Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Fino alle Montagne
    • Musica con vista 2025
    • Donne di pace e di guerra
    • Non siamo sole
    • La solitudine dei non amati
    • Monia Romanelli artista, pittrice, stilista, curatrice di mostre e poetessa
    • LADRI E LADRUNCOLI
    • L’amico fedele
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Fino alle Montagne

      By Dols12/06/20250
      Recent

      Fino alle Montagne

      12/06/2025

      Musica con vista 2025

      10/06/2025

      Donne di pace e di guerra

      09/06/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Vie e disparità»Toponomastica femminile – Ardea Pomezia
    Vie e disparità

    Toponomastica femminile – Ardea Pomezia

    Maria Pia ErcoliniBy Maria Pia Ercolini13/01/2013Updated:16/06/2014Nessun commento5 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    di Maria Pia Ercolini da ”il paese sera”

    Nel XV secolo a.C., Danae, figlia del re Acrisio di Argo, sopravvissuta alle vessazioni paterne, risalì il corso del fiume Incastro e scelse una rupe tufacea tra le colline e il mare, circondata da sorgenti, macchie e boschi, per fondarvi la città dei Rutuli…
    “Grande resta il nome di Ardea, ma il suo splendore s’è spento”, scriveva infatti secoli dopo Virgilio, narrando la distruzione della stessa città per mano di Enea: dalle macerie arse dal fuoco si levò in volo un airone (Ardea cinerea) che ancora oggi compare, accanto all’ara di Danae, nello stemma comunale.
    Creata da una donna e cancellata da un uomo, Ardea ha oggi una toponomastica assai singolare, che suddivide l’abitato in aree omogenee: nomi geografici, uccelli, fiori, piante, costellazioni, lasciano poco spazio alle intitolazioni umane (9% maschili, 2,3% femminili): 869 strade, 78 uomini, 20 donne. Tra i personaggi epici, trovano posto Penelope, Circe, Lavinia, Ecuba, Elena, Didone, Arianna, Andromeda, Cassandra, Sibilla – che innalzano l’indice di femminilizzazione al di sopra del 25%.
    Ben diversa la situazione toponomastica della vicina Pomezia, dove i valori si ribaltano: il rapporto di genere scende al 5,2%, mentre le intitolazioni umane salgono al 22,5%. Sono 152 le strade dedicate agli uomini e solo 8 i personaggi femminili onorati da tale riconoscimento: Didone e Lavinia, Sirene e Naiadi, Selene e Afrodite, restituiscono alla città di fondazione la sua pregressa aurea mitica. Via Lavinia, nei comuni di Ardea e Pomezia, ricorda la giovane principessa che andò in sposa ad Enea; a lei venne dedicata la nuova città di Lavinium – ora Pratica di Mare, frazione di Pomezia – che il condottiero troiano fondò sul litorale laziale. Un nome leggendario ma una presenza muta, che Virgilio, nel XII libro dell’Eneide, riassume in pochi versi:

    “Come quando si colora la rossa porpora con avorio indiano,
    o come il rosseggiare di puri gigli, insieme
    a tante rose, questi colori la vergine mostrava nel volto “.

    Lavinia ed Amata
    di Barbara Belotti

    Lavinia ci viene presentata, nel VII libro dell’Eneide, sola nella grande reggia del padre, nubile e “già matura per le nozze”. Figlia del re Latino e di Amata, pochi versi la descrivono, passiva e silenziosa, accettare le scelte che altri fanno per lei; è promessa sposa del re Turno, sovrano dei Rutuli, ma non si accenna all’amore. Solo al momento del vaticinio sull’arrivo imminente di un eroe straniero, la figura di Lavinia diventa protagonista, ancora una volta in silenzio: mentre si stanno compiendo i riti, il suo corpo sembra prendere fuoco, i lunghi capelli, gli abiti e gli ornamenti regali si incendiano senza che lei soffra. L’evento prodigioso non lascia dubbi, la giovane è destinata non a “connubi latini” ma a “generi stranieri che, mescolando il sangue col nostro lo porteranno alle stelle, e dalla loro stirpe i nipoti vedranno il mondo volgersi tutto ai loro piedi e piegarsi, per dove il sole orbitando contempla entrambi gli oceani”. La sua esistenza è all’origine della grandezza di Roma e Virgilio sceglie, per questa figura, le caratteristiche perfette del genere femminile, confermando in età augustea il modello muliebre antico: ubbidienza al volere del padre (e poi del marito), accettazione delle regole familiari, prosecuzione della discendenza attraverso la procreazione.
    Lavinia accetta tutto in silenzio; solo nel libro XII, sentendo Turno e Amata che parlano di destini di morte, l’accenno ad una reazione emotiva – “lacrime sparse sulle gote accese” – la rendono per un momento figura meno diafana e assente. Ubbidiente al destino come Creusa, la moglie troiana di Enea: entrambe percorrono i sentieri della vita tracciati da altri (il padre, gli dei, il destino), sanno scomparire al momento opportuno o vivere nell’ombra.
    Molto diversa la figura di Amata, la madre di Lavinia. A questo personaggio i comuni di Ardea e Pomezia non dedicano alcuno spazio urbano: continua ad essere un personaggio scomodo il suo?
    Lei non accetta le scelte del marito Latino, si oppone al matrimonio della figlia con Enea e lo fa con parole veementi, lacrime, gesti forti. Amata arriva a pronunciare frasi di potenza inaudita: “O madri latine, udite, dovunque siate: se negli animi pii rimane affetto per l’infelice Amata, e continua a mordervi la cura del diritto materno, sciogliete le bende della chioma, cominciate l’orgia con me.” Rivendica, la regina, uno ius maternum contro il volere del padre di darla in sposa ad Enea, esprime la volontà di non essere esclusa dalle scelte sulla vita della figlia. Le sue parole, insensate per Virgilio e per il mondo romano, sono l’espressione di una furia non controllata, di una donna che ha svestito i panni che la società antica le ha fatto indossare. In alcuni passi precedenti, il poeta ha narrato che Aletto, una delle Erinni, ha scagliato contro Amata un serpente che si “insinua nel seno fino al più profondo del cuore, perché infuriata dal mostro sconvolga tutta la casa. Quello, strisciando fra le vesti e il liscio petto, si snoda senza morderla, e la inganna rendendola folle”. Il destino della regina è tragico fino alla fine. Ancor prima dello scontro inevitabile fra l’eroe Enea e il suo antagonista Turno, Amata si toglie la vita impiccandosi. A questo punto un ultimo passo reintroduce Lavinia che, di fronte al corpo della madre esanime, si dilania “con le unghie i fluenti capelli e rosee guance”, dando inizio alle lamentazioni funebri.
    I gesti e le parole di Amata non sono propri delle donne, sembra dire Virgilio, sono ispirati e provocati da esseri superiori e nefasti. Si conferma in questo modo la positività dei modelli muliebri tradizionali, appare netta la condanna per chi non rispetta quei codici di comportamento. Amata ha un gesto violento contro di sé e diventa espressione dello stereotipo che vede le donne incapaci di controllare le passioni: la sua figura fiera e imponente ai nostri occhi moderni viene sacrificata ad un destino di morte dal codice morale antico.

    Ardea Barbara Belotti mariapia ercolini Pomezia toponomastica femminile
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Maria Pia Ercolini
    • Facebook

    Responsabile del progetto Sui Generis, insegna Geografia nella scuola superiore. Si occupa di mediazione culturale e didattica nei musei, orientamento scolastico e professionale, didattica e nuove tecnologie. Ha pubblicato numerosi reportage di geopolitica e condizione femminile su Geodes, Terra, Rinascita, Avvenimenti, Minerva. Alcuni suoi articoli sui temi del linguaggio e delle pari opportunità nella scuola sono recentemente apparsi sulla rivista Leggendaria. Cura la collana "Percorsi di genere femminile" per l'editore Iacobelli, nella quale ha pubblicato due volumi su Roma.

    Related Posts

    Rebecca, medaglia crocifissa

    06/09/2024

    LE VENERI VAGANTI

    02/09/2024

    A Catania, sulle vie delle donne

    13/05/2024
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-20 https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-2025/
    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    Post su Instagram 18090652831721010 Post su Instagram 18090652831721010
    Post su Instagram 18048668675601778 Post su Instagram 18048668675601778
    Post su Instagram 17876335017241317 Post su Instagram 17876335017241317
    Post su Instagram 18063607010115356 Post su Instagram 18063607010115356
    De bello a Gresart De bello a Gresart
    Post su Instagram 18117014455479037 Post su Instagram 18117014455479037
    Post su Instagram 18227739895291385 Post su Instagram 18227739895291385
    Recensione di Adriana Moltedo Recensione di Adriana Moltedo
    Recensione di Erica Arosio Recensione di Erica Arosio
    Post su Instagram 17959636775930644 Post su Instagram 17959636775930644
    Ho visitato di recente la bellissima mostra Un alt Ho visitato di recente la bellissima mostra Un altro sguardo Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa a Villa Panza, (Varese). aperta al pubblico dall’11 aprile al 12 ottobre 2025 che rappresenta l’inaugurazione di un ciclo espositivo dedicato al tema del collezionismo come espressione di un pensiero e strumento di indagine del presen

https://www.dols.it/2025/05/26/un-altro-sguardo-e-gemma-de-angelis-testa/
    Pianocity con Chiara Schmidt Pianocity con Chiara Schmidt
    YUKINORI YANAGI ICARUS 27.03 – 27.07.2025 mostr YUKINORI YANAGI
ICARUS

27.03 – 27.07.2025
mostra in corso – navate
    Post su Instagram 18278106160281511 Post su Instagram 18278106160281511
    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
    https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lin https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lingue-porta-dappertutto/

Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
    Post su Instagram 18032179283653753 Post su Instagram 18032179283653753
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK