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    Dol's Magazine
    Home»Donna e lavoro»Differenze di genere: questione di cervello
    Donna e lavoro

    Differenze di genere: questione di cervello

    Francesca LemmiBy Francesca Lemmi21/12/2012Updated:29/08/20141 commento6 Mins Read
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    cervello-donna-uomo
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    Lo sapevate che le donne hanno un cervello, oltre che un corpo?

    Sapevate che non esiste un unico cervello?
    E che il cervello femminile è diverso da quello maschile?
    Direte voi, e allora? E allora, questo significa che le donne, al pari, degli uomini, hanno un cervello e che suddetto cervello è strutturalmente diverso rispetto a quello degli uomini e quindi di conseguenza, anche il suo funzionamento e le potenzialità e le capacità che lo caratterizzano sono diverse.

    Per secoli si è pensato che il cosiddetto “dimorfismo sessuale” riguardasse gli aspetti somatici: le donne hanno un corpo e quindi un aspetto fisico diverso rispetto agli uomini.
    Poi con l’affermarsi di nuove tecnologie di brain-imaging (risonanza magnetica e PET), è stato possibile studiare e approfondire meglio la struttura e il funzionamento del cervello, rilevando che di fatto la donna ha un cervello diverso rispetto all’uomo ma non per questo, da meno!
    Infatti per molto tempo si è pensato che gli uomini fossero intellettivamente superiori, in virtù di un cervello maschile più voluminoso. Tuttavia al di là degli stereotipi culturali che faticano a modificarsi e che talora mantengono ancora qualche traccia di questa obsoleta e assurda convinzione, si è visto, invece, che il volume cerebrale non è indice di superiorità intellettuale e che, se proprio la vogliamo dire tutta, il cervello femminile seppur più piccolo, è anche più concentrato e ricco, in quanto contiene un maggior numero di neuroni… risultando quindi tutt’altro che carente o mancante!

    Pertanto in virtù di differenze neuro-biologiche di base, il cervello delle donne funziona in modo diverso rispetto a quello maschile, determinando così un diverso modo di comportarsi, emozionarsi e relazionarsi.

    Ma quali sono le differenze che contraddistinguono il cervello femminile da quello maschile?
    Avete presente vostro marito quando guarda la partita in tv? Non può contemporaneamente ascoltarvi o mettersi a fare altro; non ce la fa! La sua concentrazione andrebbe persa… voi vi arrabbiate, vi lamentate che fa una cosa alla volta e pensate che sia svogliato… in realtà, il pover’uomo in questione ha le sue belle ragioni a poter fare una cosa alla volta, perché non ha un cervello come il nostro che, in virtù di quella parte che separa e mette in comunicazione i due emisferi (il cosiddetto “corpo calloso”) che nel nostro caso risulta più spessa e voluminosa, è in grado di gestire e affrontare più compiti contemporaneamente. Avete presente la famigerata capacità di “multitasking”, termine di grande utilizzo negli ultimi tempi? Ebbene questa abilità di poter fare e pensare più cose contemporaneamente, è tipicamente femminile non per motivi di martirio o per chissà quale fatalismo, bensì per questa differenza strutturale a livello cerebrale.
    Pertanto se mentre vostro marito fa una cosa sola, voi ne fate cinque contemporaneamente e dieci ne pensate…prendetevela col cervello!

    Non è finita qui. Quante volte vi siete sentite dire che parlate tanto, forse troppo? Ancora una volta abbiamo le nostre doverose giustificazioni del perché amiamo tanto parlare, in quanto il nostro cervello è dotato di centri del linguaggio più ricchi di neuroni e oltretutto presenti in tutte e due gli emisferi. Infatti non è un segreto che noi donne non solo siamo maggiormente predisposte a parlare, ma produciamo anche un maggior numero di parole (in media usiamo il triplo delle parole proferite dagli uomini), siamo più veloci e anche precoci nello sviluppo del linguaggio, oltre ad avere anche maggiori capacità di ascolto.
    Per non parlare delle emozioni. Brizendine nel suo libro “il cervello delle donne”, sintetizza la questione asserendo che “le donne hanno otto corsie per le elaborare le emozioni, mentre gli uomini solo strade di campagna”, proprio perché il cervello femminile presenta un maggior sviluppo dei centri delle emozioni e della memoria.
    In sintesi, noi donne abbiamo un’intelligenza emotiva più sviluppata, con capacità di analizzare e cogliere anche aspetti non verbali della comunicazione (che oltretutto costituiscono la parte preponderante della comunicazione) grazie alla cara amigdala.
    Vi capita mai di parlare con vostro marito esponendogli pensieri e stati d’animo solo per il piacere della condivisione se non ché per il bisogno di sfogarvi e lui puntualmente risponde dando la soluzione suscitando talora in voi irritazione, anziché piacere?
    Ancora una volta, questione di cervello. Gli uomini hanno una mentalità proiettata alla risoluzione del problema, come anche un linguaggio più pragmatico e sintetico, per cui parlano se c’è da affrontare e risolvere una questione, mentre le donne hanno un linguaggio più emotivo e articolato e sono maggiormente predisposte alla condivisione senza particolari, finalità risolutive o pragmatiche. John Gray lo spiega in modo molto chiaro e ironico nel suo popolarissimo libro “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere” (2004).
    Le donne hanno anche una mente più elastica, in grado di fare valutazioni e prendere decisioni prendendo in considerazione anche aspetti intuitivi ed emotivi, riuscendo così ad avere spesso una visione più complessa e globale della situazione.

    Alla luce di queste osservazioni, a cui sicuramente ne potremmo aggiungere altre, siamo sempre così convinti e convinte che le donne non abbiano grandi capacità? Siamo sempre dell’avviso che le donne possono funzionare solo se dame di compagnia, madri prolifere e spettatrici passive e possibilmente consenzienti di un mondo che continua ad essere governato solo ed esclusivamente da uomini, se non ché depositarie di un corpo ancora troppo spesso utilizzato solo come oggetto di piaceri voyeristici (e non solo) altrui?
    Con tutto ciò non è mia intenzione sottovalutare le potenzialità del cervello maschile, in quanto anche i maschietti hanno dalla loro il fatto di avere un cervello che li predispone, ad esempio, ad avere più sviluppate capacità visuo-spaziali, competenze logico-matematiche e a funzionare in modo sistematico e lineare. Tuttavia ritengo che sia arrivato il momento di dare spazio anche alle donne, di riconoscerne le potenzialità e le capacità, al fine di un miglioramento e di un’evoluzione della società e della cultura.

    Direte voi, allora è tutta questione di cervello? Non solo. Anche le differenze legate alla cultura e all’educazione ricevuta, giocano un ruolo importante nel determinare le caratteristiche di personalità e nella differenziazione di genere ma sicuramente le differenze neuro-biologiche fanno la parte da leone.
    Purtroppo ancora troppo spesso si pensa e ci comportiamo come se queste differenze non ci fossero, come se esistesse un unico cervello, come se uomo e donna potessero equivalersi, in quanto entrambi esseri umani.
    Al contrario, se prendessimo coscienza di queste differenze di base e quindi anche del diverso modo di comportarsi, esprimersi, relazionarsi, gestire le emozioni se non ché di prendere decisioni, probabilmente ci sarebbe una riduzione delle conflittualità di coppia e una maggiore serenità a livello relazionale sia nell’ambito familiare che amicale, come anche un miglior funzionamento delle aziende e del mercato del lavoro, economico e politico…se chiaramente ci fosse non solo la consapevolezza delle potenzialità del cervello femminile, ma anche la disponibilità ad utilizzarle e a riconoscerne il valore.

    cervello femminile cervello maschile Francesca Lemmi
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    Francesca Lemmi
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    Dr. Francesca Lemmi, Psicologo Clinico, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Sessuologa. Dopo un’esperienza pluriennale nella realtà ospedaliera, svolge attività di psicologo e psicoterapeuta con bambini, adolescenti, adulti e coppie come libero professionista. Inoltre si dedica ad attività di formazione, in particolare nell’ambito della genitorialità, della coppia e della psicologia e pedagogia di genere. In virtù del grande interesse per la materia della famiglia, coppia e figli, da molti anni si dedica ed esercita anche nell’ambito della psicologia giuridica in situazioni di separazione/divorzio e affido minori.

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    1 commento

    1. paolam on 27/12/2012 02:28

      Direi che sul tema “ricorrenti annunci giornalistici di straordinarie scoperte in tema di cervelli femminili/maschili” è utile leggere la seconda parte del libro “Living Dolls”/”Bambole viventi” di Natasha Walter, intitolata “Il nuovo determinismo”, e in particolare i capitoli “Miti” e “Stereotipi”.

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