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    Home»Costume e società»INDIA. IVF: UN BUSINESS CHE TRASCENDE OGNI LIMITE
    Costume e società

    INDIA. IVF: UN BUSINESS CHE TRASCENDE OGNI LIMITE

    Rita CugolaBy Rita Cugola06/09/2016Nessun commento4 Mins Read
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    La sconfitta della sterilità si è trasformata in un business lucroso

    Il desiderio di maternità esula dai limiti anagrafici imposti dalle leggi naturali: la conferma giunge dal numero, in costante crescita ovunque, delle pueprere ultracinquantenni. Tuttavia in India – dove l’infertilità è fortemente stigmatizzata sul piano sociale – il fenomeno sta davvero assumendo proporzioni allarmanti.

    nonni-neonatoSempre più coppie infatti decidono di ricorrere all’ausilio di apposite strutture sanitarie nella speranza di poter procreare e spesso gli aspiranti genitori hanno superato la soglia dei settant’anni. Ma poco importa: nel paese maggiormente popolato del pianeta (la densità è di 385 abitanti per chilometro quadrato), non esistono restrizioni giuridiche.

    Presupposto funzionale alla rapida diffusione delle cliniche specializzate nelle procedure di fecondazione artificiale. Dal 1978 (anno del primo esperimento coronato dal successo) la sconfitta della sterilità si è trasformata in un business lucroso, tanto da indurre alcuni luminari (inequivocabilmente attratti dalle ingenti possibilità di guadagno) a sottovalutare le condizioni fisiche delle assistite.

    Lo scorso aprile, presso il National Fetility and Test Tube Baby Center di Hisar, la 72enne Dalljinder Kaur e il marito 79enne hanno potuto finalmente stringere tra le braccia il piccolo Armaan, nato dopo quasi mezzo secolo di matrimonio. “Siamo anziani è vero, ma immensamente felici.”, ha raccontato. “Molti ci suggerivano di adottare un bambino, ma non abbiamo mai avvertito tale necessità. Volevamo averne uno nostro e siamo stati esauditi. E’ opera dell’Altissimo: non smetteremo mai di ringraziarlo. Penserà Lui al futuro“.

    In realtà il merito (per quanto opinabile) va attribuito all’embriologo Anurag Bishnoi, che ha seguito oltre 100 donne mature. “Gli uomini hanno una facoltà riproduttiva illimitata, quindi non capisco perchè le loro mogli debbano rinunciarvi. Certo occorrono precauzioni; d’altro canto per poter effettuare l’Ivf (in vitro fertlization, n.d.r.) servono test rigorosi. Comunque i rischi potenziali non variano con l’età“.

    nonna-bimbiEppure per Rajo Devi Lohan la concretizzazione di un’intima quanto annosa ambizione non è stata scevra di complicazioni. Aveva appena compiuto 70 anni quando nel 2008 era diventata la mamma più vecchia del mondo: credeva di aver raggiunto il culmine della gioia, invece è subentrato un cancro che l’ha costretta a subire tre operazioni chirurgiche e svariati cicli di chemioterapia.

    “Il mio medico è convinto che sia frutto delle cure intensive finalizzate alla gravidanza, ma nessuno allora mi aveva ammonito in merito a eventuali danni. Non sapevo nulla e mi sono fidata“. Complice l’avidità e le carenze deontologiche inomma, la salute femminile non è affatto tutelata.

    E’ del resto la ragione per cui altri esperti del settore insistono a contrastare l’accesso indiscriminato ai trattamenti di fertilità. “Favorire il parto di una 70-72enne significa attentare alla sua stessa vita“, ha tuonato il dottor Narendra Malhotra, presidente dell’Indian Society of Assisted Reproduction. “Qualcuno pretende di sostituirsi a Dio. Sebbene la ricerca scientifica sia fondamentale per affrontare adeguatamente le problematiche connesse all’infecondità, non va dimentcato che spetta alla società circoscrivere l’ambito degli interventi e accantonare le soluzioni percolose o contrarie all’etica“.

    Esiste in ogni caso un altro aspetto emblematico della controversa questione: l’eccessiva disponibilità di ovuli da fecondare, senza la quale l’ingerenza dei ginecologi sarebbe vana. “Non è affatto difficile reperirli, anche perchè le donatrici vengono pagate profumatamente“, ha precisato l’assistente sanitario Subhas Chandra. “Gli operai delle fabbriche guadagnano meno di 75 dollari al mese; noi invece ne offriamo 525 per un processo esteso a dieci giorni“.

    Un’opzione allettante per tante, forse troppe ragazze, ignare che l’abuso di farmaci ormonali può essere letale. E’ accaduto a Sushma Pandey, morta nel 2010 a 17 anni in un ospedale di Mumbai (essendo ancora minorenne non avrebbe tra l’altro dovuto essere ammessa al prelievo).

    Identica sorte per la 24enne Yuma Sherpa, originaria del Begala orientale. Ansiosa di incrementare l’esiguo bilancio familiare è deceduta nel 2014 a New Dehli dopo lunghe ore di agonia. Dall’autopsia è emerso che soffriva di sindrome da iperstimolazione ovarica: le sarebbero stati prelevati più di 50 ovuli, una cifra dunque decisamente superiore a quella consentita. Ma evidentemente i molteplici vantaggi finanziari hanno priorità e valenza assolute.

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    Rita Cugola
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    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

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    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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