Il Maestro e Margherita romanzo dello scrittore sovietico Michail Bulgakov, considerato tra i capolavori assoluti della letteratura mondiale, è diretto da Michael Lockshin, regista americano cresciuto in Unione Sovietica.
L’interprete principale è Mosca degli anni ’30, bella, imponente, magistrale!
Nel corso dei decenni registi come Roman Polansky, Federico Fellini, Terry Gilliam e Baz Luhrmann avevano tutti, in varie riprese e in diversi momenti storici, tentato di trasporre il romanzo cinema, non riuscendoci per i più svariati motivi e consolidandone la nomea di “romanzo maledetto”.
Del resto, anche la pubblicazione stessa de Il Maestro e Margherita è stata a dir poco travagliata.

Lo scrittore lo compose tra il 1928 e il 1940, bruciandone però alcune versioni per timore della censura, ma la prima pubblicazione avvenne postuma su rivista tra il 1966 e il 1967, in una forma tagliata e censurata; solo dalla fine degli anni Sessanta iniziò a circolare in Europa la versione completa.
Il Maestro,(Evgeniy Tsyganov), un talentuoso scrittore, sta vivendo un periodo di grande difficoltà.
La sua opera più importante, un romanzo che racconta la storia di Ponzio Pilato (Claes Bang), viene respinta e censurata per via della sua critica velata al regime.
Accusata di rappresentare Cristo con troppa umanità, viene censurata e stroncata dalla critica ufficiale.
Il Maestro, viene espulso dall’Unione degli Scrittori Sovietici e si ritrova senza alcun supporto.

La sua vita professionale è distrutta,
In pochi giorni, la sua reputazione è finita, il suo lavoro bandito e la sua voce non c’è più.
Quando il Maestro si trova sull’orlo della disperazione, entra in gioco Margherita (Yulia Snigir), una donna bellissima e sposata, la sua amante, che diventa il suo unico supporto emotivo con cui nasce un amore travolgente e proibito,.
Il Maestro inizia a scrivere un nuovo romanzo che Margherita andrà leggere tutte le mattine a casa sua, capitolo dopo capitolo fino alla fine che non avrà fine.
Così si dedica a un nuovo romanzo che racconta l’arrivo del diavolo a Mosca. Una città visitata da Woland (August Diehl), il diavolo, un enigmatico e diabolico straniero, che scatena una vendetta surreale contro l’ipocrisia, la corruzione e l’opportunismo della società sovietica, colpendo chi ha umiliato e tradito lo scrittore.
Il caos prende il sopravvento e la verità si confonde con la finzione letteraria. E mentre tutto sembra destinato a perdersi, è Margherita a mantenere viva la fiamma della speranza, spronando il Maestro a scrivere comunque, e a credere che l’amore e la libertà possano ancora esistere.

Nonostante il suo aspetto fragile, Margherita è una donna capace di compiere gesti estremi, alimentata da un desiderio di liberazione e di amore, ma anche da una sete di potere che risveglia la sua natura più misteriosa. Esasperata dalle idee del regime, progetta di fuggire insieme al Maestro ma all’improvviso tutto cambia.
Il Maestro viene tradito da Alojzij Mogaryč, un amico che lo denuncia alla polizia. Il motivo del tradimento è la critica sociale e politica del romanzo, che non può essere tollerata dal regime.
Il giorno prima della sua fuga, il Maestro, essendo ormai distrutto psicologicamente e messo alle strette, prende la decisione di bruciare il manoscritto del suo romanzo, un atto di disperazione che segna il culmine della sua lotta contro il regime e la censura. Nonostante la distruzione del lavoro, il Maestro viene arrestato e la sua vita prende una piega sempre più tragica.

Il Maestro viene infine trasferito in una clinica psichiatrica, dove viene sottoposto a varie terapie d’urto come l’elettroshock. Nonostante le sofferenze fisiche e psicologiche, l’internamento nella clinica non interrompe la sua creatività.
In questo ambiente angusto e oppressivo, il Maestro inizia a scrivere di nuovo, supportato dall’aiuto di una infermiera che gli fornisce fogli e matite per continuare. Il Maestro ricomincia il suo romanzo, completandolo in segreto.
Una volta finito, il Maestro consegna il manoscritto all’infermiera, chiedendole di darlo a Margherita quando sarebbe arrivata a cercarlo, e pone fine alla sua vita.
La morte del Maestro si intreccia con quella di Margherita, la quale, disperata per la sua scomparsa la porterà a fare un patto con Woland, il diavolo che le promette di ritrovare il Maestro in cambio della sua anima.
Anche la versione filmica di Lockshin non ha avuto vita facile.

Il film e soprattutto il suo regista sono stati attaccati da una dura campagna denigratoria, che considerano Lockshin come il megafono di una propaganda anti-russa che ha nascosto nella sua trasposizione elementi di critica alle posizioni politiche attuali.
Il film è stato accolto positivamente dalla critica russa, tanto che il critico Anton Dolin lo ha definito il primo adattamento ben riuscito del romanzo, nonché il miglior film commerciale realizzato nella storia della Russia moderna.
Il film ha incassato 28 milioni di dollari, e dalla sua uscita in sala, le vendite del libro sono aumentate di dodici volte.
Si ripete dunque il destino di Bulgakov.

Adriana Moltedo
Esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Ceramista, Giornalista, Curatrice editoriale, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità. Scout.