ricordando, come sosteneva Rosa Luxemburg, che chiamare le cose con il loro nome è il primo gesto rivoluzionario.

    donna Presidente della Repubblica
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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