Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Black Bag – Doppio gioco
    • One to One: John & Yoko
    • ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE.In dialogo con Mariangela Gualtieri
    • Ri-creare la vita 
    • Ho visto un re
    • La Statuaria Torinese, una Disputa Femminista
    • Al Museo Archeologico dell’Agro Falisco, la mostra di Eugène Berman
    • TE INDIANO
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Black Bag – Doppio gioco

      By Dols08/05/20250
      Recent

      Black Bag – Doppio gioco

      08/05/2025

      One to One: John & Yoko

      07/05/2025

      Ri-creare la vita 

      05/05/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»"D" come Donna»Come l’araba fenice
    "D" come Donna

    Come l’araba fenice

    DolsBy Dols02/06/2020Updated:02/06/2020Nessun commento7 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    io-resto-a-casa
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    Paola Cacciapaglia: così ho sconfitto il Coronavirus

    di Daniela Tuscano

    Paola Cacciapaglia, 47 anni, di Jesolo. Pianista, clavicembalista e bassista. Il Covid l’ha colpita a gennaio e, da oltre due mesi, sta affrontando una perigliosa convalescenza. Ci siamo incontrate virtualmente su un social network e abbiamo scambiato quattro chiacchiere sul dramma che l’ha coinvolta, le sue passioni e il futuro d’un paese martoriato.

    – Come pensi d’aver contratto il virus? Sei riuscita a ottenere informazioni precise a riguardo?

    lezioni-musica– Francamente no. Tutto è cominciato con una semplice bronchite, aggravatasi col passare dei giorni. Poiché ne soffro cronicamente, all’’inizio non me ne ero preoccupata. In seguito, la situazione è andata peggiorando e il mio medico è venuto a visitarmi a casa, munito di tutti i DPI [dispositivi di protezione individuale, n.d.A.] previsti nei primissimi giorni dell’epidemia. Ha poi chiamato personalmente il 118. I risultati delle analisi si sono rivelati negativi; tuttavia, poiché il cortisone che assumo da tempo mi aveva procurato una leggera immunodepressione, sono stata rimandata a casa, luogo per me più sicuro. È probabile che il contagio sia avvenuto durante quel ricovero, o in occasione d’un consulto pneumologico la settimana successiva, sempre in ospedale. 

    – Tu però eserciti una professione, quella dell’insegnante, considerata “a rischio”. Frequentare l’ambiente scolastico può averti esposta all’infezione, o no?

    – Lo escludo. Io lavoro in scuole di musica, ma le mie lezioni si svolgono perlopiù individualmente, non in classe. Inoltre, quando è iniziata la bronchite, mi trovavo già a casa in malattia. Ripeto, ero indebolita da patologie e ricoveri precedenti e necessitavo di assoluto riposo. Poi la situazione è precipitata, ne è seguito un nuovo ricovero e, probabilmente, il contagio. 

    – Il Veneto, assieme al Piemonte e alla colpitissima Lombardia, è stata una delle regioni più flagellate.

    – È vero, qui si sono verificati molti casi, con focolai piuttosto estesi. Non nella zona dove risiedo e lavoro, comunque. Purtroppo, io appartengo alla minoranza che ne è rimasta interessata…

    – Riesci a raccontare quei momenti? Come si comporta, realmente, questo virus?

    – Per me è stata una malattia molto debilitante. Già ero indebolita a causa del cortisone (che tuttavia mi ha forse salvato la vita, stando alle ultime informazioni provenienti dal mondo scientifico). La mia salute ha subìto un peggioramento progressivo per un mese e mezzo; poi, all’improvviso, un primo, breve arresto respiratorio mentre mi trovavo a casa, in solitudine, dal quale mi sono miracolosamente ripresa. Quindi, nuovo ricovero in un ospedale Covid per ossigenoterapia. Le cure, durate quasi due mesi, sono state severe, a base di corticosteroidi ad alte dosi, antibiotici, antistaminici, broncodilatatori e tutto ciò che poteva essere utile in un momento in cui questo morbo appariva ancor più misterioso di quanto lo sia adesso. Al termine ho avvertito i primi miglioramenti. Adesso sto cercando di riprendermi a casa tramite la riabilitazione polmonare (perché sì, ci si disabitua pure a respirare), motoria e cardiovascolare, seguita sempre dal dottore. 

    ospedale– Un grazie grosso al personale sanitario?

    – Assolutamente sì. Il mio medico di base mi ha curata benissimo, in lui ripongo assoluta fiducia. Ha attuato tutti i protocolli previsti per proteggere me e lui, venendo da me solo in possesso di tutti i DPI, limitandosi al tempo necessario alla visita, e parlandomi successivamente al telefono. È stato lui a mandarmi in ospedale quando serviva, lui ha somministrato farmaci e dosaggi secondo le necessità, sempre aggiornandomi telefonicamente. Ha organizzato anche i consulti specialistici. Sono stata assistita pure dalla psichiatra, perché io, malata e isolata, avevo bisogno di sostegno psicologico. Anche l’esperienza nell’ospedale Covid è stata rassicurante: era tutto preciso, ben organizzato, e mi ha colpito la gentilezza di tutti, dai medici agli infermieri, a tutto il personale. 

    L’unica pecca è che il tampone, malgrado le pressanti richieste del mio medico, è giunto molto tardi, quando la carica virale non era più rilevabile. 

    – Hai affidato al web il decorso della tua malattia, tenendo una sorta di diario giornaliero in cui comunicavi con i tuoi amici, virtuali e no…

    – Sì, i social network mi hanno aiutata tanto. Ho deciso di superare l’orgoglio e ho raccontato pubblicamente su Facebook i fatti miei. Sono rientrata così in contatto con amici lontani, che mi hanno incoraggiata e alleviato il peso della solitudine. Grazie a un appello su fb sono riuscita a ottenere le mascherine in un momento in cui reperirle era un vero problema. E, tramite gli annunci, ho trovato aziende che praticavano consegna a domicilio e altre iniziative per le persone in difficoltà. Questo mi ha liberata dal peso dell’isolamento, mi sono sentita amata e rassicurata.

    – A parte il dolore, cosa conserverai di quest’esperienza?

    – Affrontare tutte queste sofferenze mi è servito per cambiare rotta, per vedere la vita in maniera diversa, per rinascere, come l’araba fenice. E nonostante da gennaio ad oggi non abbia ancora avuto tregua, guardo al futuro con fiducia. Nulla accade per caso, ogni cosa ha il suo lato positivo. La vita è essere sempre sul bordo di un precipizio, in una vallata montana, da cui si può apprezzare una eco fantastica: il segnale che inviamo è quello che ci torna indietro. E sta a noi mantenere l’equilibrio o scivolare.

    – Ci troviamo in piena fase 2, anzi ormai si può dire cominci la terza, con la riapertura delle regioni. Come giudichi i comportamenti di certuni, che gridano a ipotetici complotti, e addirittura manifestano in piazza senza mascherine? O di altri che, pur senza tutto questo chiasso, esprimono insofferenza per prescrizioni ritenute ormai non più necessarie?

    – La gente ha fretta di uscire, molti non vogliono più sentirsi isolati, dimostrandosi quindi incapaci d’apprezzare le piccole cose che può offrire giornalmente la vita; altri, invece, vedono la fine della quarantena come una benedizione. Penso alle donne costrette a vivere con il proprio aguzzino, o ai bimbi abusati. 

    È vero che bisogna lavorare, altrimenti rischiamo il tracollo. Ma io credo si debbano limitare ancora per un po’ le uscite non necessarie. Temo gli irresponsabili, come hai rilevato tu: anche dalle mie parti, tanti circolano senza mascherina, costringendo fra l’altro quelli come me a un surplus di prudenza. Anche riaprire le chiese prima del tempo non mi è parsa una splendida idea: far rispettare le distanze di sicurezza è davvero difficile, non sorprende siano ancora poco frequentate. È lo stesso motivo per cui non è ancora opportuno riprendere concerti o altri eventi pubblici. Le manifestazioni del 2 giugno si sono svolte senza spettatori. 

    io-conto-sudi-te– Come tanti docenti, hai attuato la didattica online. Quali le tue impressioni?

    – Adattarmi al nuovo contesto per me è stato più semplice rispetto ad altri insegnanti perché, come ho detto, le lezioni sono individuali. Mi metto in comunicazione con gli allievi tramite whatsapp e, davanti al mio pianoforte, riesco a leggere i loro spartiti, così posso correggerli e illustrar loro il modo corretto di eseguire i brani. E poi la musica, si sa, arriva ovunque… 

    – …e sicuramente ti ha infuso coraggio nel difficile momento che hai dovuto affrontare.

    – Senza musica avrei perso qualsiasi motivazione alla vita, non ne avrei assaporata la vera linfa. La amo in tutte le forme: ascoltarla, suonarla, insegnarla… 

    – Hai un’impostazione classica. Chi sono i tuoi autori preferiti?

    – Sicuramente Bach: ha il potere di rimettere in ordine la mia mente e le mie emozioni, come un programma di deframmentazione di un PC. Al secondo posto, sul podio, porrei Shostakovich, per la dirompente carica emotiva. Poi Gershwin, il rapimento e l’estasi: un ponte fra musica classica e jazz, swing e blues. Ciò che manca ai musicisti attuali è il carisma, elemento per me fondamentale. Ci sono tanti buoni esecutori e pochi artisti. E chi non mi coinvolge, chi non suscita in me quel sussulto inatteso, non desta nemmeno il mio interesse. 

     

    © Daniela Tuscano

     

     

     

    araba fenice
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Avatar photo
    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

    Related Posts

    Brado e le Strie

    05/04/2025

    Potere di altro genere

    01/04/2025

    Eleonora Giorgi: cara amica ti scrivo…

    17/03/2025
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
https://www.dols.it/2025/04/30/il-valore-del-rispetto-in-un-mondo-che-ha-dimenticato-lumanita/
    Si approssima maggio Si approssima maggio
    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

https://www.dols.it/2025/04/26/chiamatemi-francesco-il-papa-della-gente/
    Oratorio Filippo Neri a Torino Oratorio Filippo  Neri  a Torino
    Da Picasso a Wothol aTorino https://abbonamentomu Da Picasso  a Wothol aTorino https://abbonamentomusei.it/mostra/forma-e-colore/
    Cherasco Cherasco
    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK