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    Home»Costume e società»Un giro al FUORISALONE 2015
    Costume e società

    Un giro al FUORISALONE 2015

    DolsBy Dols16/04/2015Updated:16/04/2015Nessun commento8 Mins Read
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    Il Fuorisalone è proprio quel che si dice una festa. Una settimana l’anno possiamo anche accettare il traffico, i mezzi affollati più del solito e i ristoranti pieni se il vantaggio è quello che in nessun’altra parte del mondo possiamo vivere un’esperienza simile.

    di Federica Berton

    Sembra strano ma anche una donna sempre presa da mille impegni può farlo. Basta che gli astri si allineino nel modo giusto. Nel mio caso, un po’ di giorni di ferie inaspettati, i bambini a scuola e non a casa con un malanno di stagione e… il sole, il sempre grande assente durante la settimana del Salone.

    E allora vado, mi armo di scarpe comode, borsa leggera, abbigliamento a strati, Tablet, caricabatteria di riserva e cartina degli eventi Fuorisalone. Il problema è che quando la apro mi prende il panico, milioni di piccoli puntini segnaletici disseminati in tutti gli angoli della città, e ora dove vado? Cosa vedo?

    piattiNon è più facile come il tempo in cui Fuorisalone era concentrato in zona Tortona, che per me è comunque dall’altra parte del mondo, del mio mondo. Come faccio a trovare le cose più interessanti e vederle tutte utilizzando solo la parte della giornata che va dalle 10:00 o le 11:00, orario di apertura della maggior parte delle esposizioni fino a quando non dovrò ritirare i figli a scuola? Come faccio a muovermi? Escludo i mezzi pubblici, superaffollati. Escludo il taxi, tanto non ne troverei. Escludo la bicicletta, tanto le piste ciclabili non sono ancora pronte e i cantieri sono ad ogni angolo. Cosa mi rimane secondo voi?

    Anche il tempo che spreco a pensarci è tempo perso, decido quindi di avviarmi nei dintorni per esplorare e vedere cosa può catturare la mia attenzione e “sfamare” la mia voglia di Design.

    “SFAMARE”… è proprio questa la parola che guiderà il prossimo grande evento Milanese, EXPO 2015, stesso concetto ampiamente sviluppato in questo salone che si posiziona a sole due settimane dall’inaugurazione di EXPO. Come cita anche l’editoriale di apertura della guida di “INTERNI” scritto dal direttore Gilda Bojardi<<…Energy for Creativity, metafora del grande tema “Energia per la vita”…>>.

    Ma io voglio vedere di più del design per la cucina, anche se è il mio regno incontrastato! Nessuna paura, seguirò la mia innata curiosità e sicuramente scoprirò dei tesori.

    bianco-neroPartenza da San Gregorio Docet, il Salone dei Tessuti ospita USM Haller che celebra il 50° con la modularità reinterpretata da giovani designer e subito, eccola lì la prima emozione, una serie di ventagli a forma di cerchio enormi si muovono alternativamente al solo soffio di uomo su una piccolissima girandola, romantico come un film orientale. Mi sposto più avanti dove The Arcade ospita WALLPAPER* con l’esposizione Eat me. Drink me.

    Tell me that you love me e già il titolo è tutto un programma, grandi progettisti per il cibo, la convivialità, la moda e molto altro. In effetti c’è un pezzo più bello dell’altro, dai piattini con gambe e braccia al mobile bar super compatto, dalla “gabbia” per gli aperitivi alle scatole a forma di cassetta della posta di Veuve Clicquot, ne puoi aprire una dopo aver disegnato o scritto una cartolina e vincere una bottiglia… NOOOO il tipo davanti a me ha appena vinto, non succederà mai che un altro vinca subito dopo… Appunto! Pazienza, tornerò domani.

    Mi sposto quindi da SCP con allestimento di Michael Marriott che mescola vecchi e relativamente nuovi oggetti di design sovrapponendoli. Passando da Lee Brown che davanti al suo ingresso ha piazzato un magnifico Cab londinese completamente brandizzato, sobrio English Style. E arrivo infine da Clarks, si si le scarpe, che in un piccolo spazio espone i suoi Desert Boots ridisegnati da 14 artisti Britannici ispirati dalle loro opere, sia le scarpe che le opere verranno messe all’asta e il ricavato sarà devoluto in beneficenza a The HALO Trust. Quindi sono stata puntualmente smentita, non solo cibo ma design, magia, arte e beneficenza tutto in una sola strada.

    pietraQuesto è sicuramente Fuorisalone, andiamo avant. Nell’area dei grattacieli, in zona Melchiorre Gioia il Samsung district ospita la nuova collezione di tv con schermo convesso con i quali viene costruita l’istallazione circolare che ci immerge nella creazione del mondo oltre che essere incastonati in spazi design, non sapete che gola vedere un succulento e coloratissimo piatto su di uno schermo da 60” in super HD. Samsung approfondisce anche il discorso elettrodomestici esponendo una cucina completa e fornendo elettrodomestici e domotica all’appartamento visitabile (anche quest’anno ma

    solo il bilocale) delle “Residenze di Porta Nuova”. Nella stessa area troviamo anche il flagship store di Novamobili aperto in occasione del Salone e il Casabella laboratorio nel quale, udite udite, trovo una piccola azienda “Terre di Atanor” che produce oggetti e complementi con materiali non trattati, nessuna vernice, solo trattamenti naturali, perfino i multistrato sono fatti con colle speciali che non danneggiano il pianeta, incastri ingegneristici e vetri artigianali disegnati da grandi designer e lana prodotta senza colori disegnata da Luciano Benetton, per ora vendono solo on-line. Tecnologia, innovazione e attenzione per l’ambiente in poche centinaia di metri.

    Arrivo in zona Brera e in Corso Como la boutique Anteprima espone Talking Handkerchiefs dell’artista RobertaSavelli in collaborazione con il designer giapponese Hiroomi Tahara che interpretano con disegni sui fazzoletti l’uso degli stessi nella cultura giapponese, alcuni dei fazzoletti sono in vendita in edizione limitata, e questo mi piace molto, aggiungo alla lista delle parole di Fuorisalone la parola “Shopping”. Proseguo fino ad piazza XXV Aprile e ogni portone, ogni angolo mi offre un’occasione e poi Corso Como è affollatissima come un sabato sera. E’ già l’ora di pranzo, non mi rimane molto tempo.

    portaEsaminando bene la cartina vedo che via Varese pullula di puntini allora vado, parto da NODO che produce mobili in massello che possono essere tagliati e trasformati in cose più piccole col passare del tempo, il concept permette di dare all’oggetto una vita che va dai 100 ai 200 anni. A due passi più in la entro nell’atelier Produzione Privata che espone le nuove lampade di… rullo di tamburi… Michele De Lucchi, tra i miei preferiti! La lampada metro, ispirata al classico metro in legno da sartoria, mi dà una particolare emozione perché mi ricorda quello che aveva mia nonna. Di fronte entro nell’oramai consolidato negozio Sfera che espone oggetti di design per la cucina disegnati da designer della provincia di Kioto e realizzati artigianalmente. Novità di quest’anno il portavaso da parete realizzato con una tipica tegola utilizzata per i templi, sembra pietra lavica ma non lo è, è una tegola in ceramica grigia resistentissima, tecnica artigianale usata in Giappone da millenni.

    Non solo gli oggetti, tutti deliziosi, ma anche l’ambiente è delicato e intimo, silenzioso e molto discreto ilpersonale, anche qui tutto in vendita. Ultima tappa di questa magica via è un CASTELLO, ovvero l’istallazione di Nigel Coates ispirata al castello di Potentino, in Toscana. Arredi, tessuti e lampade che rivisitano lo stile medievale del castello con tocchi di vero estro e humor, uno dei tessuti è ispirato alla pezzatura del cane di casa e ne porta il nome. La cosa più affascinante che potete fare qui è lasciarvi raccontare la storia del recupero del castello dall’appassionata proprietaria e dalle sue collaboratrici, altrettanto appassionate e coinvolte in questa magia. Eleganti e raffinate, nella mia testa sono diventate le dame del castello, mi hanno fatto tornare bambina.

    Sono oramai le 14:00 e la passeggiata volge al ritorno, mi dirigo in via Solferino che sembra una via addobbata a festa con tutte le scarpebandierine di Zona Brera. Mentre vado entro da Kinnarps che espone mobili da ufficio, bel design ma soprattutto ergonomia e spazi studiati per il benessere con particolare attenzione al co-working, iltavolo da lavoro si alza e potete tranquillamente continuare a lavorare mentre vi sgranchite le gambe. Tra l’altro hanno anche un catering da menzionare, Arabeschi di Latte, tutto bio, food design e direzione tutta al femminile. Entro in un atelier nel quale la mia attenzione viene catturata dalle piastrelle, non sembra un gran ché a dirlo così, di solito le piastrelle non sono propriamente oggetti che ci rapiscono a calamita. Queste invece sono da tenere in considerazione per l’anima che hanno. NERO SICILIA produce lastre, formato massimo 0,80 x4,00 mt, con la pietra lavica. Un processo di lavorazione in forni che la riportano a temperatura dai 1000° ai 1500° le dona texture diverse e colori dal grigio scuro al piombo, le lastre vengono poi decorate con polvere di vetro riciclato da schermi dei vecchi tv e computer, il risultato è simile ad un lucidissimo smalto. I disegni riprendono i vecchi pizzi e merletti tipici della tradizione siciliana e sono progetti di giovani designer siciliani.

    Non mancate di entrare nello showroom Devon&Devon, la nuova collezione Bath Couture è presentata in un’istallazione che ricorda “Alice nel paese delle meraviglie”.

    Ma non è tutto qui, il Fuorisalone è proprio quel che si dice una festa, gente ovunque, showroom tirati a lucido e spazi recuperati, fiori, colori e profumi a profusione, aperitivi a tutte le ore. Per una settimana l’anno possiamo anche accettare il traffico, i mezzi affollati più del solito e i ristoranti pieni se il vantaggio è quello che in nessun’altra parte del mondo possiamo vivere un’esperienza simile. Che ne dite?

    Allora signore, prendetevi mezza giornata e fate il giro intorno al quartiere perché la prossima volta che avrete di nuovo questa magnifica opportunità sarà tra un lunghissssiiiimmmmooooo anno!

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