Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Donne di pace e di guerra
    • Non siamo sole
    • La solitudine dei non amati
    • Monia Romanelli artista, pittrice, stilista, curatrice di mostre e poetessa
    • LADRI E LADRUNCOLI
    • L’amico fedele
    • Almost Real: quasi vero a Torino
    • Re Lear è morto a Mosca
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Donne di pace e di guerra

      By Marta Ajò09/06/20250
      Recent

      Donne di pace e di guerra

      09/06/2025

      Non siamo sole

      09/06/2025

      La solitudine dei non amati

      06/06/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»Donne e musica»Zeno, Guido, Ada e l’amore
    Donne e musica

    Zeno, Guido, Ada e l’amore

    DolsBy Dols26/04/2019Nessun commento12 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    manoscritto Ciaccona
    manoscritto Ciaccona
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    Zeno, Guido, Ada e l’amore: l’ascolto della Ciaccona di Bach come detonatore di desideri, inquietudini e nevrosi proprie dell’uomo novecentesco.

    di Francesca Bonaita

    Fui assaltato da quella musica che mi prese. Mi pave dicesse la mia malattia e i miei dolori con indulgenza e mitigandoli con sorrisi e carezze.

    Italo Svevo, La coscienza di Zeno, 1923

    A un dato momento Guido domandò il violino. Faceva a meno per quella sera dell’accompagnamento del piano, eseguendo la Chaconne. Ada gli porse il violino con un sorriso di ringraziamento. Egli non la guardò, ma guardò il violino come se avesse voluto segregarsi seco e con l’ispirazione. Poi si mise in mezzo al salotto volgendo la schiena a buona parte della piccola società, toccò lievemente le corde con l’arco per accordare e fece anche qualche arpeggio. […]. Egli volgeva le spalle anche ad Ada. Io la guardai ansiosamente per vedere se essa ne soffrisse. Non pareva! Aveva poggiato il gomito su un tavolino e il mento sulla mano raccogliendosi per ascoltare.

    photo La coscienza di Zeno di Tullio KezichPoi, contro di me si mise il grande Bach in persona. Giammai, né prima né poi, arrivai a sentire a quel modo la bellezza di quella musica nata su quelle quattro corde come un angelo di Michelangelo in un blocco di marmo. Solo il mio stato d’animo era nuovo per me e fu esso che m’indusse a guardare estatico in su, come a cosa novissima. Eppure io lottavo per tenere quella musica lontana da me. Mai cessai di pensare: “Bada! Il violino è una sirena e si può far piangere con esso anche senz’avere il cuore di un eroe!”. Fui assaltato da quella musica che mi prese. Mi parve dicesse la mia malattia e i miei dolori con indulgenza e mitigandoli con sorrisi e carezze. Ma era Guido che parlava! Ed io cercavo di sottrarmi alla musica dicendomi: “Per saper fare ciò, basta disporre di un organismo ritmico, una mano sicura e una capacità d’imitazione; tutte cose che io non ho, ciò che non è un’inferiorità, ma una sventura”. Io protestavo, ma Bach procedeva sicuro come il destino. Cantava in alto con passione e scendeva a cercare il basso ostinato che sorprendeva per quanto l’orecchio e il cuore l’avessero anticipato: proprio al suo posto! Un attimo più tardi e il canto sarebbe dileguato e non avrebbe potuto essere raggiunto dalla risonanza; un attimo prima e si sarebbe sovrapposto al canto, strozzandolo. Per Guido ciò non avveniva: non gli tremava il braccio neppure affrontando Bach  […] non si poteva negarlo – la musica era divenuta vita, luce ed aria.

     

    Così “confessa” Zeno Cosini, protagonista del romanzo La coscienza di Zeno di Italo Svevo, pubblicato a Trieste nel 1923.

    L’episodio dell’ascolto della musica, narrato nell’ambito del capitolo inerente alla storia del matrimonio, diviene il momento nodale nella trama del racconto e motore propulsore a tutte le reazioni successive del protagonista. Zeno assume i tratti  dell’uomo contemporaneo e cosmopolita, in preda a una molteplicità di sentimenti, persino contradditori e ambivalenti, tra intenzioni coscienti, desideri inconsci e pura casualità degli avvenimenti. L’utilizzo del discorso indiretto libero, alternato al discorso diretto, permette a Svevo di assumere il punto di vista del personaggio, esplicitandone i complessi processi psichici. Il continuo passaggio dal tempo passato della rievocazione dei fatti, al tempo presente delle riflessioni, crea un “tempo misto”, o tempo della memoria, che mescola piani di lettura e diviene l’espressione di una profonda interiorità conflittuale. Nonostante Zeno desideri opporsi con tutte le sue forze al potere della musica e del violino, foriero dell’incanto ammaliatore e ingannevole che è proprio della sirena, la musica gli “parla” nell’intimo e lo induce ad avvertire quei suoni come cosa novissima, attraverso l’esperienza dell’ascolto. Se Zeno è ben armato a combattere contro il rivale in amore Guido, egli si sente tuttavia del tutto inerme quando è posto dinnanzi alla Ciaccona di Bach, l’ultimo movimento della Seconda Partita per violino solo in Re minore, composta da Johann Sebastian Bach. Considerato uno dei capolavori assoluti della tradizione colta occidentale, la Ciaccona emerge complessa, a partire dalle sole quattro corde dello strumento, come una statua fuoriesce compiutamente da un blocco unico di marmo scolpito da un artista. I dolori, la malattia e le frustrazioni personali riaffiorano nella mente di Zeno quasi mitigati, grazie al potere consolatorio della musica. Emergono prepotentemente le contraddizioni interne, la rivalità nei confronti di Guido Speier, brillante e disinvolto violinista, antagonista nell’amore per Ada, la più bella e seducente tra le quattro figlie di Giovanni Malfenti, un abile uomo d’affari conosciuto alla Borsa di Trieste, il quale introduce Zeno come frequentatore abituale nella sua ricca casa. A ciò si assomma la frustrante consapevolezza che la paziente dedizione di Zeno nello studio del violino, giungendo a risultati certamente insoddisfacenti, è poca cosa di fronte al talento e alla sensibilità musicale naturale del suo competitore.

    Violino di Svevo, Trieste Museo Sveviano
    Violino di Svevo, Trieste Museo Sveviano

    “ Io conoscevo la Chaconne nota per nota. C’era stata un’epoca in cui avevo creduto che, per progredire, avrei dovuto affrontare di simili imprese e per lunghi mesi passai il tempo a compitare battuta per battuta alcune composizioni di Bach”.

    Guido suona il violino in una sorta di momentaneo distacco e di sospensione dall’ambiente esterno, incarnando l’immagine del virtuoso romantico, isolato o escluso dal mondo, nella compenetrazione dei segreti più oscuri della musica. Egli volge le spalle persino ad Ada e la reazione della fanciulla concentrata nell’ascolto, induce Zeno, che ne scruta ogni minima reazione e postura fisica, a illudersi che la ragazza non sia particolarmente turbata e forse neppure coinvolta sentimentalmente. Ma la profondità della musica va di pari passo con la profondità e l’inquietudine dei sentimenti amorosi. Guido appare, fin dai primi accordi al violino, un vero artista e non un semplice esecutore, capace di porre in risonanza le corde dell’animo umano e realizzare una creazione che smuove ed emoziona. Il grande violinista austriaco Fritz Kreisler, negli stessi anni a Vienna, sosteneva che il vero violinista non era quello che stupisce il pubblico per la sua capacità di funambolico giocoliere o quello in grado di impressionare e suscitare ammirazione, ma solo colui che commuove. La musica di Guido è innegabilmente “vita, luce ed aria” e neppure Zeno può sottrarsi alla magia che incanta e sospende nel vuoto, proiettandolo in un vortice emotivo di reazioni a catena “obbligate”. Spinto da mal celata invidia, tanto da giustificare le proprie scelte con motivi apparentemente futili che sono lo specchio della propria nevrosi, Zeno si sente scosso dalla musica che funge da detonatore e rinforza l’innesco di reazioni succesive.

    Del resto come avrei potuto io andare a casa senz’aver parlato? Che cosa avrei poi fatto quelle lunga notte? Mi vedevo ribaltarmi da destra a sinistra nel mio letto […].

    Ada respinge la proposta di matrimonio di Zeno che in seguito rivolge l’offerta alle altre sorelle; dapprima ad Alberta e infine ad Augusta, tacitamente innamorata di lui. Egli è profondamente attratto dalla bellezza e dalla sensualità di Ada ma prevale, ossessionato dal non saper più restare solo, il gesto di ripiego verso la terza sorella che si presenta come una donna protettiva e rassicurante e che manterrà fede ai propositi di dedizione muliebre per tutta la vita coniugale, nonostante tutto.

    Ma perché Svevo sceglie proprio la Ciaccona come esempio paradigmatico della capacità della musica di divenire motore propulsore e deflagrante delle azioni umane?

    La Ciaccona è inclusa nel corpus di musiche strumentali scritte da Bach a partire dal 1716, periodo in cui il compositore tedesco divenne direttore d’orchestra da camera presso la corte del principe Leopoldo di Anhalt Köthen. Nel 1720, rientrato da un viaggio a Karlsbad in compagnia del principe, Bach ricevette la notizia dell’improvvisa morte di Barbara, sua prima moglie, e iniziò di getto a scrivere l’ultimo tempo della seconda Partita, in forma di Ciaccona, una danza di origine spagnola o latino-americana, diffusasi in Europa tra Seicento e Settecento. Se in origine tale tipologia compositiva era nata con carattere vivace, in seguito si cristallizzò entro una forma a carattere austero e in tempo moderato, generalmente ternario, con una melodia disposta su un basso ostinato. L’intero brano bachiano è tripartito e si sviluppa a partire da un’unica cellula generatrice del tema iniziale del basso ostinato, su un tetracordo discendente, dalle note di Re a La, disposto su quattro battute. Il tema è rielaborato nel senso di una monumentale sequenza di variazioni ritmiche, melodiche, armoniche, ad esempio con l’inversione del tema per moto ascendente e mediante complessi procedimenti di variazioni, scale semplici o a corde doppie, arpeggi, senza soluzione di continuo. A partire da una prima parte composta nella tonalità di Re minore, la tensione drammatica conosce momenti di intensità in accentuazione, fino a una temporanea distensione sonora nella parte centrale – battute 133-208 – composta nella tonalità di Re maggiore. La parte conclusiva, nuovamente nella tonalità di Re minore, porta alla riproposizione del tema iniziale che si conclude con una solennità incredibilmente magniloquente. Bach creò un compendio delle difficoltà tecniche violinistiche, all’interno di un sistema armonico polifonico contrappuntistico molto complesso, per simmetrie e fitte corrispondenze geometriche tra le differenti sequenze. Il fatto che l’autore avesse accostato la polifonia al violino, introducendo accordi, bicordi, passi virtuosistici di stampo organistico e altri artifici, indusse i suoi contemporanei a etichettare come improponibili per difficoltà tutte le Sonate e Partite per violino solo, eseguite all’epoca con un violino dal ponticello piatto e con un arco molto convesso. Con l’avvento della moderna liuteria e delle moderne scuole violinistiche, le Sonate e le Partite divennero pietre miliari del repertorio virtuoso, rilanciate al grande pubblico in particolare grazie a Joseph Joachim. La profonda suggestione legata alla composizione ha  portato a trascrizioni e riadattamenti di ogni Coscienza-Saba-e1473145480469tipo, per svariati strumenti o per orchestra. Le due trascrizioni per pianoforte più famose sono quelle di Johannes Brahms del 1877, per la sola mano sinistra, e quella di Ferruccio Busoni, composta nel 1897, compresa nel terzo volume della “Bach-Busoni Ausgabe”.

    La musicologa Helga Thoene ha rintracciato i temi musicali di corali bachiani “nascosti” – come Christ lag i Todes banden e Jesu meine Freude – inseriti nelle variazioni, quasi che il compositore desiderasse instaurare una sorta di meditazione sui temi della nascita, della morte e della resurrezione. La riflessione iniziale sulla morte, nella tonalità minore, si stempera nella misericordia e nella soavità del potere consolatorio della musica che si risolve nella tonalità maggiore della seconda parte; in ultimo, la riproposizione della tonalità minore si dilata entro un’atmosfera differente rispetto a quella iniziale; la musica si rasserena, con la manifesta consapevolezza che l’idea del dolore e della morte possa essere illuminata grazie alla fede nella vita eterna e nella redenzione. Non è un caso che Svevo abbia deciso di mettere in scena proprio la Ciaccona di Bach come metafora dei differenti aspetti dell’esistenza umana. Nella Ciaccona c’è tutta una vita intera, in quindici minuti circa, con tutti i suoi colori e i suoi umori. Ogni variazione assume infatti un carattere diverso tanto da costituire un ricco serbatoio di momenti solenni, austeri, pacatamente sereni, persino gioiosi e scherzosi, mesti, drammatici oppure eroici e titanici. Svevo, violinista colto e camerista amatoriale in quartetto d’archi nella “musicalissima Trieste”, considerava il suo strumento, conservato presso il Museo Sveviano della sua città, un vero e proprio compagno di viaggio, in grado di  lenire frustrazioni o angosce, per quanto fosse anche motivo di insoddisfazioni profonde nelle ore difficili dello studio, addebitandogli persino la causa del troppo fumo. Egli descrive in poche accattivanti righe un fenomeno che la musicologia ha definito come “polifonia immanente”. L’ascolto della sequenza dei suoni della Ciaccona, in particolare dei primi accordi maestosi del tema, provoca in ogni ascoltatore, anche avulso da ogni forma di istruzione e pratica musicale, una percezione sensoriale auditiva di “aspettativa” sonora, che viene esaudita dall’ascolto della realizzazione compiuta dei suoni immaginati e fissati in partitura. “Cantava in alto con passione e scendeva a cercare il basso ostinato che sorprendeva per quanto l’orecchio e il cuore l’avesse anticipato”. E’ come se l’orecchio umano si aspettasse, e in un certo senso anticipasse dentro di sé proprio quella risoluzione armonica effettivamente scritta. I moderni studi sulla neuropercezione acustica sensoriale s’indirizzano infatti verso la definizione di un substrato “musicale” immanente, comune all’essere umano in quanto tale, espressione di un equilibrio armonico e sonoro innato, indipendentemente dalle sovrastrutture sociali e culturali pregresse. Come è musicale l’uomo? si chiede John Blacking nel famoso saggio del 1973 in cui definisce la musica come suono umanamente organizzato e tratto peculiare e imprescindibile della specie umana. L’uomo è musicale a priori e avverte, nella sequenza dei suoni, tanto da anticiparli o prevederli percettivamente, la corrispondenza tra i suoni che si aspetta ancor prima che vengano suonati, se messi in relazione a suoni precedentemente uditi,  grazie a un equilibrio strutturale precostituito. E’ un equilibrio in cui riconoscersi e identificarsi, come se tutti possedessero il requisito fondamentale senza il quale nessuna tradizione musicale potrebbe esistere: la capacità di ascoltare e discernere strutture sonore.

    La struttura profonda della musica quindi, connessa ad aspetti affettivi e a processi cognitivi insiti nell’uomo, dà luogo a forme universalmente riconoscibili. Ciò crea un complesso e articolato sistema di reazioni regolative che attivano sinergicamente i centri della corteccia cerebrale, delle zone encefaliche profonde del paleoncefalo e del sistema limbico, deputati alle percezione del benessere e del piacere.

    La musica è vita, luce e aria. Smuove, emoziona, cura, consola e rende l’uomo felice nel profondo.

    bach ciaccona
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Avatar photo
    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

    Related Posts

    Elena Bresciani e le voci femminili

    10/12/2024

    Maggie S. Lorelli tra musica, scrittura e insegnamento

    04/09/2024

    Enza Pagliara e la musica tradizionale salentina

    27/06/2024
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    Post su Instagram 18090652831721010 Post su Instagram 18090652831721010
    Post su Instagram 18048668675601778 Post su Instagram 18048668675601778
    Post su Instagram 17876335017241317 Post su Instagram 17876335017241317
    Post su Instagram 18063607010115356 Post su Instagram 18063607010115356
    De bello a Gresart De bello a Gresart
    Post su Instagram 18117014455479037 Post su Instagram 18117014455479037
    Post su Instagram 18227739895291385 Post su Instagram 18227739895291385
    Recensione di Adriana Moltedo Recensione di Adriana Moltedo
    Recensione di Erica Arosio Recensione di Erica Arosio
    Post su Instagram 17959636775930644 Post su Instagram 17959636775930644
    Ho visitato di recente la bellissima mostra Un alt Ho visitato di recente la bellissima mostra Un altro sguardo Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa a Villa Panza, (Varese). aperta al pubblico dall’11 aprile al 12 ottobre 2025 che rappresenta l’inaugurazione di un ciclo espositivo dedicato al tema del collezionismo come espressione di un pensiero e strumento di indagine del presen

https://www.dols.it/2025/05/26/un-altro-sguardo-e-gemma-de-angelis-testa/
    Pianocity con Chiara Schmidt Pianocity con Chiara Schmidt
    YUKINORI YANAGI ICARUS 27.03 – 27.07.2025 mostr YUKINORI YANAGI
ICARUS

27.03 – 27.07.2025
mostra in corso – navate
    Post su Instagram 18278106160281511 Post su Instagram 18278106160281511
    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
    https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lin https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lingue-porta-dappertutto/

Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
    Post su Instagram 18032179283653753 Post su Instagram 18032179283653753
    https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/ Re https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/

Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK