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    Dol's Magazine
    Home»Donna e lavoro»Mamme e lavoro»Mamma e lavoratrice
    Mamme e lavoro

    Mamma e lavoratrice

    Francesca LemmiBy Francesca Lemmi27/10/2012Updated:26/06/2015Nessun commento5 Mins Read
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    mamme-lavoratrici
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    Mamme  al lavoro, cosiddette “acrobate”, alla ricerca eterna di un equilibrio fra figli e famiglia da una parte, e lavoro e carriera dall’altra.

    Donne che pur decidendo di diventare mamme e quindi di avventurarsi nella bellissima ma anche faticosa ed impegnativa esperienza di crescere uno o più figli, non depongono le vesti del lavoro ma anzi, vedono spesso nella maternità una carica e una spinta in più per proseguire a lavorare. L’indagine campionaria condotta nel 2002 dall’Istat parla chiaro: il 51% delle madri con bambini al di sotto dei due anni mantiene il lavoro anche dopo la maternità, contro il 12% di coloro che lo abbandonano. In tanti sono portati a pensare che l’occupazione femminile, soprattutto da parte delle mamme, sia in buona parte attribuibile ad esigenze economiche che rendono spesso necessari due redditi familiari, soprattutto laddove vi sono anche dei figli da mantenere e crescere. Personalmente, e le statistiche e le ricerche in merito lo confermano, ritengo che questa possa essere una motivazione reale e presente ma non sufficiente per spiegare l’investimento delle donne nel mondo del lavoro, spesso a costo di grandi sacrifici ed enormi fatiche per cercare di conciliare lavoro e famiglia. Penso piuttosto che stia cambiando la concezione di maternità: a differenza delle generazioni precedenti, essere e fare la madre non ha più una valenza assoluta, bensì viene vissuta come una dimensione personale importante ma non esclusiva, che può essere integrabile e non in contrapposizione alla propria realizzazione professionale.

     

    La maggior parte delle donne che si affacciano per la prima volta alla maternità hanno fra i trenta e i quaranta anni, sono reduci da lunghi percorsi di studio e magari sono entrate da poco nel mondo del lavoro dopo tante fatiche e incertezze; sono all’inizio del loro percorso professionale e quindi anche nel clou della loro carriera. In virtù di ciò, è ragionevolmente comprensibile che, pur non volendo rinunciare alla maternità per far carriera, non vogliano neanche lasciare tutto quello che possono aver faticosamente guadagnato fino a quel momento, consapevoli peraltro che quando si esce (seppur per un periodo transitorio) dal mondo del lavoro, si è out ed è assai difficile rientrare, soprattutto agli stessi livelli, mantenendo fermi i contatti e in un periodo come quello attuale in cui il lavoro scarseggia. E poi, perché dovremmo chiedere alle donne di rinunciare (seppur temporaneamente) al lavoro? Come scrive Wendy Sachs nel suo libro “Mamme Manager”, nessuno chiederebbe mai ad un uomo di rinunciare al lavoro per i figli; anzi, se continua a mantenere gli stessi ritmi o talora, come si evince dalle statistiche, addirittura ad aumentarli, è socialmente accettato e legittimato “perché ha una famiglia da mantenere”. Questo ci fa capire che sebbene stia evolvendosi e quindi mutandosi la concezione della maternità da parte delle donne, i miti popolari – che hanno radici storico-sociali secolari – dell’uomo “breadwinner” e della donna “regina del focolare”, sono duri a crollare.

    Le donne, alla stregua degli uomini, vivono il lavoro non solo come introito economico ma anche come una forma di espressione e di valorizzazione della propria identità, in quanto il lavoro contribuisce in modo significativo a definire l’identità sociale della persona. Non solo. In linea con quanto scrive Marina Piazza nel suo libro “Le trentenni. Fra maternità e lavoro alla ricerca di una nuova identità”, il lavoro rappresenta anche una forma di realizzazione personale e un canale per aprirsi al mondo, poter esprimere le proprie idee e dare il proprio contributo, con conseguenti vissuti di soddisfazione e di gratificazione personale. Infine avere un lavoro e quindi un proprio stipendio contribuisce a definire e rafforzare una dimensione di autonomia e indipendenza, sia dalla famiglia di origine sia dal marito o compagno. Simone de Beauvoir nel suo storico “Secondo sesso”, sosteneva che è il lavoro che “può garantire (alla donna) la libertà concreta”. Diventare mamma non significa dover rinunciare ai propri sogni, alle proprie aspettative e quindi anche alla propria realizzazione professionale. Al contrario, dovrebbe rappresentare un ulteriore motivo di soddisfazione e di gratificazione e in quanto tale, uno sprone e uno stimolo importante per riuscire meglio anche nel lavoro.

    Francesca Lemmi, psicologa clinica, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e specialista in sessuologia clinica. Oltre alla salute e ai disturbi psichici degli adulti, dall’inizio della sua attività si occupa di prevenzione e cura del disagio infantile e adolescenziale. Ha lavorato prima presso la Neuropsichiatria Infantile e poi presso il Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi alimentari del Dipartimento di Endocrinologia dell’Ospedale di Pisa, specializzandosi nella prevenzione e cura dei disturbi alimentari in età evolutiva e adulta. Da anni lavora come libero professionista a Pisa e Viareggio. Lavora come consulente psicologo nelle scuole con progetti riguardanti temi quali l’intelligenza emotiva, lo sviluppo di abilità sociali e di comunicazione, gestione dell’aggressività (prevenzione del bullismo), promozione dell’autostima e orientamento scolastico. Inoltre gestisce progetti di formazione per gli insegnanti. Svolge attività di formazione rivolta a adulti, coppie, genitori e adolescenti e in particolare, da anni si occupa di genitorialità con corsi di formazione per genitori e corsi per la gestione dello stress rivolti a madri lavoratrici.Infine svolge attività di consulente peritale soprattutto in merito a tematiche riguardanti minori.

    donna lavoratrice mamma acrobata
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    Francesca Lemmi
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    Dr. Francesca Lemmi, Psicologo Clinico, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Sessuologa. Dopo un’esperienza pluriennale nella realtà ospedaliera, svolge attività di psicologo e psicoterapeuta con bambini, adolescenti, adulti e coppie come libero professionista. Inoltre si dedica ad attività di formazione, in particolare nell’ambito della genitorialità, della coppia e della psicologia e pedagogia di genere. In virtù del grande interesse per la materia della famiglia, coppia e figli, da molti anni si dedica ed esercita anche nell’ambito della psicologia giuridica in situazioni di separazione/divorzio e affido minori.

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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
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L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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    Rose di maggio Rose di maggio
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

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Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
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Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
https://www.dols.it/2025/04/30/il-valore-del-rispetto-in-un-mondo-che-ha-dimenticato-lumanita/
    Si approssima maggio Si approssima maggio
    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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