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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Il delitto perfetto? Non esiste
    Costume e società

    Il delitto perfetto? Non esiste

    Valeria MassenziBy Valeria Massenzi13/06/2012Updated:12/09/2014Nessun commento7 Mins Read
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    Crime Scene
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    Lo afferma  il Professore Natale Fusaro,  uno dei più importanti professionisti italiani nell’ambito della criminologia ,

    avvocato penalista, criminologo, perito del Tribunale Penale di Roma e Coordinatore Didattico Scientifico del Master in “Scienze Forensi” presso l’Università La Sapienza di Roma.

    La figura del criminologo in Italia ha iniziato ad affermarsi solo da pochi anni, grazie anche alla riforma del codice di procedura penale ed oggi la ritroviamo sempre più spesso accanto agli inquirenti o agli avvocati di parte, in qualità di consulente.

    Quando e perché Natale Fusaro decide di diventare criminologo?
    Era il 1989, alla fine del mio percorso universitario come avvocato, decisi di intraprendere una scuola di Specializzazione in Diritto Penale e Criminologia, diretta da Enrico Ferri e Arturo Rocco e contrassegnata dalla magistrale figura di Benigno di Tullio. La specializzazione aveva una durata di due anni, presso l’Università La Sapienza. di Roma. Durante la mia frequentazione della facoltà di giurisprudenza mi resi conto che le materie penalistiche erano quelle che mi interessavano di più. Vinsi una borsa di studio e questa mi incentivò ancora di più a proseguire speditamente su questa strada. Nella scuola di specializzazione ebbi la fortuna di incontrare il Professor Francesco Bruno, docente di Psicopatologia Forense e Criminologia un ottimo insegnante e una persona molto disponibile nei confronti di noi studenti. Con il passare del tempo mi venne offerta proprio dal Professor Bruno l’opportunità di collaborare con lui, come assistente all’interno della Sapienza. Da quel momento iniziò un bellissimo rapporto di lavoro con Francesco Bruno, che è continuato anche successivamente al di fuori dell’ateneo. Alla fine della specializzazione mi fu assegnato il Premio Benigno di Tullio per aver realizzato la miglior tesi. E pensare che quando mi iscrissi a giurisprudenza volevo diventare semplicemente avvocato o notaio, all’epoca non pensavo proprio alla criminologia.

    Lei è coordinatore didattico e scientifico del Master di Scienze Forensi presso la Sapienza di Roma. Ci vuole spiegare che cos’è la scienza forense?
    La scienza forense racchiude un insieme di diverse discipline, scientifiche e giuridiche, ognuna delle quali è di supporto all’altra con la propria specifica competenza.

    A volte la vediamo in televisione impegnato a parlare di atti criminali, notiamo che ha un linguaggio chiaro ed essenziale, ma la cosa che colpisce di più è sicuramente la sua pacatezza, l’equilibrio con cui affronta determinati casi. E’ sempre molto cauto, tanto che a volte appare un convinto “innocentista” … al contrario di alcuni suoi colleghi, lei non si sbilancia mai. Perché?
    La mia presenza in alcune trasmissioni televisive è prettamente scientifica o giuridica, commentare e spiegare, ad esempio, una decisione da parte della Cassazione, o il significato di una determinata traccia rilevata dagli inquirenti… non devo e non voglio dare giudizi su un presunto colpevole. Innanzitutto per poter entrare nel merito di una determinata situazione bisogna avere una conoscenza delle carte del procedimento o delle carte processuali, e non sempre si hanno, inoltre non dobbiamo dimenticare che la nostra Costituzione garantisce la non colpevolezza dell’imputato fino alla sentenza definitiva. Oggi una cosa importante da fare è quella di responsabilizzare tutte le categorie di esperti nell’ambito della criminologia. Invito le associazioni scientifiche a realizzare un vademecum comportamentale, che limiti in qualche modo determinati interventi sui media, per non generare nel lettore o nel telespettatore errate percezioni.

    Esiste il delitto perfetto?
    No, non esiste il delitto perfetto, questa definizione è un’invenzione letteraria. Quando si commette un crimine si lascia sempre qualche traccia… più che di delitto perfetto, parlerei di criminale fortunato.

    La scena di un crimine ci può dire molto: da come si sono svolti i fatti a chi può aver commesso il crimine stesso. Con un’attenta analisi è possibile stilare il profilo del S.I.?
    Io la definisco scena dell’evento, in quanto inizialmente non si sa se in quel luogo è avvenuto un crimine, potrebbe trattarsi di un suicidio, di un incidente, non necessariamente di un omicidio. Questa è una delle prime cose da appurare quando ci si trova sul campo. Sicuramente la scena dell’evento ci può fornire delle indicazioni utili in merito a quanto avvenuto. Riuscire a stabilire invece il profilo del soggetto ignoto è una cosa molto più difficile e complessa. Quello che viene definito profiling potrebbe aiutare, ma non si basa su dati certi, non è una tecnica investigativa infallibile

    Parliamo di un fenomeno di grande attualità, definito “femminicidio”. Purtroppo la cronaca ci mette quasi ogni giorno dinanzi a delitti efferati nei confronti delle donne, cosa sta avvenendo nell’universo maschile?
    In questi ultimi tempi c’è stata un’escalation dei delitti intrafamiliari e chi ne paga il prezzo più alto sono le donne. Questo fenomeno affonda le sue radice nell’ambito culturale. In questi anni la donna si è emancipata, ha subito un processo di cambiamento sociale, che alcuni uomini non hanno compreso. Questi individui hanno perso il controllo sulla donna e ciò li rende dei frustrati. Fino a quando determinati uomini non capiranno che la donna non è una loro estensione, che è altro da sé, questo fenomeno è destinato a continuare. E’ importante che avvenga un’evoluzione sociale e culturale per l’uomo, ma in questo caso anche per la donna, che non deve tollerare anche il minimo segnale di violenza.

    Per i tanti giovani che vogliono avvicinarsi a questa nuova figura professionale, ci può spiegare come si diventa criminologo. Qual è l’iter da seguire?
    A chi vuole intraprendere questa strada, consiglio di tenere ben presente che prima di diventare criminologo, bisogna avere acquisito una propria professionalità, poiché fare il criminologo non è una professione, ma la specializzazione di una professione.
    Ricevo puntualmente e-mail di ragazzi che ancora frequentano le superiori e già mi chiedono come fare per diventare criminologo; a tutti rispondo che un tempo ci si poteva specializzare solo se si proveniva da studi di giurisprudenza, di medicina, di psicologia e di sociologia; oggi c’è un’apertura maggiore anche verso lauree inerenti il settore delle scienze della formazione e quello delle scienze della comunicazione.
    Per fare il criminologo bisogna avere una cultura enciclopedica, ma bisogna innanzitutto avere una professione propria, poiché continuo a ripetere, la figura del criminologo sic et simpliciter non esiste, esiste un giurista criminologo, uno psichiatra criminologo, uno psicologo criminologo, un sociologo criminologo, ma non può esistere un diplomato in ragioneria che dopo una laurea triennale si metta a fare il criminologo. .Infine, per svolgere con successo questa attività di specializzazione bisogna necessariamente possedere elevate capacità deduttive,votarsi all’umiltà ed essere animati da un costante desiderio di conoscenza.”

    Valeria Massenzi

    Nata a Roma, ha due figlie. Diplomata all ‘Ist. Professionale per il Turismo e il Commercio estero. Ha svolto una varietà infinita di lavori: dalla Segretaria di Direzione di un’importante multinazionale francese, all’agente di commercio, all’impiegata di banca nella sezione investimenti –collaboratrice di un broker –al lavoro di hostess presso
    l’aeroporto L .Da Vinci di Roma. Negli ultimi anni ha collaborato con varie produzioni su diversi set: cinema e fiction. Non potendo citare tutte le attività svolte, ha scelto quelle che le hanno dato di più, sia dal punto di vista lavorativo che personale. Nel 2009 partecipa attivamente – rivestendo vari ruoli nella produzione “Tasche Vuote” – alla realizzazione del cortometraggio Viaggi Paralleli, diretto da Fulvio Spagnoli, un’opera che si classifica al
    primo posto nella sez. surreale del Festival del Cortometraggio di Roma. Nel giugno del 2010 esce il suo primo romanzo: Primavera a Novembre, edito da Alpes Italia Qualche mese più tardi si laurea in Lettere: sceneggiatura cinematografica e televisiva, autrice di testi per programmi radiofonici e televisivi; presso l’Università Statale Roma Tre. Attualmente si occupa di scrittura, privilegiando la sceneggiatura.

    crimimologia femminicidio
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    Valeria Massenzi
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    4 of 36,709 Vive a Roma, laureata in Lettere – Dams presso l’Università Statale Roma Tre, si occupa di, principalmente, di scrittura. La sua quotidianità è fatta di mille cose: l’essere donna, moglie, madre, nonna, colf, scrittrice e cantante in erba. Ebbene, sì, ha fondato una sua band "The Alpha Groove", con cui ha fatto, anche recentemente, dei Live, portando sul palco generi blues e rock. Ma la sua grande passione resta la scrittura. Ha lavorato nel campo della sceneggiatura collaborando con alcune produzioni italiane, come la Morgana Production, la Dauphin o la Cassiopea. Nel 2007, tra oltre 1000 progetti, arrivati da tutto il mondo, arriva tra i primi dieci finalisti, al Festival Internazionale della fiction di Roma, con un progetto di mini serie tv, scritto con Massimo De Pascale. Nel 2009 partecipa alla realizzazione di un corto Vite Parallele, diretto da Fulvio Spagnoli, che ha vinto il primo premio al Festival del Cortometraggio di Roma. Nel 2010 esce il suo primo romanzo

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    La solitudine dei non amati, firmato e diretto dal La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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