Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Fino alle Montagne
    • Musica con vista 2025
    • Donne di pace e di guerra
    • Non siamo sole
    • La solitudine dei non amati
    • Monia Romanelli artista, pittrice, stilista, curatrice di mostre e poetessa
    • LADRI E LADRUNCOLI
    • L’amico fedele
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Fino alle Montagne

      By Dols12/06/20250
      Recent

      Fino alle Montagne

      12/06/2025

      Musica con vista 2025

      10/06/2025

      Donne di pace e di guerra

      09/06/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»LE DONNE SECONDO ANTONIONI
    Cultura

    LE DONNE SECONDO ANTONIONI

    loredana mettaBy loredana metta25/06/2016Updated:25/06/2016Nessun commento6 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Le donne-secondo-antonioni
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    Al teatro Litta di Milano, fino al 9 luglio, splendida pièce di Antonio Sixty e Valeria Cavalli.

    L’arte di parte

    Non sono organizzata per lo svago io….
    …faccio già tanta fatica a interessarmi di me stessa…

    …sono molto affezionata alle cose io, anche se le persone m’interessano di più.

    —per spettinare tutto, come fai sempre…

    Le donne-secondo-antonioni1Identikit di una donna è uno spettacolo di alta astrazione intellettuale, reso certamente meno godibile dalla mancanza di climatizzazione del teatro, inidonea al clima soffocante della fine giugno milanese in cui lo spettacolo è stato presentato in prima nazionale. Le condizioni di fruizione, certo non buone, hanno però creato una saturazione fra il caldo raccontato in scena e quello vissuto dalla platea, e così fra mondo reale e teatro, forse solo causale, ma molto suggestiva. Una confusione di livelli di realtà che ci ha fatto pensare proprio ai riflessi nelle finestre e agli specchi dei film di Antonioni e al teatro luogo assurdo “in cui si pratica il falso con l’intento di raccontare qualcosa di vero” come dice in un’intervista di Flora Pitrolo Antonio Sixty, che in questi giorni e fino al primo ottobre, espone in diversi luoghi di Milano, con una “mostra diffusa”.
    Un viaggio di due ore nella testa di uno dei più influenti e rappresentativi intellettuali della cinematografia italiana del Novecento. Dietro ai suoi occhi e dentro la sua macchina da presa, per come lui stesso si è raccontato nel suo Fare un film per me è vivere (Marsilio, 1994), titolo anche di un documentario del 1996 realizzato dalla regista e attrice Enrica Fico, compagna di vita del regista.
    Un’occasione per vedere con la mente, per risvegliarsi al senso onirico delle cose, delle parole e dei gesti, tesa fra i due poli di Identificazione di una donna, film di Antonioni del 1982, e l’episodio Il filo pericoloso delle cose, dal film collettivo del 2004 Eros, cui il lavoro si ricollega intensamente.
    Può fungere da introduzione al cinema di Antonioni, per le/i più giovani, ma anche da compendio analitico, approfondimento e riscrittura dei suoi principali temi. L’azione è tesa e ricca di spunti, una sequenza di gesti performativi, fra luci raffinate, immagini, parole scritte, recitate o amplificate dai microfoni, che mette in moto come non mai i pochi esausti neuroni, sopravvissuti a un intenso anno di lavoro prima delle sospirate vacanze. Un’opera teatrale e performativa, con molti strati di significato, stimolo a ricostruire il senso narrativo della presenza, fisicamente magnetica, dei due personaggi femminili in scena (Caterina Bajetta e Bruna Serina de Almeida), artificiosi e illogici, eppure così sinceri, vivi, palpitanti, come sempre le donne del cinema di Antonioni (che si legò artisticamente e sentimentalmente a due attrici che diresse, Monica Vitti ed Enrica Fico), e si fanno “filtro sottile per raccontare la realtà”.
    In fondo l’identikit è un insieme di tratti staccati ricomposti in unità che ricostituisce la forma femminile secondo la poetica del regista. Ciascuna delle due donne è infatti presentata come “rifrazione della stessa immagine (…) che si proietta all’infinito come a rappresentare l’inafferrabilità del femminile (…) e l’enigma stesso della femminilità”.
    La chiave per la comprensione di questo “enigma del femminile” è contenuta, a nostro avviso, proprio nel film Identificazione di una donna, in due particolari: la bacheca in cui il protagonista (autobiograficamente un regista) raccoglie ritagli di volti femminili, alla ricerca imperiosa e affannosa sia dell’ideale protagonista di un futuro film sia della compagna di vita ideale, come tale impossibile da trovare, e il fuggevole cammeo del personaggio di Nadia, interpretato non a caso, da Enrica Fico, che rappresenta la donna fuggita dalla città e tornata a una dimensione mitica e mistica di contatto con la natura.

    Proprio in quel film il protagonista si dibatte fra l’esigenza di un ammirato e silenzioso sentimento di appartenenza e sconfinamento nella bellezza femminile come universale fusionale, e la necessità di un confronto intellettuale e sentimentale, che fatalmente contrappone l’uomo e la donna e ne logora la relazione. Non a caso, dinanzi un dialogo indagatore del film, quello con la sorella, decisa a stabilire le responsabilità della fine delle relazioni vissute dal protagonista, quest’ultimo non può che fuggire, voltando le spalle alla conversazione e alla relazione, pur vissuta con intimo affetto.

    Le donne-secondo-antonioni3
    Parlare di Antonioni e del suo cinema, del suo modo di guardare la donna, è per noi un modo di porre una domanda sull’identità femminile, ricostruita attraverso uno sguardo maschile, amoroso, ammirato, ma mistificante proprio perché frammentario, che finisce per generare assenza, totale e irrimediabile, di senso. Da questa crisi del senso umano della relazione, che ben ritrae un’epoca storica, con la sua tensione intellettuale ed estetica, noi, le donne di oggi, dobbiamo acutamente e dolorosamente prendere le distanze.
    Le donne di Antonioni, proprio come molte donne della cultura e dell’arte, pur messe in scena con tanto charme, sono fantasmi, donne di carne e carta, costruite e decostruite da uno sguardo maschile incapace di riconoscerle come alterità individuali.
    Sono un puzzle di domande, non personaggi. Non vivono realmente amori, lesbici o no, ma si esibiscono, si denudano, si espongono, senza autodeterminazione e senza personalità. Vivono fugaci istinti, gesti scomposti. Sono protagoniste di un eros evocativo e feticistico di oggetti, come la spazzola che leviga ugualmente criniere equine e capigliature femminili, di tacchi assurdamente barcollanti nella sabbia, di parole spezzettate e impotenti. Costruzioni della mente e dell’occhio di un uomo, inquieto e profondamente turbato da loro, ma mai realmente, veramente, interessato a raccontarle.

    Non si sfugge al fascino di questo spettacolo, nodo di sperimentazione che intreccia teatro e cinema, lettura e azione scenica, performance e arte, e ha davvero mille motivi di fascinazione sensuale e intellettuale insieme, ma proprio per questo, sentiamo la necessità di prendere le distanze dal portato disumanizzante e de-soggettivizzante di una narrazione del femminile improntata al sentimento sconsolante di un uomo che dalla perdita di sé, dei valori e dell’orizzonte di futuro della propria classe sociale, non ha voluto o forse saputo vedere la questione femminile, come espressa per esempio da Carla Lonzi in Manifesto di Rivolta Femminile: “La subordinazione della donna è sancita nell’atto sessuale del coito da cui l’uomo trae la convinzione naturale della sua supremazia (…) questo è il presupposto della famiglia patriarcale, autoritaria, oppressiva e antisociale, dunque accumulatrice di beni e di prestigi” (ringrazio la pagina Facebook di Oikos-bios Centro Filosofico di Psicanalisi di Genere Antiviolenza per la citazione).
    Una questione femminile che è anzitutto incapacità di riconoscere la donna come soggetto, e che si esprime, con un esempio fra tanti, nell’incomprensibile assenza fra i materiali informativi della cartella stampa dello spettacolo, accanto al curriculum vitae dell’artista Antonio Sixty, di un profilo della coautrice, regista e drammaturga Valeria Cavalli, da tempo presente sulla scena teatrale milanese, di cui, siamo sicure, non mancherà occasione di parlare in questa rubrica.
    Intanto godetevi questa breve intervista, a cura di Valeria Palumbo, sul suo lavoro.

     

    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    loredana metta

    Loredana è una che da tutta la vita si ostina a definirsi musicista e lo è, o meglio, continua a desiderare di diventarlo con tutte le sue forze. Ama insegnare musica, nonostante i diplomi di Conservatorio e i numerosi corsi di specializzazione. Perché fare musica è trovare una via alla conoscenza di sé e il pianoforte è una palestra per la relazione con se stesse, con gli altri e le altre… Insegna Pratica e lettura pianistica al Conservatorio di Vicenza. La sua più grande emozione: vedere due mani inesperte toccare il pianoforte per la prima volta. Vive a Milano, con 9 piante, che hanno tutte un nome, e un certo numero di pupazzi, fra cui Fabio, il suo amato compagno. Adora il cinema, l’arte, la filosofia . É laureata a Bologna in discipline semiotiche.

    Related Posts

    Fino alle Montagne

    12/06/2025

    La solitudine dei non amati

    06/06/2025

    L’amico fedele

    04/06/2025
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-20 https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-2025/
    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    Post su Instagram 18090652831721010 Post su Instagram 18090652831721010
    Post su Instagram 18048668675601778 Post su Instagram 18048668675601778
    Post su Instagram 17876335017241317 Post su Instagram 17876335017241317
    Post su Instagram 18063607010115356 Post su Instagram 18063607010115356
    De bello a Gresart De bello a Gresart
    Post su Instagram 18117014455479037 Post su Instagram 18117014455479037
    Post su Instagram 18227739895291385 Post su Instagram 18227739895291385
    Recensione di Adriana Moltedo Recensione di Adriana Moltedo
    Recensione di Erica Arosio Recensione di Erica Arosio
    Post su Instagram 17959636775930644 Post su Instagram 17959636775930644
    Ho visitato di recente la bellissima mostra Un alt Ho visitato di recente la bellissima mostra Un altro sguardo Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa a Villa Panza, (Varese). aperta al pubblico dall’11 aprile al 12 ottobre 2025 che rappresenta l’inaugurazione di un ciclo espositivo dedicato al tema del collezionismo come espressione di un pensiero e strumento di indagine del presen

https://www.dols.it/2025/05/26/un-altro-sguardo-e-gemma-de-angelis-testa/
    Pianocity con Chiara Schmidt Pianocity con Chiara Schmidt
    YUKINORI YANAGI ICARUS 27.03 – 27.07.2025 mostr YUKINORI YANAGI
ICARUS

27.03 – 27.07.2025
mostra in corso – navate
    Post su Instagram 18278106160281511 Post su Instagram 18278106160281511
    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
    https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lin https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lingue-porta-dappertutto/

Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
    Post su Instagram 18032179283653753 Post su Instagram 18032179283653753
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK