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    Home»Costume e società»Cultura»AFGHANISTAN. IL DARUL AMAN PALACE RIVIVRA’ GRAZIE ALLE DONNE
    Cultura

    AFGHANISTAN. IL DARUL AMAN PALACE RIVIVRA’ GRAZIE ALLE DONNE

    Rita CugolaBy Rita Cugola27/10/2016Nessun commento2 Mins Read
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    DARUL AMAN PALACE -RESTAURO-DONNE
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     All’opera triennale di restauro del Darun Aman PaLACE (stimata in 20 milioni di dollari) parteciperà anche un nutrito gruppo di esponenti dell’altra metà del cielo

    La costruzione, a circa 16 chilometri da Kabul, di una nuova capitale avrebbe dovuto coincidere con l’inizio di un nuovo capitolo della storia nazionale. O almeno così riteneva re Amanullah Khan, asceso al potere nel lontano 1919 con l’intento di modernizzare l’Afghanistan e moruo in esilio nel 1960.

    Un sogno accarezzato a lungo e finalmente in procinto di concretizzarsi in un’iniziativa destinata a imprimere una svolta decisiva a un paese ostaggio del tradizionalismo più radicale. Invece, complice l’ostilità del clero conservatore (da cui venne esautorato un decennio dopo), quell’ambizioso piano di urbanizzazione non venne mai ultimato.

    A eccezione del Darul Aman Palace, elegante edificio in stile neoclassico sopravvissuto al tempo ma purtoppo ampiamente devastato dai molteplici conflitti trasversali, (non a caso è stato a lungo ritenuto simbolo della barabrie umana). Uno scempio su cui fino allo scorso maggio (causa la cronica carenza dii fondi) il governo ha sempre preferito soprassedere.

    A breve tuttavia il fatiscente palazzo potrebbe tornare a risplendere dell’antico fasto. L’attuale presidente Ashraf Ghani ha infatti deciso di eleggerlo a nuova sede istituzionale, convertendolo in tal modo anche in una potenziale attrazione turistica. E stavolta all’opera triennale di restauro (stimata in 20 milioni di dollari) parteciperà anche un nutrito gruppo di esponenti dell’altra metà del cielo.

    “La nostra presenza consentirà di sfatare il tabù sulla debolezza fisica delle donne“, ha puntualizzato Zahra Jafari, laureata in ingegneria elettrica all’ateneo della capitale. “Abbiamo una responsabilità enorme e poiché inseguiamo la perfezione vogliamo ottenere risultati supoeriori alle aspettative. Ci impegneremo molto per dimostrare che siamo in grado di collaborare attivamente all’attuazione dei progetti nazionali. Speriamo che ciò possa convogliare l’opinione pubblica sulle reali capacità femminili“.

    Sebbene il numero delle lavoratici risulti in costante crescita, non sono molte le afghane ingaggiate nel settore edilizio. “Il personale è stato selezionato in base a procedure identiche per entrambi i sessi“, ha precisato Sayed Zia Hussaini, consulente del Ministero per lo Sviluppo Urbano nonché supervisore dell’impresa. “Privilegiando l’esperienza dei singoli candidati siamo riusciti ad assemblare un staff di 60 uomini e 20 donne, il 40% delle quali si occuperà dei lavori di manodopera. (le esperte in ingegneria sono infatti attestate al 25%, n.d.r.)”.

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    Rita Cugola
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    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

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    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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