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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Le donne e la società italiana
    Costume e società

    Le donne e la società italiana

    Rita CugolaBy Rita Cugola30/04/2014Updated:11/07/2014Nessun commento4 Mins Read
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    donne-società-italiana
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    Le donne nella società italiana potrebbero aiutare  la crescita del paese

    ITALIANI, BRAVA GENTE (MA LA DIGNITA’ DOV’E’)?

    La credulità degli italiani è talvolta disarmante. Talmente disarmante da togliere letteralmente anche la voglia di replicare ai torti subiti con una buona dose di indignazione.
    Possibile che bastino due paroline ben studiate e pronunciate ad hoc dalle alte sfere governative per convincere le masse che ogni problema sta per essere davvero superato?
    Possibile che spigliatezza, parlantina sciolta, apparente disponibilità pubblica vengano considerate caratteristiche inequivocabili di affidabilità per chiunque?
    A maggio circa dieci milioni di lavoratori dipendenti italiani con reddito compreso tra gli 8000 e i 25.000 euro se ne troveranno in busta paga un’ottantina in più e questo dovrebbe tranquillizzare tutti sulla buona fede e la credibilità dell’attuale esecutivo (peraltro il terzo non eletto dal popolo bensì originato, guarda caso, dal soffio vitale del Verbo proveniente dal Colle).
    Peccato, tuttavia, che tra un balzello e l’altro, magari racchiuso in qualche innocua bolletta e quindi invisibile ai molti, questi spiccioli siano destinati a ritornare al mittente. Ma la gente non capisce o preferisce ignorare la realtà.
    Dalle coste africane, poi, una marea di persone stimata in 800.000 unità sta aspettando di potersi imbarcare alla volta delle nostre coste. L’operazione Mare Nostrum si sta rivelando per quello che è: un incessante recupero di immigrati clandestini e non – come dichiarato inizialmente – un’operazione di difesa dei nostri confini. Le previsioni parlano di 50.000 profughi da accogliere nel nostro territorio in tempi brevi, con una spesa pro-capite di 1200 euro. Perchè però davanti alla popolazione italiana l’accento viene quasi esclusivamente posto sul lato umano dell’impresa e non invece sull’aspetto globale di quella che a tutti gli effetti si preannuncia come una vera invasione a discapito locale?
    Non dimentichiamo inoltre che spesso gli immigrati approdati sul suolo italico necessiteranno di cure e assistenza medica. Con il settore sanitario già in forte crisi come si potranno aggiungere altri costi specifici? Tagliando ulteriormente i servizi erogati o aumentando i tickets su ricette e prestazioni?
    Senza contrare il problema lavorativo. I tassi di disoccupazione registrati in Italia (tra i giovani la percentuale degli inattivi supera il 40%) non consentono certo di garantire un impiego a chi tra gli immigrati deciderà di restare in Italia. E a meno che non subentri la criminalità organizzata a colmare la lacuna, non è ben chiaro come il governo intenda affrontare la questione.
    Eppure gli italiani continuano a ignorare, o fingere di ignorare, la gravità della situazione in cui versa la nazione.
    Applaudono calorosamente ai comizi populisti di Beppe Grillo pur continuando a strizzar l’occhio alle promesse demagogiche del premier Matteo Renzi.
    Seguono attentamente (e forse con partecipazione) le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi e intanto sorbiscono avidamente ogni diktat celato nelle supposte gocce di pseudosaggezza distillate dal Quirinale.
    Il popolo nostrano appare insomma rassegnato, stranito, inebetito dai fiumi di parole da cui viene quotidianamente travolto.
    Sembra che davvero non sappia più recuperare un minimo di interesse verso ciò che accade nel contesto stesso in cui vive.

    Succube di un’atavica e radicata inclinazione alla passività, non riesce ad immaginare un ruolo da attore di primo piano. Attenzione: non una sorta di protagonismo fallace e distorto in perfetto stile grillino, ovvio (quello semmai è preludio all’anarchia); ma al contrario, un’assunzione collettiva di piena ed effettiva responsabilità civile e politica, qualcosa di molto simile a un “risveglio” intellettivo che respinga il torpore di questi ultimi anni e renda tutti in grado di delineare e decidere il futuro del paese.
    In tale processo la determinazione femminile (se ancora c’è) potrebbe essere molto importante e di forte impatto sociale. Difficile, se non impossibile, concepire una vera rivoluzione intellettuale senza la partecipazione attiva delle donne.
    Ma, va ribadito, occorre scuotersi l’apatia di dosso: adesso è il momento di reagire positivamente e le prossime elezioni europee potrebbero rappresentare in tal senso un ottimo trampolino di lancio. O comunque un significativo punto di partenza.

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    Rita Cugola
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    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

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