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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Ambiente»Blue (re)volution
    Ambiente

    Blue (re)volution

    Francesca Maria MontemagnoBy Francesca Maria Montemagno29/11/2011Updated:03/08/20152 commenti3 Mins Read
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    blurevolution
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    La metamorfosi dalla green alla blue economy

    Ambiente, green, sviluppo sostenibile, rinnovabili,  efficienza energetica: temi che animano il dibattito da qualche anno a questa parte. Nonostante tutto pero’ il passaggio dalla teoria alla pratica trova degli ostacoli e delle barriere.  Il sistema degli incentivi ed le dinamiche degli investimenti si e’ inceppato in un momento in cui le aziende e le istituzioni fanno i conti con la crisi. Una soluzione sembra essere offerta dalla Blue Economy.

    La differenza rispetto alla Green Economy è fondamentale: la Blue Economy non richiede alle aziende di investire di più per salvare l’ambiente, piuttosto – con minore impiego di capitali – è in grado di creare maggiori flussi di reddito e di costruire al tempo stesso capitale sociale.
    In sostanza è un nuovo modo di pensare il business green: ogni essere ed ogni processo svolge un compito e gli scarti di uno diventano materia prima per un altro, in un sistema a cascata in cui niente viene sprecato. Si parte usando le risorse naturali esistenti e disponibili,  attraverso sistemi di business posti in cascata dove ognuno utilizza gli scarti di produzione del precedente, generando contemporaneamente cash flow e risparmio di rifiuti e scorie,  nuovi posti di lavoro e un nuovo modello di organizzazione aziendale.

    Partecipazione, Condivisione, Collaborazione: questi sono i nuovi paradigmi della comunicazione che caratterizza la blue economy. Il concetto alla base e’ quello che anima l’economia della leggerezza dove il brain capital e’ l’asset fondamentale: abbandonare i formalismi e condividere per crescere. Nel brain storming, nella costruzione di nuove mappe mentali le aziende possono trovare nuovi format per raccontare i loro prodotti e conversare con i consumatori.

    Il passaggio dalla green economy alla blue economy sara’ determinante. Di questo si e’ parlato in occasione della manifestazione ENERSOLAR+ presso FIERA Milano Rho durante l’incontro {R}evolution: metamorfosi dalla green alla blue economy a cui hanno preso parte – oltre l’autrice di questa breve sintesi – Claudia Bettiol, Alessandro Politi, Lorenzo Marconi e Roberto Randazzo a cui daremo voce e spazio nelle prossime settimane sulle pagine di DOL’S. Daremo cosi’ il via ad una nuova rubrica per seguire e comprendere i cambiamenti che questa nuova stagione sta per regalarci.

    Blue Economy, interpreti e nuovi paradigmi che settimana dopo settimana andremo a scoprire dando spazio alle donne.

    Si, ho usato il verbo “regalare” perche’ nel cambiamento c’e’ nuova forza, nuova energia. In questo caso abbiamo qualcosa di green pronto a germogliare! E con lo stile che contraddistingue DOL’s dal 1999 cercheremo di fornire il nuovo vocabolario per comprendere i nuovi sviluppi e le tante connessioni che fanno di questo pianeta un fantastico network.

    Blue revolution
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    Francesca Maria Montemagno
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    Resiliente felice che si è guadagnata una seconda vita dopo un linfoma. Collezionista di matite e di libri, anche su kindle. Partner di FormaFutura, l’hub dei manager alle prese con il digital change. Esperta di comunicazione e affari istituzionali. Diventa consulente dopo un percorso manageriale di oltre 16 anni in aziende e organizzazione attive nel settore green (ambiente e energia)

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    2 commenti

    1. Claudina on 16/01/2012 15:49

      “Si parte usando le risorse naturali esistenti e disponibili, attraverso sistemi di business posti in cascata dove ognuno utilizza gli scarti di produzione del precedente,generando contemporaneamente cash flow e risparmio di rifiuti e scorie, nuovi posti di lavoro e un nuovo modello di organizzazione aziendale.”
      Suona molto interessnte, ma in pratica come funziona? Ho trovato l´articolo un po´ nebuloso, molti termini nebulosi ma pochi esempi pratici, se mi perdonate la franchezza 🙂

      Reply
    2. francescamaria on 16/01/2012 17:24

      Grazie per il commento. L’articolo voleva essere un’introduzione e con i contributi delle prossime settimane cercheremo di fornire casi concreti e materia per una discussione approfondita. Un esempio per fornire una risposta al suo contributo. Partiamo dai tanti caffe’ che amiamo bere in Italia. Ebbene ogni mattina – anch’io che mi ritengo virtuosa – contribuisco ad inquinare il pianeta Terra. Anzi contribuisco piu’ volte al giorno. In Zimbabwe essi non vengono gettati via, ma riciclati a livello industriale come concimante. Così l’inquinamento si annulla, e tante persone hanno lavoro, e con il lavoro fiducia nel futuro, e forza per combattere le ingiustizie. Forse si potrebbe partire da qui, per salvare l’Africa, e non da sovvenzioni a breve termine, che lasciano la stessa povertà che vorrebbero soccorrere. Questo e’ un esempio “facile” anche da sintetizzare. Nelle prossime settimane esporremo modelli di business piu articolati ed argomentati direttamente dagli ideatori.

      Dal 26 in poi inizieremo a caricare i nuovi articoli!
      Grazie!

      Reply
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