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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»La verità ci fa fa male
    Cultura

    La verità ci fa fa male

    Valeria MassenziBy Valeria Massenzi27/11/2012Updated:12/09/2014Nessun commento5 Mins Read
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    Massimiliano Bruno
    Attore, sceneggiatore, regista, ma soprattutto un attento osservatore della realtà italiana

    … racconta Massimiliano Bruno
    Attore, sceneggiatore, regista, ma soprattutto un attento osservatore della realtà italiana, sto parlando del poliedrico Massimiliano Bruno che ha diretto, per il cinema, la commedia Viva l’Italia, nelle sale in questi giorni, prodotto da Italian International Film di Lucisano e da Rai Cinema.

    Dopo “Nessuno mi può giudicare” che segna con successo il suo debutto alla regia, Bruno questa volta, con il film VIVA L’ITALIA, si avventura sul sentiero della Verità: cosa accadrebbe se un importante uomo politico improvvisamente si ammalasse e iniziasse a dire solo la verità, nient’altro che la verità?
    Questo è il plot narrativo sviscerato da Bruno che, attraverso il suo personaggio l’Onorevole Spagnolo (un bravissimo Michele Placido), ci mette dinanzi ad un’amara e vergognosa realtà fatta di scandali sessuali, di mazzette, di corruzione, di lobby finanziarie, di precariato, di scontri di piazza ecc. ecc. Il film ci parla di vicende, che seppur conosciute, ci arrivano addosso con forza, ci investono come uno tsunami ed è difficile far finta di nulla: non riflettere, non ridere anche se spesso è un riso amaro.
    Ho incontrato Massimiliano Bruno nel suo studio di Roma, conoscevo Bruno come bravissimo sceneggiatore e regista, ma l’aspetto umano un po’ mi mancava. Al di là della sua indiscutibile professionalità Massimiliano è, soprattutto, una gran bella persona: umile, garbato, serio in alcuni momenti, burlone in altri.

    Sei stato l’autore di molte sceneggiature di successo. Che cosa ti ha spinto a passare dietro la macchina da presa?
    Sì, per anni ho scritto tanti soggetti e sceneggiature per diversi registi. Ho pensato che fosse giunto il momento di scrivere una storia e di curarne personalmente la regia, per darle, al 100%, il mio tocco “folle” … no scherzo. Diciamo che avevo voglia di comunicare in maniera più diretta con lo spettatore. Avevo trovato una storia che mi incuriosiva molto e di cui si parlava tantissimo, quello del fenomeno “escort” e così sono sceso in campo.

    E ora, con Viva l’Italia sei giunto alla tua seconda opera, dicono sempre che le seconde prove, sono quelle più difficili. E’ così?
    Probabilmente sì, soprattutto quando la tua opera prima è andata molto bene. Devo dire che sono soddisfatto del lavoro svolto, il film è uscito un mese fa, è stato visto da oltre 800.000 spettatori ed è ancora nelle sale.

    Complimenti per la scelta del cast. Tutti molto bravi. Parliamo di Michele Placido che con il suo personaggio – On. Spagnolo – è un po’ il “deus ex machina” in questa vicenda. Tutto nasce e si sviluppa in base alle avventure/disavventure di questo Onorevole. Qualcuno ha definito la recitazione di Placido, in Viva l’Italia, un po’ troppo sopra le righe, cosa ne pensi?
    Placido è stato straordinario, ha dato il meglio di sé… l’essere un tantino sopra le righe faceva parte del gioco, della storia, del suo personaggio, all’interno del film. Spagnolo a causa di un colpo apoplettico va fuori di testa e quindi è volutamente alterato. E’ il suo esser sopra le righe che lo rende un personaggio importante e simpatico.

    Perché hai voluto realizzare questo film?
    Viva l’Italia rappresenta una fotografia di quello che è attualmente il nostro paese, con tutte le sue magagne, ma che nonostante ciò, può ancora farcela ad uscire dal tunnel. Nel film esiste comunque la voglia di sperare in un futuro diverso, soprattutto, in una politica diversa: nuova, giovane e sana. Il mio obiettivo è anche quello di far vedere Viva l’Italia ad un pubblico affezionato alla commedia italiana più tradizionale.

    Mi è piaciuta la tua partecipazione in veste di commentatore della nostra Costituzione, un’idea originale in questo contesto. Com’è nata?
    Inizialmente, in fase di sceneggiatura non c’era, è stata inserita successivamente, come cornice. Il film tratta argomenti che sono ben presenti e tutelati dalla nostra Costituzione, come il diritto al lavoro. Così ho pensato di portare nella vicenda e di imprimere sulla pellicola, ciò che i nostri padri costituenti avevano stabilito.

    Nella penultima scena del film, all’interno dello studio televisivo, appaiono sullo sfondo i volti di noti politici del passato: Moro, Togliatti, Berlinguer, Pertini. Perché questa scelta?
    Perché loro hanno rappresentato l’onestà politica.

    Parliamo un attimo di te, chi è e come nasce Massimiliano Bruno?
    Nasco in una famiglia borghese, padre avvocato, fratelli laureati in legge. A pochi esami dalla laurea abbandono tutto per seguire le mie passioni: il teatro e la scrittura. Chiaramente questo crea conflitti in famiglia ed io me ne vado a vivere da solo. Faccio il barista e il cameriere per mantenermi, i soldi erano veramente pochi, e continuo a coltivare le cose in cui credo. Pian piano le mie passioni, la mia determinazione e il riscontro importante che ho sempre avuto, sin dall’inizio (rammento i piccolissimi teatri), mi hanno portato dove mi trovo ora e dove sono felice.

     

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    Valeria Massenzi
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    4 of 36,709 Vive a Roma, laureata in Lettere – Dams presso l’Università Statale Roma Tre, si occupa di, principalmente, di scrittura. La sua quotidianità è fatta di mille cose: l’essere donna, moglie, madre, nonna, colf, scrittrice e cantante in erba. Ebbene, sì, ha fondato una sua band "The Alpha Groove", con cui ha fatto, anche recentemente, dei Live, portando sul palco generi blues e rock. Ma la sua grande passione resta la scrittura. Ha lavorato nel campo della sceneggiatura collaborando con alcune produzioni italiane, come la Morgana Production, la Dauphin o la Cassiopea. Nel 2007, tra oltre 1000 progetti, arrivati da tutto il mondo, arriva tra i primi dieci finalisti, al Festival Internazionale della fiction di Roma, con un progetto di mini serie tv, scritto con Massimo De Pascale. Nel 2009 partecipa alla realizzazione di un corto Vite Parallele, diretto da Fulvio Spagnoli, che ha vinto il primo premio al Festival del Cortometraggio di Roma. Nel 2010 esce il suo primo romanzo

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