In libreria dal 15 settembre 2025
«Alla fine, ciò che rimane è inciso nel mio corpo. È lui a non dimenticare»
Un romanzo necessario sull’identità femminile, il desiderio, la memoria e la parola come gesto di resistenza.
Dopo Pampaluna, premiato nel 2024 con il Premio di scrittura femminile “Il Paese delle Donne”, Sara Durantini
torna con un libro intimo, potente e politicamente urgente.
Questo mio corpo è il racconto lucido e carnale sul desiderio, sul trauma e sull’approdo all’identità
femminile, è il tentativo di ricostruire sé stesse a partire da ciò che è rimasto inciso sul corpo: le ferite, il silenzio,
l’ambivalenza dei desideri, la confusione tra amore e potere.

Nell’autunno del 2004, una studentessa appena ventenne cerca nella scrittura un modo per leggere e riscrivere ciò che ha vissuto. In un tempo di passaggio – tra Parma, Milano e la campagna padana – il corpo diventa per lei
terreno di smarrimento e insieme di scoperta. È in questo spazio fragile che la protagonista impara a nominare ciò che fino ad allora era rimasto indicibile: le esperienze che segnano il corpo, l’abuso emotivo mascherato da amore, il peso di un consenso mai veramente consapevole.
Questo mio corpo è il racconto di una sopravvivenza che passa attraverso la scrittura. Il corpo, che trattiene ciò che la mente cerca di dimenticare, si trasforma in linguaggio.
Tra narrazione, frammenti di diario e memoria sensibile, la protagonista ricompone sé stessa attraverso le parole, facendo della letteratura, del cinema e della musica strumenti di riconoscimento. Sullo sfondo, un’archeologia femminile fatta di genealogie: donne, madri, amiche e figure simboliche che incarnano assenze, modelli e desideri da attraversare per potersi liberare. In questo percorso personale e collettivo,
Durantini affida un ruolo centrale al potere della parola, raccogliendo l’eredità di scrittrici come
Annie Ernaux, Marguerite Yourcenar, Marguerite Duras.
E proprio in questa direzione si inserisce la presenza significativa della Fondazione Fo Rame, che ha
concesso l’autorizzazione all’inserimento di due estratti tratti da monologhi di Franca Rame e Dario
Fo. Una scelta che, per l’autrice, ha un profondo senso letterario e sociale: le parole di Rame aprono
uno spazio di connessione tra il corpo narrato nel romanzo e il corpo scenico, pubblico, collettivo che
Rame ha restituito alle donne con la sua voce.
Questo mio corpo raccoglie quella voce e la rinnova,
dimostrando quanto ancora oggi sia necessario dire, raccontare, denunciare.
Un romanzo che si muove tra memoria e desiderio, tra resistenza e rinascita. Una lettura potente, che
lascia il segno.
L’autrice
Sara Durantini (San Martino Dall’Argine, 1984) è scrittrice e autrice della prima biografia italiana dedicata alla
Premio Nobel per la Letteratura Annie Ernaux (Annie Ernaux. Ritratto di una vita, deiMerangoli editrice,
2022). Ha esordito nel 2007 e l’anno precedente ha vinto il Premio Tondelli con il lungo racconto L’odore del
fieno. Di recente ha pubblicato L’evento della scrittura. Sull’autobiografia in Colette, Marguerite Duras,
Annie Ernaux (13lab editore, 2021), Ritorno in Pianura (Ticinum editore, 2024). Per Dalia ha curato il
romanzo corale La terra inesplorata delle donne nel 2023, ha pubblicato Pampaluna nel 2024, libro che ha
ricevuto il Premio di scrittura femminile Il Paese delle Donne nello stesso anno. Un breve saggio dedicato alla
trasposizione teatrale italiana di Memoria di ragazza di Annie Ernaux è contenuto nel volume curato da
Michèle Bacholle e Jacqueline Dougherty edito da Brill Academic Publishers. Negli anni, racconti e articoli
sono apparsi in antologie e riviste letterarie. Attualmente collabora con la rivista femminista Pro.Vocazione e
con la rivista francese Collateral revue
Sara Durantini
QUESTO MIO CORPO
Collana Metamorfosi – Dalia Edizioni
pp. 136 | € 14,00 | ISBN 978-88-99207-76-2