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    Home»Costume e società»Velo libero
    Costume e società

    Velo libero

    Antonella GramignaBy Antonella Gramigna27/04/2017Nessun commento5 Mins Read
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    fatima-velo
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    Fatima è una ragazza che vive al sud, esattamente in una comune calabrese. Ha 18 anni, si occupa di mediazione culturale per i giovani musulmani. E porta il velo.

    “Se mi chiedessi chi sono? Ti direi che sono Fatima.” Così inizia il nostro dialogo.
    Fatima è una ragazza che vive al sud, esattamente in una comune calabrese. Ha 18 anni, si occupa di mediazione culturale per i giovani musulmani della sua zona geografica, perchè Fatima è originaria del Marocco. Ama scrivere, raccontarsi e raccontare della sua storia, le chiedo se desidera parlare di sè, con me. Fatima mi ha cercata, perchè mi ha letta, ed ha capito che potevo avere la capacità di ascoltarla. Io insisto. E lei accetta, stupita e felice di questa attenzione verso di lei.
    – Se ti chiedessi: descrivimi te stessa in poche parole? –
    “Ti direi Fatima una 18 enne italo-marocchina, di Reggio Calabria, nata per essere libera e per conoscere tutte le difficoltà del mondo, e non solo delle difficoltà che le stanno attorno.” E continua, a ruota libera, scrivendomi pensieri profondi, intimi, che salgono dall’anima. Sembrano una poesia, da come sono espressi.
    ” Se mi chiedessi di dove sono? Ti risponderei dal paese dove non smette di splendere il sole.
    Se mi chiedessi cosa faccio nella vita? Ti risponderei la studentessa ma è da un’ anno che non mi siedo su un banco, perché ho intrapreso la strada di una giovane che vorrebbe investire la sua forza aiutando chi forza non ha più. Se mi chiedessi quanti anni ho?
    Non ti risponderei, so che non mi crederai, perché il mio fisico non rispecchia la mia età. ”

    IMG_5691– Se ti chiedessi perché porto il velo? “- le dico.
    ” Ti direi perché sono musulmana. E se dovessi aggiungere: per mia scelta!
    Mi attaccheresti, forse, dicendomi: ogni giorno sentiamo sui giornali ragazze musulmane di nome Fatima, sottomesse, che lottano per allontanarsi dall’oppressione dei genitori.
    Mi duole il cuore vedere il mio nome in tutte le testate, paragonato a sinonimo di oppressione.
    Ma siamo sicuri che io sono oppressa? Mi vengono dei dubbi! E vi domando cos’è per voi essere liberi? ”
    Già, cosa significa per noi essere liberi? E per te Fatima?

    ” Per me essere libera, è camminare per strada a testa alta e gridare a coloro che vorrebbero, invece, rinchiuderci in una gabbia.”
    – Fatima, perchè indossare il velo? E’ questa per te la libertà?-
    ” Il velo per noi è una questione religiosa. ma c’è libertà di scelta, si può decidere di metterlo o meno. Non c’è obbligo da parte di nessuno, non date retta a chi dice il contrario.”
    -Ci sono stati, proprio in questi giorni episodi che testimoniano il contrario, ne sei a conoscenza? –
    ” NO, mi spiace. Non ho saputo nulla di ciò. Comunque gli errori si fanno da tutte le parti, in ogni religione ed in ogni stato, giusto?”
    – Giusto-
    ” Per me portare il velo è una forma di rispetto verso il mio dio, Allah.”
    – Pensi di mancare di rispetto levandolo? –
    ” No, non penso di mancarglielo. Pendo si fare quel passo in più verso la fede, che sta nel cuore. ”
    – E’ questione di sentirsi più ” puri”?-
    ” No, perchè si può essere indegni e portare il velo, come al contrario. Per me esiste solo la libertà di fare ciò che si sente nel cuore ”
    – Sei nata qui? –
    ” Sono nata in Marocco, a due anni sono arrivata in Italia. Amo la vita e sono nata per essere libera e per conoscere tutte le difficoltà del mondo e ciò che ruota attorno ad esso. Spesso noi ragazze musulmane veniamo derise, ci dicono che siamo brutte, non proprio vestite nello stile italiano o europeo. E fa male sentirsi derise, perchè siamo ragazze come voi, belle e brutte, esattamente uguali a voi. Ma verso noi c’è atteggiamento diverso, più chiuso e indagativo. Noi facciamo una vita diversa, forse più intima e riservata, ma amiamo e soffriamo uguali a voi tutte”
    Fatima ha la sua pagina Fb, sotto il suo nome c’è la descrizione che ben incornicia ciò che lei è :
    ” Le vitamine sono i mie sogni, le medicine sono i miei sogni”
    Ha una sua foto in un posto recente, la ritrae di fronte al mare del sud, con indosso un giubbetto blu con scritto “Volontario”.
    E sotto la foto scrive : ” In attesa dei nostri fratelli. Non importa i colore della pelle, le loro origini. L’unica cosa importante è il loro sorriso e quegli occhi stupendi pieni di speranza e induci in noi ragazzi, che la nostra presenza , il nostro sorriso ed i nostri abbracci possano rallegrarli. Questo è il nostro compito, per contribuire con ciò che si può. ”
    Grazie Fatima, sei un grande esempio per tutti noi, e ci hai dato una bella lezione di vita e di amore
    ” Sai, sono nata dove tramonta il più bel sole e sono cresciuta qui, dove non smette mai di splendere”
    Non è forse questa la tanto decantata ” integrazione”?
    Un abbraccio dal cuore, Fatima.

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    Antonella Gramigna

    Antonella Gramigna, classe 1956, marchigiana di nascita ma toscana da sempre, abito a Pistoia. Laurea in Comunicazione, Master in Orientamento e Promozione della salute, Corso regione Toscana sulla Partecipazione. Mi occupo di informazione, comunicazione istituzionale e politica, ma soprattutto nel campo della salute e corretti stili di vita.Sono Cons. nazionale di Associazione di cultura e politica Litaliaintesta Membro di “ The Nanyuki Furaha Foundation” , Kenya .Coordinatrice gruppo regionale toscano “ Stili di vita” Stati generali delle Donne. Free lance su varie testate tra le quali : Psychomedia, Affaritaliani ( Rubrica Tuttasalute), QS ( quotidiano sanità), redattrice Gazzetta di Pistoia & Provincia, La Voce di New York

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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