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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Iran: via le donne dagli atenei
    Costume e società

    Iran: via le donne dagli atenei

    Rita CugolaBy Rita Cugola18/09/2012Updated:15/09/20141 commento3 Mins Read
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    Donne- iran-atenei
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    L’attuale regime iraniano sembra intenzionato a proseguire il suo cammino di islamizzazione del territorio e a farne le spese maggiori sono  le donne.



    Uno degli obiettivi del governo è infatti quello di dar vita a una nuova generazione femminile del tutto conforme ai principi religiosi imposti dal radicalismo religioso.

    E’ solo dello scorso giugno la notizia relativa all’improvvisa comparsa di una fantomatica “pagella” atta a costituire uno strumento scolastico di valutazione circa il corretto modo di indossare l’hijab da parte delle bambine e già una nuova bomba discriminatoria sta per abbattersi sul capo delle studentesse.
    In 36 atenei nazionali, le materie vietate alle ragazze passeranno infatti da due a 77.
    Discipline quali contabilità, letteratura persiana e anglosassone, geografia nonchè alcune branche della chimica e parecchie specializzazioni ingegneristiche diventeranno appannaggio esclusivamente maschile.

    Le ragioni di queste misure scandalosamente restrittive e sessiste non sono affatto chiare e comprensibilmente hanno suscitato vive reazioni tra i critici oppositori del presidente Mahmoud Ahmadinejad.
    Il giornalista Minou Badiei, ad esempio, ha ventilato l’ipotesi di un preciso disegno appositamente tracciato dai vertici del potere, perchè, sostanzialmente “vogliono che le donne stiano a casa e siano private di ogni diritto sociale, educativo, professionale”.

    Dalla voce di certe agenzie di stampa traspare inoltre qualche ulteriore segnale d’allarme sociale: le notizie diffuse in merito lasciano infatti intuire che 270 materie verranno sottoposte ad attento esame da parte degli esperti di didattica, in modo da cancellare nei limiti del possibile la mentalità occidentale da programmi e testi scolastici.
    L’Iran intellettuale è ovviamente in subbuglio e non esita a individuare nelle drastiche decisoni del regime l’ennesimo tentativo di indebolire il movimento femminista locale.

    “Dalla politica di segregazione si evince l’imposizione di quella cultura patriarcale che punta a rafforzare il ruolo della donna in ambito domestico per svilirne la visibilità e la potenzialità di affermazione sociale”, ha ribadito in una lettera aperta alle Nazioni Unite Shirin Ebadi, celebre avvocatessa insignita del Premio Nobel per la Pace nel 2003 e paladina dell’universalità dei diritti femminili.
    Alcuni esponenti del mondo accademico poi, come il rettore dell’Università della Tecnologia Petrolifera Gholamrez Rashed, ribadiscono la propria contrarietà alla presenza delle donne nelle aule e Mohammad Hossein Ramesht, cancelliere dell’ateneo di Isfahan, ricorda l’alto tasso di disoccupazione che in Iran continua ad affliggere la maggioranza delle laureate. Come dire: per le donne, studiare è del tutto inutile e inopportuno.

    Qualcuno, però, è fortunatamente di parere opposto. Radio Zamaneh, emittente in lingua persiana con sede ad Amsterdam attribuisce l’intera responsabilità della bieca manovra al supremo leader religioso, l ‘Ayatollah Khamenei, che sin dal 2009 ha indicato le università come “terreno fertile per la nascita di comportamenti eversivi e non conformi ai principi islamici”.
    Dal canto suo, la potentissima casta clericale non ha dimenticato di rammentare anche il pericolo eventuale che un alto livello di istuzione possa magari indurre le donne ad accantonare quei progetti di maternità e matrimonio ritenuti irrinunciabili per il benessere del paese e prerogativa unica ed essenziale del sesso femminile.

    divieto di studio donne iraniane università
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    Rita Cugola
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    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

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    1 commento

    1. Elena on 21/09/2012 19:46

      Beh, senza voler paragonare la nostra situazione a quella delle iraniane, ma anche qui ci stanno rimandando a casa a fare le serve all’uomo, sottopagandoci e proponendoci lavori da schifo, e guai se vogliamo qualcos’altro che non un uomo e/o l’ennesimo lavoro precario.

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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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