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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»Film»Santiago, Italia
    Film

    Santiago, Italia

    DolsBy Dols12/12/2018Updated:12/12/2018Nessun commento3 Mins Read
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    Santiago-Italia
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    L’unico governo occidentale che, all’epoca, non riconobbe la giunta di Pinochet fu l’Italia, e fu la nostra ambasciata ad ospitare i primi rifugiati e a dar loro il visto per essere accolti nel nostro Paese. Un film sull’accoglienza italiana, alla fine.

    scritto da Costanza Firrao per La Rivista intelligente
    11 settembre 1973: il governo socialista del presidente cileno Salvador Allende, democraticamente eletto tre anni prima, viene rovesciato dalla giunta militare golpista del generale Pinochet; il palazzo della Moneda è attaccato via terra e via aria e Allende perisce, probabilmente suicida, durante l’incursione. Tutte le forze di opposizione vengono arrestate e relegate nell’enorme stadio di Santiago: gran parte di loro torturata nei modi più atroci, gli uomini con scosse elettriche ai genitali, le donne ripetutamente stuprate; 130.000 furono le persone scomparse, “desaparecidos” nel corso dei tre anni successivi, ogni libertà civile conculcata e il regime durò con la compiacenza e la complicità della CIA e delle amministrazioni USA fino al 1990. L’unico governo occidentale che, all’epoca, non riconobbe la giunta di Pinochet fu l’Italia, e fu la nostra ambasciata ad ospitare i primi rifugiati e a dar loro il visto per essere accolti nel nostro Paese.
    E’ questo che racconta Nanni Moretti in “Santiago, Italia”, il docufilm che ricostruisce attraverso immagini d’archivio e testimonianze, la storia di quei giorni terribili. Giornalisti, attori, musicisti, traduttori, avvocati, operai, artigiani, medici, cardinali, imprenditori, diplomatici – declinati in entrambi i generi – prestano i loro ricordi, incredibilmente vividi (anche se alcuni di loro nel ’73 erano ancora bambini), i loro volti, le loro voci, in modo da creare un affresco corale in cui si mescolano orrore per ciò che hanno vissuto e riconoscenza per chi li ha salvati. Gran parte di loro vive ormai in Italia da più di 40 anni, è perfettamente integrata, solo quella dolce inflessione cantilenante a tradirne l’origine, a molti la voce s’incrina o si spezza e rimangono muti, davanti alla telecamera, le lacrime che scorrono, incapaci di andare avanti. Io ho due nazionalità – dice una signora che fa l’assistente sociale – quella cilena e quella italiana: il Cile è il patrigno cattivo, l’Italia la madre protettiva.
    Un altro racconta: “prima di Allende i bambini poveri non andavano a scuola perché non avevano neanche le scarpe. Poi ne ebbero tutti un paio insieme a una razione di latte al giorno… era questo il regime da abbattere?”.

    Moretti è lì, girato di spalle, li incalza a parlare, ad affinare i ricordi, lo si vede di faccia solo quando intervista uno dei militari di Pinochet, lo sguardo è duro mentre quello sciorina le sue non responsabilità, obbedivo solo agli ordini – dice con gli occhi bassi. Alle testimonianze si susseguono brevi filmati d’epoca: Allende e Neruda in piazza, Allende nel suo ultimo discorso dalla Moneda, lo stadio diventato campo di concentramento, gli Inti Illimani che cantano ” El pueblo unido jamàs serà vencido“. Ma non c’è nessuna concessione spiccia, nel film di Moretti, alla retorica o al sensazionalismo, tutto è sobrio e misurato, è come se il regista fosse stato a Santiago con i rifugiati e li avesse aiutati a chiedere asilo in ambasciata e poi in Italia. Come se avesse fatto con loro quel viaggio di dolore e di speranza trovando porte aperte e un popolo generoso ad accoglierli. E insieme un timore e una profezia, nefasti, che tutto sia cambiato nel frattempo. Che non ci sia più “quella” Italia, ma un paese irriconoscibile, chiuso nei suoi rancori e nelle sue frontiere fisiche e mentali.

    Santiago/Italia di e con Nanni Moretti – Italia 2018

    Italia moretti pinochet
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
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E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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