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    Home»Costume e società»DAESH. LA TESI AUSTRALIANA SUL RECLUTAMENTO FEMMINILE
    Costume e società

    DAESH. LA TESI AUSTRALIANA SUL RECLUTAMENTO FEMMINILE

    Rita CugolaBy Rita Cugola13/03/2017Nessun commento2 Mins Read
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    reclutamento femminile-daesh
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    Difficile comprendere ciò che induce alcune occidentali, magari perfettamente inserite in contesti moderni ed evoluti, a rinnegare il passato in nome del jihadismo.

    Evocare fragilità emotive o insani desideri di avventura sarebbe tuttavia riduttivo: alla genesi delle conversioni femminili (attestate in cotante crescita) c’è infatti la retorica califfale stessa, tesa ad alimentare nelle potenziali vittime quel senso di rivalsa rimasto insoddisfatto: “Verrete coinvolte in missioni divine di doverosa responsabilità; vivrete libere in un mondo utopico e ideale“.

    E’ sostanzialmente la prospettiva di aderire (con mansioni di rilievo) a una causa ambiziosa e potenzialmente sovversiva a sedurre le apiranti combattenti, divenute ormai bersaglio privilegiato dei recrutatori. Donne deluse dalla quotidianità ordinaria. Incautamente disposte a salpare verso lidi ignoti, animate da spirito avvenuriero di ispirazione romanzesca o religiosa. Impazienti di poter finalmente giurare fedeltà al leader supremo Abu Bakr al-Baghdadi, fondatore, nel 2014, del Califfato, entità non statuale di storica remniscenza..

    Resta il fatto che sono ormai in molte ad aver individuato nella realtà islamista l’ìnedita opportunità di concretizzare un sogno di sorellanza (evocato forse dalla dubbia condivisione di obiettivi es esperienze) così vanamente inseguito in patria. Emblematico in tal senso il rapporto recentemente stilato da Sofia Patel, analista dell’Australian Strategic Policy Institute di Barton, nei pressi di Canberra.

    “Sarebbe un errore madornale ritenere che le suddite dello Stato Islamico siano costantemente penalizzate e relegate ai margini della società. Grazie alla lora abilità di pianificare e compiere attentati terroristici sono infatti riuscite a raccogliere consensi inaspettati da parte degli uomini, tanto che sempre più spesso vengono incoraggiate ad affiancare i mujahideen nella proverbiale lotta al mondo infedele“.

    E per l’esperta, solo l’adozione di determinate misure precauzionali potrebbe scongiurare la prosecuzione della vasta opera di propaganda finora condotta online dai membri del Daesh “Occorrerebbe rendere maggiormente incisivo la disciplina di contrasto all’estremismo violento. Poi servirebbe un piano specifico e dettagliato di prevenzione, in progetto da tempo ma non ancora tracciato a dovere. A ciò va aggiunta la tutela dei nuclei familiari, a cui dovrebbero essere fornite adeguate risorse di difesa dalle insidie celate dal web. Manca anche un strategia per agevolare la diserzione delle pentite.

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    Rita Cugola
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    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

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Appunti di viaggio.

Di Alfredo Centofanti

Bari. La città vecchia è un labirinto di vie che raccontano infinite storie. Inarrestabile è il vociare degli abitanti nel dialetto locale, dei tanti turisti stranieri, dei pellegrini che da secoli vengono qui per venerare San Nicola, amato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi.
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    Le protagoniste di questo bel film sono tre attric Le protagoniste di questo bel film sono tre attrici francesi deliziose, tre donne vere, che non hanno bisogno di chissà quali artifici per essere belle, attraenti e soprattutto insuperabili nel mettersi nei guai.

https://www.dols.it/2025/06/18/tre-amiche/
    Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Genzano di Roma nel 1978 e vive ad Ariccia. È esperta di violenza di genere e relazioni abusive, e collabora con i centri antiviolenza dei Castelli Romani, fornendo consulenza e assistenza legale alle donne vittime di violenza. È anche docente per la Regione Lazio nella formazione degli operatori della rete antiviolenza territoriale, e fondatrice e Presidente dell’associazione di promozione sociale “Crisalide Donne per le Donne”, che si occupa di consapevolezza ed empowerment femminile.

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