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    Home»Costume e società»Chi fa (la ) notizia in Europa?
    Costume e società

    Chi fa (la ) notizia in Europa?

    DolsBy Dols15/05/2014Updated:11/07/20142 commenti8 Mins Read
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    Chi fa la notizia
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    In Italia le donne fanno ancora notizia solo quando sono implicate in casi scandalistici. 

    di Monia Azzalini

    La donna è è soprattutto vittima o Risultati dell’Osservatorio Europeo sulle Rappresentazioni di Genere (OERG)
    Anno 2013

    Per il terzo anno consecutivo l’Osservatorio di Pavia ha monitorato la rappresentanza e la rappresentazione delle donne nei principali notiziari pubblici e privati di 5 paesi europei: Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna, registrando qualche progresso, ma ancora poco significativo.

    Come nel 2012, a far notizia nei TG europei sono soprattutto gli uomini: 3689 su 5410 soggetti rilevati. Le donne sono circa un terzo delle persone di cui si parla e/o intervistate: il 32%, in crescita di 3 punti percentuali rispetto al 2012.

    A registrare un aumento significativo sono i TG inglesi e tedeschi che passano rispettivamente dal 23% e 22% al 30%. I notiziari di Francia e Spagna, già sopra la media negli anni precedenti, rimangono sostanzialmente stabili con il 33% e il 36% di visibilità femminile nelle notizie. I notiziari italiani continuano a essere i più sbilanciati, registrando una percentuale femminile del 25% (un punto in più rispetto al 2012), a fronte di una quota di giornaliste superiore al 50%.

    In tutti i casi, a far notizia sono soprattutto le donne giovani. Fra gli under 18, le donne ottengono una rappresentanza pari al 52%, nella fascia fra i 19 e i 34 anni registrano una presenza del 43%. Viceversa fra gli over 50 la proporzione è di una donna ogni quattro uomini: il 23% nella fascia 50-64 e il 26% fra gli over 64.

    Le donne sono pressoché invisibili nelle notizie sportive, solo l’11%, e poco presenti nell’informazione politica, con una rappresentanza del 23%, un valore medio fra il 29% dei notiziari spagnoli e le percentuali significativamente più basse degli altri notiziari: il 17% dei notiziari inglesi, il 18% di quelli francesi, il 20% di quelli italiani e il 21% di quelli tedeschi.

    Nonostante un significativo aumento delle donne protagoniste delle notizie, che passano da una quota del 20% del 2012 al 28% del 2013, tutte le testate giornalistiche continuano a evidenziare una forte dicotomia fra ruoli comuni e anonimi, maggiormente rappresentati dalle donne, e ruoli autorevoli, prestigiosi, correlati all’esercizio di una specifica professione, perlopiù rappresentati dagli uomini: le donne sono il 51% fra le persone interpellate come voce dell’opinione popolare, il 45% dei narratori di esperienze personali e il 42% dei testimoni di eventi; mentre sono soltanto il 21% sia fra gli esperti/opinionisti sia fra i portavoce di associazioni, enti, istituzioni, partiti.

    I professionisti che popolano più spesso i TG europei sono prevalentemente politici o imprenditori/dirigenti di sesso maschile: fra i 1113 politici registrati le donne sono solo il 19% e fra i 347 imprenditori/dirigenti/economisti il 13%.

    Le donne ottengono viceversa una rappresentanza elevata fra le numerose persone oggetto o fonte di notizia per via della loro posizione sociale (per esempio, sono il 49% degli 823 “abitanti di paese” registrati) oppure fra le persone di cui non viene citata né una professione né una posizione sociale (in tutto 523), perché irrilevante ai fini delle notizie, nel 52% dei casi di sesso femminile. Ciò può accadere quando le donne sono interpellate come fonti di opinione popolare, oppure quando sono newsmaker in quanto vittime: entrambi casi molto frequenti.

    Le donne che hanno fatto notizia come vittime nei TG monitorati nel 2013 sono 159, ben il 9% del campione (contro il 4% degli uomini): 17% (vs il 7% degli uomini) nei TG inglesi, 16% (vs il 7% degli uomini) in quelli italiani, 12% (vs il 3% degli uomini) nei TG francesi, 7% (vs il 4% degli uomini) in quelli tedeschi e 3% (vs l’1% degli uomini) nei notiziari spagnoli.

    Sul fronte del chi fa o dà le notizie, donne e uomini registrano condizioni prossime fra loro in quasi tutti i TG, tranne in quelli della tedesca Ard e delle inglesi BBC 1 e ITV1, che continuano a essere sotto questo profilo molto maschili.

    Nel 48% dei casi i TG sono condotti da donne. Anche le giornaliste corrispondenti e/o autrici di servizi sono numerose: mediamente il 51%, con discostamenti significativi fra paesi e, in taluni casi, fra emittenti pubbliche e private. Le notizie dei TG spagnoli sono a cura di giornaliste nel 61% dei casi, quelli italiani nel 54% dei casi, quelli francesi nel 47% dei casi, quelli tedeschi e inglesi rispettivamente nel 36% e 27% dei casi. Mentre nel caso di Spagna, Italia e Francia le giornaliste sono numerose sia nei TG pubblici che in quelli privati, per Germania e Inghilterra si registrano significative differenze fra la TV pubblica e quella privata: solo il 19% sono le giornaliste di Ard, contro il 49% di RTL; solo il 24% le giornaliste di BBC1 vs il 31% delle colleghe di ITV1.

    Nota metodologica

    I risultati della ricerca si basano sul III anno di monitoraggio dell’OERG, l’Osservatorio Europeo sulle Rappresentazioni di Genere, avviato il 17 gennaio 2011 dall’ di Pavia, sul modello del Global Media Monitoring Project.

    La ricerca ha considerato i dati relativi ai TG trasmessi in prima serata dalle due principali TV (la prima TV pubblica e la prima TV privata per rilevanza nel sistema media di ogni paese e per ascolti) di Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna: France 2 e TF 1, Ard e RTL, BBC 1 e ITV 1, Rai 1 e Canale 5, TVE e Telecinco.

    Per ogni testata giornalistica sono state analizzate 12 edizioni campione, una al mese, ruotando di volta in volta il giorno della settimana.

    La ricerca ha indagato: chi fa notizia nei TG (persone di cui si parla e/o intervistate), chi dà e fa le notizie nei TG (conduttrici e conduttori, giornalisti e giornaliste autrici di servizi e/o corrispondenti), come sono fatte le notizie dei TG, in una prospettiva di genere.

    L’OERG (OSSERVATORIO EUROPEO SULLE RAPPRESENTAZIONI DI GENERE)

    Il 17 gennaio 2011 l’Osservatorio di Pavia ha avviato l’Osservatorio Europeo sulle Rappresentazioni di Genere, femminile e maschile, in TV: un monitoraggio permanente sulla visibilità delle donne e degli uomini in 15 testate giornalistiche di Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Spagna.

    Nato sul modello del Global Media Monitoring Project, questo monitoraggio ha rilevato la quota di donne presenti nell’informazione dei telegiornali, come persone capaci di fare notizia e come giornaliste, nonché il loro ruolo e le loro caratteristiche socio-demografiche.

    Dentro le notizie, ha individuato stereotipi, ma anche la capacità di sfidarli, così come notizie gender oriented, capaci di portare nell’informazione quotidiana questioni e prospettive di genere.

    La dimensione del campione ha consentito di confrontare il gender setting dei notiziari italiani con quello dei principali telegiornali europei, pubblici e privati, in una prospettiva più ampia e anche più efficace, dal punto di vista euristico, rispetto alle ricerche e ai monitoraggi realizzati finora in Italia.

    Il modello del GMMP: il Global Media Monitoring Project è il più vasto studio a livello internazionale sulla rappresentazione di genere nell’informazione di tutto il mondo e anche un’iniziativa volta a promuovere un cambiamento nella rappresentazione mediatica dell’universo femminile. Nato nel 1995, in occasione della IV Conferenza Mondiale sulle Donne a Pechino, il progetto si collega direttamente agli obiettivi J1 e J2 della Piattaforma di Azione approvata in quell’occasione dall’ONU: aumentare la partecipazione e l’accesso delle donne all’espressione e al decision-making nei e attraverso i media e le nuove tecnologie della comunicazione; promuovere una rappresentazione bilanciata e non stereotipata delle donne nei media. Il progetto è stato promosso, sin dalla sua nasciata, dalla World Association for Christian Communication (WACC), in collaborazione con Media Monitoring Africa, da quest’anno con il sostegno e il patrocinio di UNIFEM. In Italia, hanno coordinato il GMMP nazionale 2010 Monia Azzalini (Osservatorio di Pavia) e Claudia Padovani (Università di Padova). Info: www.whomakesthenews.org.

    Obiettivi: rilevazione e analisi delle rappresentazioni di genere, femminile e maschile, nei notiziari delle principali TV pubbliche e private di 5 paesi europei (Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna), con particolare attenzione a tre aspetti:

    1. chi fa notizia (le persone di cui si parla o che vengono intervistate);
    2. chi dà e chi fa le notizie (giornaliste e giornalisti “visibili” da una prospettiva di analisi dell’offerta televisiva, loro ruoli e caratteristiche);
    3. come si caratterizzano le notizie rispetto a
    3.1 la copertura di politiche e/o normative di genere,
    3.2 la messa in evidenza di questioni di uguaglianza/disuguaglianza di genere,
    3.3 la focalizzazione su soggetti o questioni femminili,
    3.4 gli stereotipi di genere.

    Campione di analisi: TG trasmessi in prima serata da Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, Rete 4, Canale 5, Italia 1, La7 (per l’Italia), TF1 e France 2 (per la Francia), Ard e RTL (per la Germania), BBC 1 e ITV (per l’Inghilterra), TVE e Telecinco (per la Spagna). Per il confronto europeo sono stati esclusi i TG di Rai Due, Rai Tre, Rete 4, Italia 1, La7.

    Ogni mese è stata scelta una giornata campione, per un totale di 12 giornate all’anno.

    Metodologia: analisi quantitativa e qualitativa, secondo la griglia di analisi del GMMP, con l’approfondimento di eventuali notizie e/o servizi ritenuti utili casi di studio.

    Sede: l’Osservatorio Europeo sulle Rappresentazioni di Genere è attivato presso la C.A.R.E.S. scrl – Osservatorio di Pavia Media Research, Via Roma, 10 – 27100 Pavia, Italia. www.osservatorio.it

    Responsabile: Monia Azzalini (mazzalini@osservatorio.it).

    media e TV Monia Azzalini oerg
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    2 commenti

    1. Carmela Emilia-Romagna on 19/05/2014 15:35

      Ciao from Rimini! 🙂

      Reply
    2. Poppy Seeds on 15/03/2025 17:19

      Fresh poppy pods are the seed pods that are harvested from the poppy flower. Poppies are known for their beautiful flowers, but it’s their seed pods that are of the most value. These pods contain the seeds for the next crop and, when dried, they are frequently used in floral arrangements and other decorative crafts. By using fresh poppy pods, you can take your art to the next level as it gives a natural and pleasant look to your creations.

      Reply
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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
https://www.dols.it/2025/04/30/il-valore-del-rispetto-in-un-mondo-che-ha-dimenticato-lumanita/
    Si approssima maggio Si approssima maggio
    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

https://www.dols.it/2025/04/26/chiamatemi-francesco-il-papa-della-gente/
    Oratorio Filippo Neri a Torino Oratorio Filippo  Neri  a Torino
    Da Picasso a Wothol aTorino https://abbonamentomu Da Picasso  a Wothol aTorino https://abbonamentomusei.it/mostra/forma-e-colore/
    Cherasco Cherasco
    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

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