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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Bambine e leader
    Costume e società

    Bambine e leader

    DolsBy Dols15/01/2015Updated:19/01/2015Nessun commento4 Mins Read
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    bimbe-nigeriane
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    Di fronte a bambine immolate come bombe umane, stuprate e mutilate, come di fronte ai femminicidi a cui assistono o di cui sono vittime in tutto il mondo si rimane senza parole.

    dal Blog di Laura Cima
     “Dalla parte delle bambine” di Elena Gianini Belotti è stato ripreso pochi anni fa da Loredana Lipperini, ex-candidata Tsipras nel mio collegio, con il suo libro “Ancora dalla parte delle bambine”. Quasi quarant’anni di un femminismo più attento a far emergere la differenza donna/uomo, e a valorizzare quella delle donne, che a rivendicare diritti politici.

    Un modo molto diretto di stare dalla parte delle bambine mettendosi in discussione come madri e tagliando la complicità con i padri e il loro potere. La più grande rivoluzione del Novecento, e senza spargimento di sangue. Un contributo del femminismo alla possibile convivenza pacifica in Europa e in Occidente, dopo l’orrore e i genocidi delle due guerre mondiali e di nazifascismo e stalinismo. Con un pensiero centrato sulle relazioni in un occidente ricco ed in espansione, liberato dai sensi di colpa del precedente colonialismo. Nel nostro paese negli anni ottanta, sotto tiro terrorista e della strategia della tensione, questo processo fu rallentato: la caduta del muro di Berlino nel 1989 aprì l’ultimo decennio del secolo alle speranze di un’Europa aperta, dove le poche donne politiche potevano finalmente misurarsi a disegnare un altro mondo possibile insieme agli uomini e in favore delle nuove generazioni che nel nuovo millennio avrebbero sperimentato pari opportunità. Quasi un decennio di fondi europei furono indirizzati a questo scopo e, nel 2007, si celebrò l’anno delle pari opportunità per tutti, coprendo l’insuccesso dell’Europa politica, uccisa sul nascere dai no referendari di Francia e Paesi bassi.

    Dalla parte delle bambine per preparare loro un mondo migliore, ricordando solo saltuariamente quelle che erano le oppressioni e le violenze (dalle mutilazioni genitali, le lapidazioni, gli stupri di guerra e non, il mercato del sesso e il turismo sessuale, i matrimoni forzati delle bambine) dall’altra parte del mondo.

    Intanto leader maschi in occidente ci preparavano la globalizzazione e le guerre del petrolio e, nel 2001, all’inizio del nuovo millennio Bill Laden, di famiglia di miliardari amici USA, nato in Arabia Saudita, metteva a segno il più spettacolare atto terroristico alle torri gemelle e al Pentagono. L’ultimo decennio i leader ci regalarono crisi e miseria crescente, anche culturale e politica, guerre in nome della primavera araba e resuscitate guerre fredde, e in ultim, il califfato IS (che ormai possiede e vende petrolio), quello della Libia e Boko Haram. E ingiustizie sociali intollerabili, cambiamenti climatici disastrosi, inquinamento generalizzato, violenze che cancellano le più elementari norme di convivenza, barbarie e paura del futuro.

    Ho voluto ricordare la storia misurata sulla mia vita, anziché addentrarmi in analisi più o meno articolate come quelle che stanno provenendo anche da settori del mondo femminista.

    Perché di fronte alle bambine immolate come bombe umane, stuprate e mutilate, come di fronte ai femminicidi a cui assistono o di cui sono vittime in tutto il mondo, io sono ormai senza parole. Questo è il mondo che avanza, amiche mie, nonostante noi.

    Posso solo insistere: prendiamoci più potere possibile e smettiamo di rappezzare con la nostra cura un mondo in cui gli uomini continuano a regalarci queste civiltà. Elisabetta Addis mi lascia allibita, insieme a Merkel e le due o tre donne che aprono il corteo di Parigi nel triangolo dei potenti, quando si allineano agli uomini nel rivendicare la supremazia della civiltà occidentale. Finché saremo sottomesse e violentate fin da piccole, in una qualsiasi parte di questo mondo globalizzato, di quale civiltà stiamo parlando?

    Non mi stancherò mai di contrastare il potere maschile e di prefigurarne uno che ci riagganci alle società matriarcali. A Torino, con Soraya Post rifletteremo in marzo sulla rappresentanza femminista e con alcune relatrici della Secular Conference http://www.secularconference.com di Londra dell’ottobre scorso sulla laicità. Fondamentalismi, relativismo culturale, razzismi, neoliberismi sono espressione dell’incultura e del potere maschile che sta perdendo ogni aspirazione di dignità e libertà e sta precipitando nella barbarie.

    Aiutare noi stesse a dirigere i processi vuol dire aiutare le nuove generazioni di donne e le bambine di tutto il mondo, in qualsiasi luogo del mondo si viva. E impedire che bambini siano costretti ad uccidere, che uomini adulti continuino a farlo con Kalashnikov o con coltelli, acidi,veleni, droni e missili. Non ci sono armi più civili di altre nè tantomeno morti che valgono di più. Gli eroi erano maschili come tutti i carnefici. Noi diciamo basta e sostituiamoci a loro. Ne va della sopravvivenza stessa del pianeta: 15 anni e poi i processi irreversibili innestati dall’homo faber nel suo percorso di conquista della natura e delle donne, faranno molti più morti dei kamikaze assassini.

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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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