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    Home»Costume e società»Cultura»VIRTUOSISMO FEMMINILE
    Cultura

    VIRTUOSISMO FEMMINILE

    loredana mettaBy loredana metta02/09/2016Nessun commento8 Mins Read
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    LUCERNE FESTIVAL im SOMMER 2014
    LUCERNE FESTIVAL SOMMER 2014: Late Night: Barbara Hannigan singt und dirigiert das Mahler Chamber Orchestra. Luzern, den 16.08.2014 Copyright: LUCERNE FESTIVAL/ Priska Ketterer
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    Festival musicali concertistici  messi a confronto alla ricerca di donne

    ARTEDIPARTE. PRIMADONNA. DEDICATO AL VIRTUOSISMO FEMMINILE.
    Si inaugura oggi, il festival MiTo (Milano – Torino, 2-22 settembre 2016). Intanto, sulle sponde del Lago di Lucerna il festival estivo della città (dal 12 agosto al l’11 settembre) accende i riflettori sulle donne. Compositrici, soliste e direttore d’orchestra. Ma i segnali positivi non mancano anche da noi…

    Dal nostro particolare punto di vista, come Artediparte, basterebbe leggere i titoli: Festival MiTo, Padri e figli, Festival di Lucerna, PrimaDonna. Ok, smettiamo di scrivere. Dice De Gregori, tra un bufalo e una locomotiva, la differenza salta agli occhi…
    Ma noi vogliamo andare a fondo e analizzare i tanti segnali positivi di entrambe le manifestazioni, che ci sono e ben chiari. E poi ammiriamo troppo Nicola Campogrande, neodirettore artistico di MiTo, sia come compositore sia come divulgatore musicale, per chiudere così rapidamente la partita. Qualche esempio: le sedi dei concerti di MiTo sono distribuite nelle zone, i prezzi sono contenuti, le risorse “locali” circolano fra le due città, si eseguono moltissimi nuovi compositori viventi, con un’impostazione estetica che supera le eccessive durezze avanguardistiche del recente passato. Si desidera amplificare l’esperienza di godimento della Classica, non più suddivisa fra sottogeneri e stilistiche speciose, come portatrice di puro piacere dei sensi, paragonabile soltanto a quello dell’alta gastronomia. Glorioso godimento. Evviva.
    Partiamo da una caratteristica su cui entrambi i festival investono molto: il ricco programma per i bambini… ancora niente bambine esplicitamente nominate, ma pazienza. I giovanissimi e le giovanissime sono il futuro della musica. Ma a quali concerti o spettacoli dovrebbero assistere? In questo senso non vorremo rischiare di assomigliare ai soliti negozi per l’infanzia, con i loro reparti rigidamente suddivisi fra principesse rosa e fantastici supereroi dotati di immaginifici poteri! Vogliamo davvero educare i bambini e le bambine? Quando iniziano a frequentare le sale da concerto con mamme e papà, certamente diamo loro concerti di qualità, pensati apposta per loro, ma soprattutto, offriamo loro vari e differenziati role model.

    mirga-grazinyte-tyla
    mirga-grazinyte-tyla

    In sociologia il role model, concetto derivato dagli studi di Robert K. Merton, è una persona il cui comportamento o il cui successo in una professione o funzione pubblica si pone come oggetto di imitazione, soprattutto da parte dei/delle più giovani. Nelle società esistono gruppi di riferimento che incarnano ruoli cui i/le più giovani possono aspirare, vedendoli incarnati da alcuni individui che destano ammirazione e conseguente emulazione. Ed è stato già analizzato ampiamente il grande impatto che il role model può giocare nelle carriere professionali legate alle STE(A)M per il successo professionale nelle scienze, nelle tecnologie, nell’ingegneria e ovviamente nelle arti. Dunque i bambini e le bambine, dovrebbero ricevere anche esempi positivi su come possono disegnare la propria vita, superando gli stereotipi che vedono, per esempio, solo gli uomini alla guida di orchestre e cori. Dovrebbero assistere a concerti diretti da donne e ascoltare musiche di autrici. Ma quante compositrici sono proposte dalle stagioni di concerto? E quante direttore d’orchestra?
    PrimaDonna, il titolo scelto dall’edizione di quest’anno del Festival di Lucerna – è evidente – si riferisce, nella storia della musica al ruolo di primo piano di una esecutrice, in analogia con il termine Prima Ballerina. L’intenzione è quella di valorizzare il contributo femminile alla musica, presentando le artiste non sempre e soltanto nelle vesti cui il pubblico, specialmente italiano, è già avvezzo: cantanti, pianiste, violiniste, o al massimo violoncelliste. Sono ben 42 le “artistes étoiles” del Festival di Lucerna, e vi compaiono, come vedremo, in “insoliti” ruoli.
    Nella prossima stagione sinfonica dell’Orchestra della Rai di Torino, invece, in circa trenta concerti, nessuna compositrice e nessuna direttora d’orchestra. E solo cinque soliste: Beatrice Rana e Ran Jia al pianoforte, Baiba Skride,Vilde Frang e Ula Ulijona al violino.
    MiTo fa meglio. Per esempio presenta Barbara Hannigan. Artista canadese nata nel 1971, ottima carriera sia come soprano sia come direttora, è specialista della musica contemporanea e ha guidato la Sinfonica di Toronto e quella di Monaco. Con l’Orchestra Ludwig potrete ascoltarla a Torino sabato 3 settembre all’Auditorium Giovanni Agnelli, Lingotto, ore 21, e al Conservatorio di Milano, Sala Verdi, alle ore 21 il 4 settembre. Musiche di Claude Debussy, Jean Sibelius, Gabriel Fauré, Alban Berg e la Girl Crazy Suite di George Gershwin.
    Troviamo Hannigan anche a Lucerna, dove sono 28 i principali concerti in programma, accanto a molte manifestazioni collaterali (fra cui alcune dedicate alle donne), insieme a molte colleghe: Marin Alsop, Elim Chan, Mirga Gražinytė-Tyla (nata nel 1986), Emmanuelle Haïm, Susanna Mälkki, Elena Schwarz, Anu Tali, Lin Liao. Quest’ultima, cinese di Taiwan, al suo debutto a Lucerna, domenica 4 settembre alle 14:00 presenta un programma ricchissimo di musica di giovani compositrici. Compositrice in residence è Olga Neuwirth, di cui verranno eseguite alcune opere, insieme a quelle di autrici come Boulanger, Saariaho, Winkelmann, Farrenc, Bonis, Liebmann. Una speciale menzione, per questo, merita il concerto delle Women of the Berlin Philharmonic il 10 settembre alle 16 presso la Kirchensaal Maihof.

    Sempre a Lucerna, accanto a stelle consacrate come Argerich, Bartoli, Montero, Mutter, Pires, troviamo Maria Schneider compositrice e big-band-leader, Gergana Gergova, violinista e direttora che fa musica barocca, Konstantia Gourzi compositrice e direttora, Luzia von Wyl pianista e compositrice jazz e il Quatuor Zaïde, formato da quattro brillanti musiciste.
    Certo, i direttori artistici di entrambi i festival sono uomini e i membri del board del Festival di Lucerna sono quasi tutti uomini; e a loro spettano i progetti più prestigiosi, come l’esecuzione di due sinfonie monumentali come l’ottava di Mahler e l’ottava di Bruckner, con i direttori Riccardo Chailly e Daniele Gatti. E siccome un po’ di orgoglio nazionale non guasta, ricordiamo che l’Orchestra di Lucerna è stata fondata nel 2003 da Claudio Abbado. È chiaro che le direttore e le compositrici sono ancora una rarità. Loro stesse, intervistate in proposito, dichiarano di non avere idee molto chiare sul perché ce ne siano ancora poche, né su cosa si può fare perché la situazione cambi. Ma è ugualmente evidente che il festival di Lucerna di quest’anno è un’importante contributo in questo senso. Come dice Michael Haeflinger, direttore artistico ed esecutivo del Festival, emerge come ciascuna artista, sia pure con un mondo musicale diverso, incarni il grande potere delle donne nella performance musicale. E il filmato di presentazione del festival, con la bellezza del gesto di queste direttore, ne è prova tangibile.
    Il festival MiTo – che presenta 63 strumentisti contro solo 20 virtuose, fra cui 8 cantanti – si segnala per un progetto innovativo dedicato alla musica corale con Il giorno dei cori, 11 concerti di 21 diverse formazioni, che si conclude con l’evento MiTo Open Singin: siamo tutte e tutti invitati a cantare con il supporto di mille coristi e coriste a Milano in Piazza Duomo alle ore 21 il 10 settembre, a Torino domenica 11 settembre in Piazza San Carlo (ore 21). È in questa iniziativa che si nota una qualificata presenza femminile con il Concerto delle dame genovesi diretto da Silvia Derchi, il Coro Licabella con Floranna Spreafico, direttora, e il Coro Anthem di Paola Versetti, che esegue musiche, fra gli altri di Elena Camoletto. Segnaliamo anche l’esecuzione del Coro Giovanile Italiano, che vede anche la direzione di Roberta Paraninfo. Da segnalare anche i concerti delle pianiste Beatrice Rana, Ragna Schirmer, Ancuza Aprodu, Vanessa Benelli Mosell e Tatiana Larionova, il coro giovanile Mikron diretto da Paola De Faveri, le soliste Ophélie Gaillard al violoncello, Elena Piva all’arpa.
    Segnaliamo in particolare l’esecuzione di manoscritti del Fondo di Musica antica della Biblioteca Nazionale di Torino dell’ensemble Accademia dei Solinghi con Rita Peiretti, maestra al cembalo, e il concerto dell’ Estrio – Laura Gorna, violino, Cecilia Radic, violoncello e Laura Manzini, pianoforte – che è a Torino al Conservatorio Giuseppe Verdi il 7 settembre alle ore 17, e a Milano al Conservatorio in Sala Puccini il giorno 6 settembre alle ore 17. Presentano il progetto Madri e figli, in cui suonano composizioni di Lili e Nadia Boulanger, fra gli altri. Anche qui le “figlie” non sono citate esplicitamente, ma in un contesto in cui è messa a tema la genealogia musicale come rapporto padre-figlio e/o maestro-allievo, declinati soltanto al maschile, l’iniziativa rappresenta una piacevole eccezione.
    Eppure molte donne hanno ascendenze femminili nel proprio lignaggio artistico, per aver intrattenuto una speciale relazione con madri, sorelle o zie musiciste e con maestre. Per limitarci soltanto alle autrici del Settecento, troviamo Marianna Auenbrugger, Anna Bon, Cecilia Maria Barthélemon, Francesca Danzi Lebrun, e Juliane e Louise Reichard.
    Via via che ci avviciniamo ai giorni nostri, il numero di determinanti e meravigliose esperienze didattiche femminili si espande a dismisura. È che non sono molto conosciute, si dirà. Appunto. È ora di iniziare. Se si vuole formare il pubblico di domani, quello dei bambini e delle bambine, è proprio il momento di iniziare.

    I link per prenotare i concerti:

    MITO.

    PRIMADONNA

     

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    loredana metta

    Loredana è una che da tutta la vita si ostina a definirsi musicista e lo è, o meglio, continua a desiderare di diventarlo con tutte le sue forze. Ama insegnare musica, nonostante i diplomi di Conservatorio e i numerosi corsi di specializzazione. Perché fare musica è trovare una via alla conoscenza di sé e il pianoforte è una palestra per la relazione con se stesse, con gli altri e le altre… Insegna Pratica e lettura pianistica al Conservatorio di Vicenza. La sua più grande emozione: vedere due mani inesperte toccare il pianoforte per la prima volta. Vive a Milano, con 9 piante, che hanno tutte un nome, e un certo numero di pupazzi, fra cui Fabio, il suo amato compagno. Adora il cinema, l’arte, la filosofia . É laureata a Bologna in discipline semiotiche.

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