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    Home»Costume e società»ARABIA SAUDITA. PLUDIVORZIATA E ATTIVISTA: LA LOTTA SOLITARIA DI UNA TEOLOGA
    Costume e società

    ARABIA SAUDITA. PLUDIVORZIATA E ATTIVISTA: LA LOTTA SOLITARIA DI UNA TEOLOGA

    Rita CugolaBy Rita Cugola28/11/2016Updated:28/11/2016Nessun commento4 Mins Read
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    souad-al-shammary
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    L’emancipazione non è affatto incompatibile con l’Islam.

    Ne è assolutamente convinta la 42enne Souad al-Shammary, teologa balzata improvvisamente all’onore delle cronache per aver osato sfidare l’establishment religioso saudita. Uno scontro inevitabile, alla luce della consapevolezza raggiunta al termine di un percorso interiore tormentato ed emblematico.
    Lei stessa, educata  al salafismo (corrente sunnita che rimanda alla rigida esegesi della sharìa, o legge islamica) e al nazionalismo promulgato dal politico egiziano  Sayyb Qubt (assurto a icona dell’estremismo) non aveva mai immaginato di poter giungere, un giorno,  a ricusare in toto gli insegnamenti ricevuti. Del resto era cresciuta in seno a una tribù beduina di pastori stanziati ad Ha’il  (capoluogo-oasi della selvaggia provincia omonima a nord di Riyadh): un’esistenza scandita dal lavoro di tosatura delle pecore e dagli studi religiosi, culminati nella laurea in scienze islamiche conseguita presso il locale ateneo. Nessuna occasione di confronto con il contesto circostante, ma solo accettazione passiva dei dettami imposti dalla tradizione.

    donne-velo-arabia-sauditaFino all’illuminazione, giunta a fronte di due unioni fallite  e una lotta personale contro le incongruenze e gli azzardi insiti nella tendenziosa interpretazione dei testi sacri da parte dei leader clericali.  “L’effettiva presa di coscienza della realtà è avvenuta qualche tempo fa, allorché, dopo aver saputo che mi ero risposata, il mio ex coniuge si era affrettato a ricorrere  in tribunale per ottenere la custodia di nostra figlia. Tutti mi osteggiavano, ripetendomi che si trattava della volontà di Allah, perché l’Islam non contempla la coabitazione di una bambina  con  un uomo diverso dal padre. Credevo di impazzire. Fu in quel momento che cominciai a dubitare dei principi divini: Dio infatti non avrebbe mai potuto decretare la separazione di una madre dalla propria creatura. Trascorrevo le ore a pregare, confidando in un miracolo. E rileggendo attentamente il Corano ho appurato che non esistono sure a favore di simili abusi“.
    Complice la competenza in materia, Souad (reduce dal secondo divorzio e con altri cinque figli a carico) ha quindi deciso di votarsi interamente alla causa femminile, tanto da divenire in breve una delle più autorevoli attiviste religiose del Regno Saudita. “I miei diritti non contrastano con la fede ed esigo di essere ascoltata dai vertici competenti“.

    Si è servita di ogni mezzo a disposizione per sensibilizzare l’opinione pubblica: fattore che le ha comportato, nel 2014, l’assoluto divieto di espatrio e tre mesi di detenzione,  per “sovversione“, nel carcere femminile di Bridam, a Jiddah. Tuttavia non ha desistito.
    Dal forum online Free Saudi Liberal Network – fondato insieme al blogger Raif Badawi (condannato a 10 anni di reclusione e mille frustate), esteso a oltre 270mila followers – ha proseguito la sua propaganda rivendicatoria, spesso evidenziata da immagini  irriverenti ed eloquenti (non ultima quella di barbute guide spirituali corredate da ironiche didascalie quali “La barba fluente non è garanzia di equità: i detrattori del Profeta Muhammad l’avevano più lunga“).
    bea13124-d7c6-4889-9f85-05ae7d79431d_largeCircostanza che ha  indotto Sheik Abdullah al-Manee, membro del Consiglio religioso, a tacciarla in termini di “maliziosa” e “criminale da punire per oltraggio a figure eminenti dell’Islam“. Ma tant’è.
    Determinata a infrangere i tabù che tuttora gravano sull’altra metà del cielo ha  reagito alle accuse intensificando gli attacchi verbali all’influente clero sunnita (presunto detentore della verità suprema) e rinnegando l’imprescibìndibilità, ai fini etici, della cieca ubbidienza alle norme.
    L’obbligo di indossare il velo, innanzitutto. “Il rispetto delle norme di abbigliamento non è indispensabile.  Una donna deve essere libera di truccarsi. Avere cura del proprio aspetto non è affatto proibito. Io non sto violando le leggi sacre in cui sono specializzata“.
    Uno sforzo immane che a quanto pare sta producendo risultati tangibili. “Prima mi vergognavo di cià che stava facendo“, ha confessato il fratello minore Fayez. “Non era degno di una ragazza. Poi però ho capito che è grazie a persone così che le donne possono ora  disporre della carta di identità“.  Del medesimo avviso la primogenita Yara (“Per me è un esempio da seguire. E’ sopravvissuta a peripezie inconcepibili“) e la più intima amica Sahar Nassief (“E’ totalmente sicura di ciò che afferma. Ha saputo tradurre il vissuto in un incentivo di rivalsa”).
    La parità di genere evocata nella letteratura sacra è del resto il principale obiettivo delle miltanti sparse nel mondo arabo. “La discrimanzione deriva esclusivamente dal modo fuorviante in cui la religione islamica viene percepita“, ha ribadito Olfa Youssef, docente tunisina di diritto islamico ed  esponente di spicco del movimento femminista globale  Musawah Muslim.

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    Rita Cugola
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    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
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