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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»I due volti della femminilità
    Costume e società

    I due volti della femminilità

    Rita CugolaBy Rita Cugola18/05/2014Updated:17/07/20143 commenti3 Mins Read
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    secondo sesso
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    In occidente  la femminilità è  un vanto da esibire indistintamente; dall’altra parte del globo resta un valore da riuscire ad imporre in società arretrate e retrive.

    Mentre l’odissea delle studentesse rapite in Nigeria dagli integralisti di Boko Haram prosegue, emergono prepotentemente ulteriori interrogativi circa la dubbia interpretazione del concetto di femminilità in Italia e nel mondo.
    A dispetto delle strenue battaglie femministe volte a perorare la causa dell’autodeterminazione femminile e della parità di genere infatti, la cultura occidentale diffusamente impregnata di religiosità alquanto bigotta ha pur sempre continuato a indurre la maggioranza (ahimè) delle donne a ritenersi soggetti sottomessi all’uomo (essere superiore per volontà divina) e pertanto in dovere di compiacere ogni suo recondito desiderio.

    Il risultato è sotto i nostri occhi ogni giorno. Ragazze discinte e provocanti quasi ovunque, che ammiccano maliziosamente dalle copertine di alcuni giornali, dai cartelloni pubblicitari che troneggiano lungo le strade e persino mentre pubblicizzano in tv il più innocuo dei prodotti. Un’ulteriore conferma di quanto poco sia considerata la fisicità femminile in sè e per sè se non direttamente o indirettamente rapportata al valore simbolico del maschio.
    Quello che più sconforta è il riscontro di questa stessa ridotta ottica nelle nuove generazioni.
    Osserviamo l’atteggiamento delle ragazze moderne, perfettamente inserite nel loro ambiente sociale: pare non abbiano altre preoccupazioni se non quelle di truccarsi, agghindarsi, sculettare a dovere, civettare a casaccio e con chiunque..!
    Triste, molto triste. Soprattutto se, come già ripetutamente accennato in questa stessa sede, paragoniamo il loro modus vivendi (e quindi la loro personale proiezione delle rispettive valenze individuali) con quello delle coetanee asiatiche o indiane, che sebbene costrette invece a crescere molto in fretta in un contesto ostile a qualsivoglia esigenza femminile, hanno tuttavia saputo conservare un alto concetto del valore che il fatto di essere donne implica.
    Sanno fin troppo bene che il destino che le aspetta sarà tutt’altro che agevole, che se non vorranno soccombere all’autorità maschile in tutte le sue forme dovranno sudare parecchio, che per farsi strada nella vita e riscattarsi da uno stato di schiavitù altrimenti inevitabile saranno costrette a lottare con ogni fibra del corpo e del cervello. Lo sanno e accettano la sfida. Anche, come abbiamo visto, a costo della vita.
    Non hanno nè tempo nè voglia di dedicarsi ai flirt, alle avventurette, alla seduzione. Il loro obiettivo è emanciparsi. O almeno muovere i primi incerti passi in tale direzione. Vogliono riuscire a decidere autonomamente il corso della vita che (salvo guerriglie e repressioni) hanno davanti.
    Certo non dispongono delle moderne divolerie tecnologiche tanto care agli occidentali e quindi non sono agevolate dal progresso, ma il loro grado di determinazione non è sicuramente inferiore all’impegno che le adolescenti nostrane mostrano nell’arte dell’adescamento.

    Da noi la femminilità è in taluni casi simile a un vanto da esibire indistintamente; dall’altra parte del globo resta un valore da riuscire assolutamente a imporre in società arretrate e retrive.
    Per quanto la tendenza ad apprezzare l’una o l’altre delle due interpretazioni sia soggettivamente valutabile, ogni individuo di buon senso non avrà sicuramente dubbi sulla scelta da compiere.

    femminilità Nigeria
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    Rita Cugola
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    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

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    3 commenti

    1. rita garofalo on 18/05/2014 15:03

      Se da un lato l’autodeterminazione e la femminilita’ nei paesi asiatici richiedono un costo elevato in termini di sacrifici umani, nei paesi occidentali tali valori si contrappongono ad un’ostentazione di una femminilita’a tutti i costi, supportata da un facile apparire e seguire le tendenze. E quindi, l’articolo fa riflettere su questa ambivalenza e ancora di più fa intendere a noi occidentali come dovremmo contribuire alla difesa di questo valore e adoperarci perche’tale condizione sia raggiunta anche in quei paesi a predominanza maschile.

      Reply
    2. MerlinC on 19/05/2014 12:11

      Sí, è quasi deprimente vedere come le ragazze moderne vadano indietro invece di emanciparsi… Triste, dopo tante lotte combattute per vedersi riconoscere alcuni diritti fondamentali….

      Reply
    3. candida riva on 20/05/2014 09:55

      La capacità di gestire la propria vita, c’entra con la misura della gonna?

      Reply
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