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    Home»Costume e società»DAESH. AL-KHANSA: LA BRIGATA FEMMINILE CHE UCCIDE A MORSI
    Costume e società

    DAESH. AL-KHANSA: LA BRIGATA FEMMINILE CHE UCCIDE A MORSI

    Rita CugolaBy Rita Cugola22/02/2017Nessun commento3 Mins Read
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    al-khansa-brigade
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    A garantire il rispetto della normativa etica in vigore (ispirata sostanzialmente a un’interpretazione arbitraria e misogina del Corano), la famigerata brigata femminile al-Khansa, costantemente alla ricerca di potenziali vittime da seviziare  in nome della Sharìa. Con esiti spesso letali.

    L’onnipresenza della Hisbah (o polizia morale) è fonte di enorme apprensione per le suddite del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi, obiettivi designati delle rigide restrizioni sancite dai vertici a negazione del loro stesso diritto all’esistenza. A garantire il rispetto della normativa etica in vigore (ispirata sostanzialmente a un’interpretazione arbitraria e misogina del Corano), la famigerata brigata femminile al-Khansa, costantemente alla ricerca di potenziali vittime da seviziare  in nome della Sharìa. Con esiti spesso letali.
    Sadiche, ciniche, disumane: nel regno del terrore sorto dalle ceneri della speranza, dove la crudeltà del reale trascende la più bieca immaginazione, le tutrici dell’ordine collettivo non perdono occasione per accanirsi sulle sventurate concittadine.

    Una conferma in tal senso si evince dalle rivelazioni divulgate dal sito informativo russo Sputnik in base alla testimonianza di una  profuga irachena appena ventenne, che nel timore di eventuali rappresaglie da parte dei jihadisti ha comprensibilmente optato per l’anonimato. Le atrocità alle quali avrebbe assistito durante la sua permanenza nello Stato Islamico sarebbero molteplici.
    Emblematico quanto accaduto a Fateh, una bimba di 10 anni sopresa dalle aguzzine sulla soglia di casa (all’altra metà del cielo non è concesso comparire in pubblico senza un debito accompagnatore, a prescindere dall’età) mentre si accingeva a svolgere le consuete incombenze domestiche e pertanto uccisa a morsi. Azzannata con micidiali dentiere in ferro imbevute di veleno. Un macabro spettacolo al quale la madre – sebbene obnubilata dalla disperazione – è stata costretta ad assistere.
    A una donna che  per meglio esaminare la merce da acquistare al mercato aveva osato scoprire leggermente il volto sono state invece inferte 30 staffilate mortali: nesssuno degli astanti ha potuto scongiurare il castigo. Entrambi i casi rimandano comunque a una tragedia annunciata, forse già scritta dalle stesse carnefici .

    Qualsiasi indizio di inadempienza legale può del resto comportare punizioni esemplari, la cui entità è quasi sempre inversamente proporzionale al reato (o presunto tale) contestato. E l’elenco delle imposizioni è pressoché infinito: spazia dal divieto di allattare neonati all’aperto e ostentare calzature dal tacco alto (passibili di attrarre l’attenzione maschile) all’obbligo di indossare abiti a copertura integrale rigorosamente neri  (accessori inclusi).
    “Io ho vissuto da reclusa per due anni“, ha ammesso l’intervistata. “Alla sola vista del burqa stavo male. Non mi faceva sentire un essere umano. Mi sembrava di essere chiusa in una scatola. Non riuscivo nè a respirare nè a captare la luce del sole. Se fossi uscita anche solo per un attimo avrei poi dovuto ricordare di portare con me il velo trasparente da porre davanti agli occhi  in modo da consentire alle inquisitrici di stabilire la mia età. Siccome sono generalmente le giovani a essere penalizzate ho preferito rinunciare totalmente a quel poco di libertà che mi rimaneva“.

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    Rita Cugola
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    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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