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    Home»Costume e società»Ehi you!
    Costume e società

    Ehi you!

    Cristina ObberBy Cristina Obber15/12/2012Updated:20/06/20147 commenti2 Mins Read
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    di Cristina Obber

    In America si possono comprare armi quasi come si comprano scatole di fagioli o canne da pesca. Pochissime le limitazioni perchè -dicono i produttori- ciò che conta è potersi difendere.
    Se sei minorenne e ti serve una pistola che fai? Mandi un amico, come si fa qui per uscire dal supermercato con la birra.
    Non oso immaginare un’ Italia con le pistole in tasca, tra la rabbia, lo sconforto e l’esasperazione che porta con sé questa crisi.
    Non oso immaginare i condomini freddati sul pianerottolo, le rapine improvvisate da disoccupati disperati, la conta alle manifestazioni.
    Non oso immaginare i suicidi.
    Perché con una pistola in mano tutto è più veloce, basta un click.
    Dici adesso sparo e spari, e non c’è più respiro.
    Immagino quei corpi, bambine e bambini in una classe delle elementari, sorrisi, dispetti, dammi la colla, occhi sgranati e maestra posso andare in bagno.

    Mr. Obama, ha detto che il suo dolore è quello di qualsiasi genitore americano.
    Vorrei sapere com’è il suo dolore di presidente.

    Di un presidente che ben poco ha detto, e soprattutto fatto, contro le lobby delle armi, così potenti da zittire anche i media durante la campagna elettorale (sarebbero dovuti insorgere quando la Nra ha attaccato Obama per aver flebilmente auspicato il disarmo delle famigliole americane).
    Come si sente, Mr. Obama, di fronte a quei piccoli corpi, da presidente degli Stati Uniti d’America -che a pronunciarlo bene bene ti si gonfia il petto e ci si dimentica anche della pena di morte, delle torture, di chi crepa di fronte a un pronto soccorso con un ci dispiace se non ha pagato l’assicurazione-?
    Guardi a questa vecchia Europa malandata – ma ancora culla del diritto – con sguardo curioso e umile.
    Si guardi negli occhi dritto dritto di fronte al suo prezioso specchio e si chieda se non è ora di rinunciare a qualcosa in nome del bene dei suoi amati americani.

    Tra un paio di giorni sfileranno venti piccole bare bianche.
    Non pianga come genitore Mr. Obama, ma come presidente.

     

    America barack obama lobby armi strage scuola Connecticut
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    Cristina Obber
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    Cristina Obber è nata a Bassano del Grappa il 9 novembre 1964. Iscritta all’ Ordine dei giornalisti, ha collaborato per cinque anni con un quotidiano vicentino. Nel 2008 ha pubblicato “Amiche e ortiche” con Baldini Castoldi Dalai, affresco dolce-amaro dell’amicizia al femminile. Nel 2012 ha pubblicato un libro sulla violenza sessuale, "Non lo faccio più" ed. Unicopli che ha dato vita ad un progetto scuole e al blog nonlofacciopiu.net. Nel 2013 ha pubblicato per Piemme editore il libro Siria mon amour, storia vera di una 16enne italo-siriana che si è ribellata ad un matrimonio combinato. Nel biennio 2009-2010 ha pubblicato con Attilio Fraccaro editore “Primi baci” e “Balilla e piccole italiane”, due libri in cui ha raccolto ricordi del primo bacio e ricordi del mondo della scuola nella prima metà del novecento. Collabora con Dol’s, il sito delle donne on line da svariati anni. Si occupa di tematiche legate ai diritti. Il 25 novembre 2011, giornata internazionale contro la violenza sulla donna, esce il suo primo e-book dal titolo La ricompensa (edito da Emma books), che si apre con una citazione di Lenny Bruce: La verità è ciò che è, non ciò che dovrebbe essere. Il suo ultimo libro è ''L'altra parte di me’’, edito da Piemme, una storia d’amore tra adolescenti lesbiche.

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    7 commenti

    1. Avatar photo
      Dols on 15/12/2012 12:16

      Commentare il tuo post Cristina non è facile. Anche io mi commuovo… Ma è giusto che il porto d’armi venga regolamentato. Tuttavia i folli uccidono anche in altri modi…E’ la follia umana che uccide la nostra progenie….:(

      Reply
    2. Enrico on 15/12/2012 14:41

      Cara Cristina , hai perfettamente ragione. Trovare un Presidente che abbia il coraggio di attaccare la lobby delle armi e’ veramente dura nella storia americana ( per quello che conosco ) e’ l’ America delle contraddizioni , speriamo che qualcuno apra gli occhi e invece di obbligare ad andare ancora in giro con la birra aperta ricoperta da un sacchetto color marrone … si attivino per cessare e regolamentare la liberta incodizionata delle armi. TAnti pro …tanti contro … come in tanti altri Paesi …AUGURI PER UN ANNO MIGLIORE ! CIAO

      Reply
    3. paola on 17/12/2012 09:31

      Subito dopo questo massacro in America, fra le varie trasmissioni in radio, ho ascoltato l’intervista ad una giovane donna italiana che vive in america e il suo compagno americano, possiede varie armi. Al microfono la ragazza diceva che lei vorrebbe avere un figlio e che ha chiesto al suo compagno di consegnare le armi che aveva in casa. L’uomo le ha risposto che non lo farà mai perchè quello è l’unico strumento per difendersi. In quel momento ho pensato a quali concetti ho abituato i miei figli sin da piccoli e che tipo di rapporti interpersonali volevo creare. Non mi piace fare paragoni nè giudicare…non sono atteggiamenti che mi appartengono, perchè credo che la responsabilità abiti dentro ognuno di noi. Ciò che mi amareggia di più è constatare ogni volta che nessuno accenni al fatto che questo ragazzo e altri prima di lui, hanno una storia personale, un vissuto che nessuno della propria famiglia ha preso in esame attentamente. Credo che le persone con gravi difficoltà psichiche…inviano sempre dei messaggi……perchè qui come in altri casi, non si può certo parlare di un atto estemporaneo. Il dolore e l’amarezza di un fatto così cruento fa sì che ci poniamo delle domande…..che non devono rimanere senza risposte, ma che vanno ricercate non solo nei nostri bisogni ma anche nelle nostre possibilità

      Reply
    4. Cristina Obber on 17/12/2012 12:01

      mi scrive Michela via mail:

      Lasciando ad altri il commento sul dolore indescrivibile che attanaglia tutte quelle famiglie e non solo, un pensiero mi viene sul saper rinunciare a qualche cosa che si ha già. Provo a spiegarmi con un paragone: quando si è ricchi con tutte le comodità e belle cose intorno si fa molta fatica a diventare poveri e a rinunciare a molto di quanto si ha già avuto. Quando si è abituati ad avere armi in casa e si pensa di doversi difendere da soli, non si riesce più a capire perché bisogna rinunciare a questa “comodità”. Serve un aiuto per fare un passo indietro sia con l’uso adeguato dei mezzi di comunicazione, con l’educazione più attenta nelle scuole, con un aiuto anche religioso per educare le nostre coscienze.

      Reply
    5. Cristina Obber on 17/12/2012 12:07

      Caterina è vero che si può uccidere in tanti modi, mi ha scritto un uomo via mail che anche un bisturi può uccidere, pur essendo strumento che altre volte ti salva la vita.
      rispondo come ho risposto a lui. per uccidere 20 bambini con un bisturi ci vuole molto più tempo.

      qualcuno mi ha scritto che la liberalizzazione della vendita di armi l’ha fatta Bush e quindi Obama che può fare?
      ecco io credo che fare politica significa cambiare le cose che non vanno, anche a costo di pagare un prezzo molto alto di consensi.
      ricordo inoltre che a Obama è stato assegnato il nobel per la pace.

      Reply
    6. Cristina Obber on 17/12/2012 19:28

      mi scrive una prof che ho conosciuto di recente durante un incontro con i suoi studenti:

      Grazie cristina per il tuo pensiero; io sono ancora indignata per l’improntitudine del deputato americano che ha risposto che non sarebbe successo se i maestri
      fossero armati..Di che cosa non sono capaci pur di vendere le loro armi?quanto in mala fede sono? vogliono farmi credere di non avere idea di che cosa vuol
      dire “saper sparare” in un conflitto a fuoco? di quanto esercizio e sangue freddo richieda alle forze di polizia o pensano che la realtà sia come nei i film di loro
      produzione, peraltro violentissimi, dove però i buoni si salvano ammazzando i cattivi? Ignorano a bella posta, loro così pragmatici, che il tasso di morti per armi da
      fuoco nei paesi occidentali è direttamente proporzionale al numero delle armi circolanti, come dimostra il Giappone, dove sono praticamente proibite e che ha il
      tasso più basso al mondo? Già perchè la proposta del deputato presuppone che uccidere chi ti assale non sia ammazzare, causare comunque una morte. Ecco
      questo è quello che mi indigna di più, che questo deputato e quelli come lui pensino di vendermi insieme alle armi anche la loro posizione di fronte alla vita e alla
      morte, calpestino la mia etica e mi dicano, loro, che devo ammazzare in quanto insegnante, che abbiano una presunzione tale da pensare di poter essere loro a
      decidere per me nella sfera più intima della mia coscienza, quella delle decisioni sul bene e sul male, imponendomi di far parte della loro schiera di paladini armati
      contro il male.
      Uno degli effetti della presenza della pena di morte è quello di disinibire di fronte alla possibilità di togliere la vita ad un altro sulla scorta di un’autorizzazione:
      essa infatti, con il suo messaggio sociale, sul lungo periodo, induce i cittadini a pensare che l’uccisione determinata da “buone ragioni” può divenire lecita, come
      dimostra il tasso di crescita delle violenza e dell’uso delle armi da fuoco negli stati USA che praticano la pena di morte come il Texas, che conosce un aumento
      superiore del 3,6% rispetto alla media nazionale ( fonte: Stato – società,La nuova Italia)
      Ecco, credo che all’America sia stato presentato il conto delle sue contraddizioni e della sua incapacità di guardare al suo lato oscuro. Le armi servono ad una
      sola cosa: ad uccidere. Sono state costruite per quello scopo e vengono continuamente perfezionate in vista di ciò. Chi le compra come privato cittadino e si
      esercita con queste dovrebbe guardare al fondo dell’oscuro piacere che le armi gli procurano, dovrebbe dare un nome ai bisogni cui queste rispondono.
      Sono considerazioni amare per il natale che si avvicina, ma ho voluto condividerle con te insieme agli auguri.
      Antonella Carullo

      Reply
    7. Vale on 04/01/2013 11:48

      Ciao Cri, non posso che approvare tutto quello che hai scritto ma sai bene quali sono gli interessi maggiori dell’America e dei produttori di armi, non solo americani, quindi è solo da sperare ad una nuova regolamentazione, ma su quasto ho molti dubbi……
      Ciao e buon 2013.

      Reply
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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

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    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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