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    Home»Pari opportunità»Femminismi»Perché ringraziarla – Marea
    Femminismi

    Perché ringraziarla – Marea

    monica lanfrancoBy monica lanfranco26/10/2018Updated:26/10/2018Nessun commento4 Mins Read
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    grazie-a-le-marea
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    Grazie a lei-ti racconto la mia femminista (questo il titolo del numero di Marea), nasce da un desiderio lontano e da una suggestione altrettanto remota.

    a cura di Monica Lanfranco

    marea-lanfranco2lanfranco-marea-ringraziarlaDal 2017 la rivista trimestrale Marea trasforma il suo quarto numero in una strenna. Niente di nuovo, direte voi, per Natale molte riviste fanno numeri speciali. E’ vero, ma ammetterete che una strenna femminista ha qualcosa di particolare. Lasciate che provi a spiegarmi.
    Grazie a lei-ti racconto la mia femminista (questo il titolo del numero), nasce da un desiderio lontano e da una suggestione altrettanto remota.
    Il desiderio lontano era quello di contribuire anche noi, come rivista femminista ormai ‘storica’, (visto che nasciamo nel 1994), all’impresa di molte realtà che oggi, grazie a strumenti impensabili all’epoca del nostro esordio, stanno lavorando in vario modo alla conservazione della memoria del femminismo.
    La rete pullula di archivi, enciclopedie, raccolte storiche e più recenti di video e di audio (una di queste é la nostra www.radiodelledonne.org , primo podcast femminista italiano) passando anche attraverso il considerevole numero di tesi di laurea e ricerche provenienti da dentro e da fuori gli atenei universitari: se, quindi, vogliamo avere informazioni sul movimento delle donne e sulle sue componenti non é davvero difficile, ormai, rintracciare le notizie che cerchiamo.

    Quindi l’interrogativo intorno al quale giravamo da tempo era: come possiamo in modo originale e il meno possibile ripetitivo contribuire a questa impresa di raccolta di memoria ritrasmettendola a modo nostro?
    Per anni, dopo la decisione di terminare il concorso letterario che dal 2001 al 2006 é stato il quarto numero della rivista, abbiamo provato altre strade per costruire un quarto prodotto editoriale, prodotto che fosse allo stesso tempo diverso dai tre canonici ma che avesse anche il nostre segno distintivo, quello di un trimestrale che prova ad anticipare, e contemporaneamente interpretare, ciò che si muove nel mondo delle donne.
    L’occasione é venuta quando Rossana Piredda, la nostra colonna in Sardegna, ha pensato al progetto che ha preso corpo in questo volume: perché non raccontare a chi legge la ‘nostra femminista’, la figura di riferimento, l’ispiratrice, la presenza che ci ha accompagnato per poco o molto tempo nella nostra esperienza di attiviste?
    Interessante sfida, e certo non facile, specialmente per un motivo di base: di fonti d’spirazione, di guide, di maestre non ce n’é mai una sola, perché le fasi della vita spesso vedono moltiplicarsi e cambiare come noi cambiamo, i modelli di riferimento.
    L’arduo compito al quale abbiamo sottoposto le ardimentose che hanno accettato di scrivere é stato principalmente quello di fare una scelta. Una e una sola figura, abbiamo chiesto. Raccontatela con parole vostre, provate a farla vedere attraverso le vostre parole, fatele prendere forma nella vostra restituzione con un ritratto che possa parlare di lei ma anche di voi, del come siete (anche) impastate di quello che lei vi ha trasmesso.
    Ecco: ora che lo metto nero su bianco capisco quanto deve essere stato difficile svolgere questo compito per le venti autrici che, nel 2017 e nel 2018, hanno accettato la sfida. Scegliere una (una sola) figura di donna femminista di riferimento é stata una richiesta quasi crudele, perché sono ben più di una le donne che ci hanno nutrite e ispirate, talvolta con ciò che hanno scritto, talvolta con le loro pratiche, e ci hanno rese donne autonome e autodeterminate, convinte tutte, anche nelle nostre grandi differenze di età, cultura e provenienza, che la nostra libertà é la misura della civiltà del mondo.
    Se siete curiose e curiosi di sapere chi ha scritto di chi basta che diate una occhiata al sito di Marea, http://www.mareaonline.it/?p=1819 e che poi ordiniate i due volumi. Scoprirete un piccolo pezzo di storia delle donne, raccontata da donne convinte che le parole e le pratiche di altre donne siano preziose.

    *www.monicalanfranco.it 
    www.altradimora.it  www.mareaonline.it www.radiodelledonne.org
    http://manutenzionilapiece.wordpress.com/
    http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/mlanfranco/
    http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/?cat=14791

    femminismo marea
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    monica lanfranco
    • Website

    Monica Lanfranco, nata il 19/3/1859 a Genova; laureata in filosofia è giornalista e formatrice sui temi della differenza di genere e sul conflitto. Ha fondato nel 1994 il trimestrale di cultura di genere MAREA. Ha collaborato con Radio Rai International, Carta, Liberazione, Arcoiris Tv, Linus. Ha un blog sul Fatto quotidiano. Ha insegnato Teoria e Tecnica dei nuovi media all’Università di Parma. Cura e conduce corsi di formazione per gruppi di donne strutturati (politici, sindacali, scolastici) sulla storia del movimento delle donne, sulla comunicazione di genere, e sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti. Il suo primo libro è stato nel 1990 Parole per giovani donne - 18 femministe parlano alle ragazze d'oggi (Solfanelli). Nel 2003 esce Donne disarmanti - storie e testimonianze su nonviolenza e femminismi(Intramoenia). Nel 2005 esce Senza Velo - donne nell’Islam contro l’integralismo (Intramoenia). Nel 2007 ha prodotto il film sulla vita e l’esperienza politica della senatrice Lidia Menapace dal titolo Ci dichiariamo nipoti politici. Nel 2009 è uscito Letteralmente femminista – perché è ancora necessario il movimento delle donne (Punto Rosso). Nel 2013 è uscito Uomini che odiano amano le donne- virilità, sesso, violenza: la parola ai maschi (Marea Edizioni) dal quale è stata tratta la piece teatrale, primo caso di teatro sociale per uomini Manutenzioni – Uomini a nudo https://manutenzionilapiece.wordpress.com Ha collaborato con Radio Rai International, Carta, Liberazione, Arcoiris Tv, Linus. Ha un blog sul Fatto quotidiano. Ha insegnato Teoria e Tecnica dei nuovi media all’Università di Parma. Cura e conduce corsi di formazione per gruppi di donne strutturati (politici, sindacali, scolastici) sulla storia del movimento delle donne, sulla comunicazione di genere, e sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti. Il suo primo libro è stato nel 1990 Parole per giovani donne - 18 femministe parlano alle ragazze d'oggi (Solfanelli). Nel 2003 esce Donne disarmanti - storie e testimonianze su nonviolenza e femminismi(Intramoenia). Nel 2005 esce Senza Velo - donne nell’Islam contro l’integralismo (Intramoenia). Nel 2007 ha prodotto il film sulla vita e l’esperienza politica della senatrice Lidia Menapace dal titolo Ci dichiariamo nipoti politici. Nel 2009 è uscito Letteralmente femminista – perché è ancora necessario il movimento delle donne (Punto Rosso). Nel 2013 è uscito Uomini che odiano amano le donne- virilità, sesso, violenza: la parola ai maschi (Marea Edizioni) dal quale è stata tratta la piece teatrale, primo caso di teatro sociale per uomini Manutenzioni – Uomini a nudo https://manutenzionilapiece.wordpress.com I suoi siti sono www.monicalanfranco.it ; www.altradimora.it ; www.mareaonline.it www.radiodelledonne.org https://manutenzionilapiece.wordpress.com

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    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

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