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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»IRAN. IL FEMMINISMO E’ UN CRIMINE
    Costume e società

    IRAN. IL FEMMINISMO E’ UN CRIMINE

    Rita CugolaBy Rita Cugola28/08/2016Nessun commento3 Mins Read
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    samia-iran
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    ATTIVISTE COSTRETTE AL SILENZIO.

    In un sistema pervaso da una millenaria tradizione patriarcale di cui la misoginia è certo l’espressione più evidente, quello relativo alla parità di genere appare un concetto quasi ai limiti della blasfemia.

    L’autorevolezza dell’uomo in ogni ambito della quotidianità (talvolta avvalorata dai vertici istituzionali e clericali per ragioni funzionali al potere) può essere indubbiamente ritenuta alla genesi dell’emarginazione femminile sin dagli albori del percorso umano.

    Sarebbe ovviamente azzardato ed eccessivo individuare nella forzata passività delle dirette interessate (relegate a una dimensione puramente biologica e servile dell’esistenza) una tacita quanto obbligata condiscendenza alla sottomissione; tuttavia la complementarietà della rassegnazione al dominio resta innegabile. Ed è proprio l’assioma, tra l’altro, da cui il mondo islamico (ostile alla concessione delle libertà più elementari) seguita a trarre linfa vitale.

    Emblematica in tal senso è l’intransigenza del governo iraniano nei confronti dei movimenti emancipatori: dall’inizio dell’anno – a fronte delle crescenti rivendicazioni – le rappresaglie nei confronti delle attiviste si sono notevolmente intensificate. Minacce, arresti, detenzione. Il 6 giugno scorso l’antropologa iraniano-canadese Homa Hoofar – docente universitaria da tempo impegnata contro le disuguagliaze sociali – è stata rinchiusa in regime di isolamento sine die nella Evin Prison di Teheran con l’accusa di “coinvolgimento in attività criminali estese al femminismo e dannose per la sicurezza nazionale“.

    iranA ispirare la ritorsione della leadership, l’attestata appartenenza a eloquenti organizzazioni internazionali quali Women Living Under Muslim Laws (mirante al sostegno delle musulmane in lotta per il riconoscimento dei propri diritti) e Campaign to Change the Masculine Face of Parliament, istituita con l’obiettivo di consentire alle donne l’accesso alle cariche pubbliche.

    Fattori più che sufficienti per indurre i media allineati con i Guardiani della Rivoluzione (corpo militare assemblato dopo l’insurrezione del 1979 e piuttosto incisivo anche nel contrasto alla dissidenza interna) a tacciarla in termini di “spia infiltrata in un network femminista per compiere gesti passibili di compromettere l’ordine pubblico e promuovere cambiamenti socio-culturali che rischiano di generare un golpe pacifico“.

    Una prospettiva intollerabile per gli oligarchi della Repubblica Islamica. Una compagna della studiosa è stata catturata e sottoposta a incessanti (quanto brutali) interrogatori volti a estorcere ammissioni di collusione con “correnti ideologiche esterne finalizzate alla sovversione dello stato iraniano“. In seguito alle continue pressioni esercitate dall’establishment, molte militanti si sono dunque ritrovate costrette al silenzio.

    o-homa-hoodfar-facebookIl risultato è che mentre l’ultimo aggiornamento de sito web Feminist School risale a cinque mesi fa, il periodico Zanan-e Emrooz (Today’s Women) ha ufficialmente sospeso le pubblicazioni il 26 luglio.

    “Discutere sull’uguaglianza non è un crimine. Stiamo cercando di arginare molestie e intimidazione, che poi è ciò che sperano le iraniane“, ha osservato Magdalena Mughrabi, vicedirettore a interim di Amnesty International per Medio Oriente e Nordafrica. “Anziché ascoltare le ragioni delle femministe, l’esecutivo ha optato per la loro repressione. La presunta implicazione in un ipotetico complotto ordito dall’Occidente è solo un ennesimo pretesto per incoraggiare la discriminazione“.

     

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    Rita Cugola
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    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

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    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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