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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»Film»L’abbaglio
    Film

    L’abbaglio

    Lucia Tilde IngrossoBy Lucia Tilde Ingrosso10/01/2025Updated:10/01/20251 commento4 Mins Read
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    By Lucia Tilde Ingrosso
    Regia di Roberto Andò
    Con Toni Servillo, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Tommaso Ragno, Giulia Andò

    Al cinema dal 16 gennaio


    Se ti è piaciuto “La stranezza”, adesso non puoi perderti “L’abbaglio”. Gli ingredienti sono
    gli stessi (regista, attori, la Storia ufficiale mescolata con le storie di fantasia), ma il piatto
    è, ovviamente, diverso. E, di sicuro, non meno gustoso.

    Set del film “L’Abbaglio” di Roberto Andò, 2024.
    Nella foto
    Foto di Lia Pasqualino.

    È il 1860 e Giuseppe Garibaldi sta reclutando i Mille della nota spedizione. A selezionare i
    migliori (ma pure i meno peggio, visto che «Con quello che ci aspetta, anche un impostore
    può tornarci utile») è il generale Vincenzo Giordano Orsini, personaggio storico a cui Andò vuole restituire lustro. Nel ruolo, c’è il gigante Servillo: anche solo un suo sguardo vale il prezzo del biglietto. L’impostore già menzionato è il primo dei numerosi personaggi di fantasia. Si tratta del baro siciliano Rosario Spitale (Valentino Picone), che sfoggia un
    improbabile (e irresistibile) accento settentrionale. Un altro è Domenico Tricò (Salvo
    Ficarra),
    un contadino zoppo. I due si aggregano alla spedizione, ma l’unità d’Italia è
    l’ultimo dei loro pensieri. Il primo è in fuga dalla giustizia e il secondo spera di ritrovare
    l’amata. Perciò entrambi, appena sbarcati a Marsala, disertano.



    Per buona parte del film, la vicenda segue due filoni paralleli: Garibaldi e la sua spedizione
    alla conquista dell’isola e i due disperati in lotta per la sopravvivenza. Finché i personaggi
    si riuniscono e la vicenda entra nel vivo. Della trama non diciamo altro, se non che riserva
    più di una sorpresa, tra verità storica e piccole (o grandi) licenze narrative. Tieni solo a
    mente il titolo: per capirne appieno il significato, devi aspettare le battute conclusive.
    Battute conclusive che arrivano dopo oltre due ore, in cui però non c’è modo di annoiarsi.

    È una pellicola diretta con mano salda, ambientata nei luoghi reali della spedizione, con
    grande impiego di uomini, mezzi e talento. Si ride, si riflette e ci si interroga. Sul passato
    dell’Italia in cui è possibile cogliere tanti elementi (quasi tutti negativi, ahinoi) del nostro
    presente.

    Set del film “L’Abbaglio” di Roberto Andò, 2024. Nella foto Foto di Lia Pasqualino. Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d’autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Lia Pasqualino. Set of “L’Abbaglio” di Roberto Andò, 2024. In the picture Photo by Lia Pasqualino. This photograph is for editorial use only, the copyright is of the film company and the photographer assigned by the film production company and can only be reproduced by publications in conjunction with the promotion of the film. The mention of the author-photographer is mandatory: Lia Pasqualino



    “L’abbaglio” è un atto d’amore verso il coraggio e l’idealismo. Ma soprattutto verso i
    protagonisti di un’impresa che resta grandiosa. Giuseppe Garibaldi (abbastanza
    secondario nel film, ben interpretato da Tommaso Ragno), il generale Orsini (un grande
    personaggio, «al servizio della libertà») e i valorosi Mille, che hanno lottato per un futuro
    migliore.
    Proprio su questo futuro si interrogano i personaggi, a un certo punto. «I cittadini potranno eleggere i loro rappresentanti, pubblicare un giornale, addirittura dei libri». Ma che cosa resta di quell’idealismo?

    Le speranze di allora sono state, in alcuni casi, tradite?
    Una storia in gran parte al maschile, anche se allo sguardo attento di Dol’s non possono
    sfuggire due bellissime figure femminili, una reale e l’altra di fantasia. La prima è Rose
    Montmasson
    , detta Rosalia, moglie di Francesco Crispi e unica partecipante femminile alla spedizione dei Mille. La seconda è Assuntina, una suora che avrà una trasformazione
    sorprendente. Entrambe contribuiscono a raccontare i diritti che le donne (non) avevano al tempo del Risorgimento.
    Il messaggio più bello resta che ognuno, anche nel suo piccolo, può fare la differenza.
    Perché, quando il gioco si fa duro, pure uno zoppo e un baro sono capaci di tirare fuori
    energie e risorse del tutto inaspettate.

    Per la storia che racconta e i valori che veicola, il film è particolarmente adatto ai ragazzi.
    Chi fosse interessato a organizzare proiezioni nelle scuole, o avere maggiori informazioni,
    può scrivere a: 01cinemascuola@raicinema.it

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    Lucia Tilde Ingrosso
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    Lucia Tilde Ingrosso. Maturità classica a Cortona (Arezzo) e laurea in Economia aziendale presso l’Università Bocconi di Milano. Da sempre, un grande amore per la scrittura. Giornalista, dopo anni nella redazione del mensile di business Millionaire, adesso è freelance e collabora con varie testate. Inoltre è autrice di podcast, ghostwriter e moderatrice di eventi. Come scrittrice, ha pubblicato 25 libri con i principali editori, in generi che spaziano dal giallo al noir, dal rosa all’umorismo, dalle guide di impresa ai romanzi per ragazzi. Le sue uscite più recenti sono la saga familiare I Monteleone e il thriller Una sconosciuta (Baldini+Castoldi). Da segnalare anche: il manuale umoristico 101 cose da fare in gravidanza e prima di diventare genitori, scritto con il marito Giuliano Pavone (Newton Compton) e il romanzo biografico Anna Politkovskaja. Reporter per amore (Morellini).

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    1 commento

    1. caterina-torre-hp
      Caterina Della Torre on 19/01/2025 09:55

      Film intelligente che non annoia mai. U. Po’di storia risorgimentale che non fa mai male vista con ironia e giudizio storico che si estende anche al giorno d’oggi. Cosa è rimasto dell’Italia Unita grazie Garibaldi?

      Reply
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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

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    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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