Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Warfare
    • Dangerous animals
    • JANNIK SINNER – fragilità e forza
    • Di là dal Fiume e tra gli Alberi
    • Dolci e gentili specialità torinesi.
    • Un Palazzaccio di Passaporti a Torino
    • Jeunesse En Action
    • Una sconosciuta a Tunisi
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Warfare

      By Erica Arosio25/08/20250
      Recent

      Warfare

      25/08/2025

      Dangerous animals

      22/08/2025

      JANNIK SINNER – fragilità e forza

      19/08/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»KENYA. ABORTI ILLEGALI: UNA QUESTIONE IRRISOLTA
    Costume e società

    KENYA. ABORTI ILLEGALI: UNA QUESTIONE IRRISOLTA

    Rita CugolaBy Rita Cugola23/11/2016Nessun commento4 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    aborti-kenia
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    Parità di genere, libertà di stampa, istituzione di una commissione indipendente volta a garantire il rispetto dei diritti umani: gli emendamenti costituzionali introdotti nel 2010 sembravano preannunciare una svolta progressista da parte del governo keniota. Invece hanno coinciso con l’inizio di interminabili diatribe tuttora irrisolte.

    A suscitare maggiori perplessità è stata l’intransigenza del Ministero della Sanità in materia di interruzione volontaria di gravidanza, consentita esclusivamente “a fronte di emergenze terapeutiche inderogabili, rischi evidenti per la salute o la vita della futura madre e qualora siano in vigore altre (non meglio indicate, n.d.r.) leggi scritte“.

    Indicazioni racchiuse nelle direttive professionali diramate nel 2012 a beneficio della categoria medica ma repentinamente revocate l’anno successivo su diretta pressione dei credenti. Inevitabile del resto, in una paese dalla profonda identità cristiana.

    “I politici non devono incoraggiare i medici a precludere le nascite, perché per noi l’embrione è un essere vivente“, ha tuonato padre Raphael Wanjohi responsabile della sezione locale di Human Life International, organizzazione antiabortista statunitense. “Nessuno ha la facoltà di porre arbitrariamente fine a un’esistenza. La vita umana è sacra, dal concepimento alla morte per cause naturali. Non esistono deroghe in tal senso: l’aborto va impedito“.

    Da allora molti responsabili ospedalieri hanno cominciato a esortare il personale a disertare i corsi sulle corrette procedure abortive. “La legge non accenna ai problemi psicologi o mentali di cui alcune donne possono soffrire e delega ai ginecologi ogni decisione in merito, ma molti sono riluttanti perché temono di incorrere in complicazioni legali“, ha osservato Josephine Mongare, alla guida del Kenya’s Federation of Women Lawyers, gruppo promotore di una petizione finalizzata a focalizzare l’attenzione dei ministri e del Procuratore Generale sulle conseguenze nefaste delle pratiche abusive. “Quindi la gente (36 donne su mille, n.d.r.) preferisce rivolgersi istituzioni secondarie in pessime condizioni igieniche e impossibili da censire. Ne consegue un alto tasso di mortalità. Noi invece riteniamo che chi non desidera avere figli debba poter accedere senza paura a strutture adeguate e sicure“.

    In base alle rilevazioni effettuate dalla Kenya Medical Association (l’ultima delle quali risalente però a quattro anni fa) sarebbero annualmente almeno 465mila le donne inclini ad abortire. Ma nelle cliniche specializzate i costi di intervento sono spesso proibitivi rispetto agli ambulatori improvvisati, presso i quali un terzo dell’importo ufficiale (circa 20mila scellini kenioti, pari a 200 dollari) è spesso più che sufficiente per risolvere il problema.

    Tra il 2011 e il 2015 sarebbero stati effettuati 177 arresti “per procurato aborto” (accusa estesa idiscriminatamente a operatori abusivi e relative pazienti occasionali) che tuttavia non hanno contribuito ad arginare il fenomeno. ” Mio marito mi aveva abbandonata e io non sapevo come avrei fatto a mantenere i nostri due bambini di uno e quattro anni. Così mi sono venduta in cambio di cibo“, ha raccontato la 35enne Phyllis, residente in una delle aree più degradate di Nairobi. “Quando mi sono accorta di essere rimasta incinta ho taciuto perché non volevo perdere l’uomo che mi stava aiutando pur avendo una famiglia. Ma intanto il tempo passava ed ero ormai al quinto mese di gestazione. Allora mi sono rivolta a una persona che conoscevo e sono stata operata subito, senza anestesia. Ricordo di aver perduto tanto sangue, ma non ha mai creduto di poter morire. In questo quartiere di 1oomila abitanti ci sono 50 luoghi tra cui scegliere. Adesso so che avrei potuto usare dei contraccettivi, ma all’epoca credevo che i metodi di pianificazione familiare comportassero frigidità e allontanassero i pretendenti. Comunque ciò che ho vissuto mi ha fortificato. Sono una persona diversa, convinta che la sofferenza debba essere evitata. Sogno una società in cui le donne possano finalmente esprimersi ed essere ascoltate“.

    Sarebbero sostanzialmnete ignoranza e povertà a indurre le potenziali madri a prediligere la candestinità. “E’ diventata una lotta di classe: laddove l’aborto è illegale, i ricchi tendono a varcare i confini nazionali alla ricerca di soluzioni ottimali, mentre i poveri non hanno alternative “, ha precisato il professor Boaz Otieno-Nyunya, membro del Kma Reproductive Health Committee. “L’estrazione del feto avviene con strumenti quali cucchiai, coltelli, aghi o grucce, previa assuzione di sostanze a base di erbe medicinali“.

    La controversa e delicata questione abortiva verrà in ogni caso riesaminta dalla Corte Suprema il 15 dicembre prossimo. “La carta costituzionale è schematica e per definizione stessa non ha valore legale. Spetta ai parlamentari interpretare correttamente il principio che sancisce il diritto all’esistenza. Quello inerente l’individualità è un concetto presunto da cui si evince che l’interruzione di gravidanza è una condanna a carico di taluni e non di altri, applicabile solo in presenza di una sintomatologia clinica preoccupante da parte della madre“, ha ribadito Joy Mdivo, responsabile esecutiva dell’associazione onlus East Afican Centre for Law and Justice. “Sarebbe dunque auspicabile incentivare le adozioni e individuare opzioni attendibili per scongiurare aborti ispirati dalla disperazione”.

     

    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Rita Cugola
    • Facebook

    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

    Related Posts

    Warfare

    25/08/2025

    Dangerous animals

    22/08/2025

    JANNIK SINNER – fragilità e forza

    19/08/2025
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Warfare di Erica Arosio Warfare di Erica Arosio
    Fragilità e forza Fragilità e forza
    Aperitivo da Illy in Gae aulenti Aperitivo da Illy in Gae aulenti
    Post su Instagram 17977992797879651 Post su Instagram 17977992797879651
    Matera e Matera e
    Vista di Milano dalla Triennale Vista di Milano dalla Triennale
    Post su Instagram 17892342741296014 Post su Instagram 17892342741296014
    Trattoria a Sant'Ilario d'Enza in provincia di Reg Trattoria a Sant'Ilario d'Enza in provincia di Reggio Emilia da provare
    Una virgola in cielo Una virgola in cielo
    Esher a Conversano Esher a Conversano
    Locorotondo Locorotondo
    Giardino interno Sierra Silvana Giardino interno Sierra Silvana
    Al minareto Al minareto
    Minareto Minareto
    Kite surf Kite surf
    Post su Instagram 18034069703470582 Post su Instagram 18034069703470582
    Skateboard Skateboard
    Post su Instagram 17940365610020353 Post su Instagram 17940365610020353
    Torre canne Torre canne
    Trullo Trullo
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK