Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Musica con vista 2025
    • Donne di pace e di guerra
    • Non siamo sole
    • La solitudine dei non amati
    • Monia Romanelli artista, pittrice, stilista, curatrice di mostre e poetessa
    • LADRI E LADRUNCOLI
    • L’amico fedele
    • Almost Real: quasi vero a Torino
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Musica con vista 2025

      By Dols10/06/20250
      Recent

      Musica con vista 2025

      10/06/2025

      Donne di pace e di guerra

      09/06/2025

      Non siamo sole

      09/06/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»Film»ARTEDIPARTE. CALL ME ITALY
    Film

    ARTEDIPARTE. CALL ME ITALY

    loredana mettaBy loredana metta03/02/2018Nessun commento6 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    call-me-by-your-name
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    L’ultimo film di Guadagnino, Chiamami col tuo nome. In questo film, ancora una volta secondo i modelli greco-antichi, all’amore per la donna si associa una mera convenzione sociale, la banalità di un erotismo goffo e scontato, perché in fondo così fan tutti.

    Sulle note di Rara Requiem di Sylvano Bussotti, come ci chiede Caterina della Torre, direttora di questo accattivante angolo di giornalismo per passione che è Dol’s, ci accingiamo a scrivere dell’ultimo, plurinominato film di Guadagnino, Chiamami col tuo nome. Diremo alcuni motivi per cui ci è piaciuto e, dal punto di vista di chi qui tiene la rubrica artediparte, azzarderemo un sospetto, suggerendovi una domandina impertinente.
    Animo. Vi dico innanzitutto che lo abbiamo visto in un multisala di Crema, praticamente nel bel mezzo dei luoghi in cui questo bellissimo film è stato girato, fra spettatori che sussurravano i nomi dei paesi a loro familiari. E, capirete, è tutta un’altra faccenda.

    call-me-by-your-namePianura padana rubella e fascinosa: canali, rogge, fonti, fiumi, cascate, alberi e panorami di deliziosi colori pastello… questo film ne scopre il fascino nascosto, che avvolge allo stesso modo i luoghi consacrati e gli angoli più insospettati del nostro magnifico Paese, con una fotografia che ricostruisce il passato senza tempo che tuttora ci avvolge, la sognante delizia di un territorio meglio noto per altre ragioni. Ci vuole uno sguardo sfocato e lontano, quasi uno sguardo dalla luna, perché i luoghi a cui siamo abituati tornino a stupirci, ci ripetano chi siamo, cosa potremmo essere e con quale sguardo d’amore ci osservino coloro che non sanno, non sono, non sentono questo particolare stato vitale che è l’essere italiani. Il “dentro e il fuori” dello schermo che si rovesciano in un momento di sospensione, nella particolare situazione di fruizione del film in cui ci siamo trovate, ci aiutano a vedere i luoghi in cui recentemente abbiamo scelto di vivere in un’inattesa lontananza, sotto una luce di bellezza e armonia.
    Chiamatela Italia.
    Il film è ambientato in un’epoca lontana e vicina – gli anni Ottanta – per molti il regno dei colori flou, della disco music e del disimpegno; in una casa di campagna e fra personaggi così irreali e sognanti, così poco rispondenti all’immagine di quel particolare momento storico e in un ambiente sociale di altissima aristocrazia del pensiero e del gusto, fra persone elette, molto al di sopra sia della volgarità politica nazionale – che ci tortura da anni – sia dai costi sociali e ambientali pagati da un territorio che non ha abbandonato la propria vocazione agricola, immerso nel profumo di una terra morbida di acqua e nebbia, che pulsa negli scorci della locanda del gallo, fra chi gioca a carte e chi gira in bicicletta nei campi. Questa pianura padana vista da un’altissima prospettiva culturale, internazionale e anzitempo globalizzata, dal punto di vista di un’identità religiosa, quella ebraica, proiettata talmente in avanti e in alto da apparire fittizia: alta borghesia internazionale, nomadismo di lusso, passioni sopraffine, morbida e affettuosa intimità familiare, che si ambientano in questi luoghi come una raffinata pianta equatoriale in un orto botanico, estranea al sapore sulla lingua dei tortelli cremaschi e al suono del dialetto nelle orecchie, alla vita autentica delle persone che lì sono nate e cresciute. Come una Disneyland internazionale della bellezza antica e dell’elevazione del gusto, che l’Italia, sempre di più, è destinata a incarnare. Il Paese in cui con la cultura – finalmente si sono convinti tutti – si mangia eccome, l’Italia, è il futuro giardino di delizie del mondo. In questo senso, quindi, più che un film ambientato in un tempo che fu è una profezia dell’Italia futura. È un caso che questo film per divenire popolare da noi, prima debba passare per la nomination all’Oscar? Non è forse perché un’Italia così, puoi vederla solo dall’estero?

    Profetico, in un altro senso, potrebbe essere ancora oggi, nel nostro Paese, un film che racconta l’amore fra un adolescente e un giovane in forme poetiche e passionali. A qualcuno, soprattutto se giovane oggi, può far bene, considerati i pregiudizi e le discriminazioni che circondano ancora l’omosessualità, sentirsi rispecchiato in immagini di un amore delicato, passionale e romantico. A qualcuno può giovare che si racconti una fase dello sviluppo adolescenziale che in tanti possono aver vissuto, mentre ad altri può ancora procurare fastidio che l’amore fra due uomini sia raccontato sullo schermo in modo tanto sincero, sensibile e tenero. Scritto e girato con lo stesso ritmo dell’amore giovanile, il film si dilunga oltre ogni ragion d’essere sulle fasi di preparazione e di corteggiamento, sul momento dei “dubbiosi desiri” e immerge lo spettatore in un erotismo prorompente, febbricitante e ingenuo nella sua esaltazione, nello scatenamento di istinti e follia che ricorda la vita stessa, la sua forza, il suo continuo ardente anelito ad andare avanti. Una doccia di vita, questo film.

    Chiamami-Col-Tuo-Nome-450x300Nel colloquio finale fra padre e figlio c’è un bel momento di cinematografia: le parole del padre, che con emozione riecheggiano teneramente l’eros, da cui nella maturità ci distanziano nostalgia e saggezza, accompagnate dalle note orgasmiche del finale di Ma mere L’Oye di Ravel, incontrano l’abbandono silenzioso del figlio e rivelano come alcune emozioni e sensazioni siano destinate ad essere vissute, proiettate e comprese soltanto nei propri figli e discendenti. Nella generazione futura.

    Ora, attenzione, spoiler: l’annuncio del matrimonio del giovane uomo, protagonista della grande storia d’amore, conclude il film. Spezzando il cuore del giovane amato – chiamato con il suo nome a significare l’adesione profonda all’altro-non-altro che ci svela il nostro vero sé – Oliver sposerà una giovane donna, piegandosi in questo modo – così a noi sembra – a costumi e convenienze sociali. Per di più riceverà, irragionevolmente e inspiegabilmente, le felicitazioni della famiglia del giovane Elio, pur consapevole del sentimento passionale e totalizzante che per lui vive il ragazzo. Capite, questo film non si chiude semplicemente con il dolore per la separazione e il distacco dell’amato, ma con una scelta che sembra non d’amore, ma di comodo, fatta dal più maturo dei due.
    Ripercorriamo con la mente, nell’intero film, ciò che vi rappresenta la donna… riandiamo alla scena della proiezione di diapositive nello studio del padre di Elio, in cui si rievoca la cultura greca dell’amore, della bellezza e dell’eros e ci sorge un dubbio: in questo film, ancora una volta secondo i modelli greco-antichi, all’amore per la donna si associa una mera convenzione sociale, la banalità di un erotismo goffo e scontato, perché in fondo così fan tutti, come negli incontri poco coinvolgenti e prevedibili di Elio con le coetanee, mentre all’amore omosessuale si associa la vera bellezza e la passione, lo slancio, il battito del cuore, il vero romanticismo? Se così fosse, non sarebbe che la conferma di uno stantio pregiudizio. Niente di nuovo sotto il sole.
    A voi, lettrici e lettori, appassionati/e cinefili/e, la parola. Noi restiamo dubbiose, e andiamo a passeggiare fra campi di mais e rogge.

    Italy
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    loredana metta

    Loredana è una che da tutta la vita si ostina a definirsi musicista e lo è, o meglio, continua a desiderare di diventarlo con tutte le sue forze. Ama insegnare musica, nonostante i diplomi di Conservatorio e i numerosi corsi di specializzazione. Perché fare musica è trovare una via alla conoscenza di sé e il pianoforte è una palestra per la relazione con se stesse, con gli altri e le altre… Insegna Pratica e lettura pianistica al Conservatorio di Vicenza. La sua più grande emozione: vedere due mani inesperte toccare il pianoforte per la prima volta. Vive a Milano, con 9 piante, che hanno tutte un nome, e un certo numero di pupazzi, fra cui Fabio, il suo amato compagno. Adora il cinema, l’arte, la filosofia . É laureata a Bologna in discipline semiotiche.

    Related Posts

    La solitudine dei non amati

    06/06/2025

    L’amico fedele

    04/06/2025

    L’amore che non muore

    03/06/2025
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    Post su Instagram 18090652831721010 Post su Instagram 18090652831721010
    Post su Instagram 18048668675601778 Post su Instagram 18048668675601778
    Post su Instagram 17876335017241317 Post su Instagram 17876335017241317
    Post su Instagram 18063607010115356 Post su Instagram 18063607010115356
    De bello a Gresart De bello a Gresart
    Post su Instagram 18117014455479037 Post su Instagram 18117014455479037
    Post su Instagram 18227739895291385 Post su Instagram 18227739895291385
    Recensione di Adriana Moltedo Recensione di Adriana Moltedo
    Recensione di Erica Arosio Recensione di Erica Arosio
    Post su Instagram 17959636775930644 Post su Instagram 17959636775930644
    Ho visitato di recente la bellissima mostra Un alt Ho visitato di recente la bellissima mostra Un altro sguardo Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa a Villa Panza, (Varese). aperta al pubblico dall’11 aprile al 12 ottobre 2025 che rappresenta l’inaugurazione di un ciclo espositivo dedicato al tema del collezionismo come espressione di un pensiero e strumento di indagine del presen

https://www.dols.it/2025/05/26/un-altro-sguardo-e-gemma-de-angelis-testa/
    Pianocity con Chiara Schmidt Pianocity con Chiara Schmidt
    YUKINORI YANAGI ICARUS 27.03 – 27.07.2025 mostr YUKINORI YANAGI
ICARUS

27.03 – 27.07.2025
mostra in corso – navate
    Post su Instagram 18278106160281511 Post su Instagram 18278106160281511
    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
    https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lin https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lingue-porta-dappertutto/

Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
    Post su Instagram 18032179283653753 Post su Instagram 18032179283653753
    https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/ Re https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/

Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK