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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Una madre che non si consola
    Costume e società

    Una madre che non si consola

    DolsBy Dols02/04/2012Updated:30/06/2014Nessun commento2 Mins Read
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    di Daniela Accurso

    Un dolore che non appartiene al corso della Natura, la morte di un figlio.
    E la sopravvivenza di due genitori che devono continuare a vivere, parlare,sorridere, dormire , mangiare. La rassegnazione prende il sopravvento. Lo strazio lascia il posto alla sorda- assurda mancanza, attraverso una lenta tortura dell’anima e della mente, il cuore è lacerato. E non si riprenderà mai piu’.
    Questa riflessione è scritta da una mamma, Gisa, 62 anni, che ha perso il suo primogenito, Andrea, a causa di un tumore.
    Calvario dopo calvario, Andrea è spirato a 30 anni, ma i medici che l’hanno seguito in un percorso terapeutico sperimentale non sono stati vicino psicologicamente a questa famiglia.
    I malati sono dati indispensabili per le statistiche? Sono casi da studiare per fare poi le comparazioni con altre esperienze cliniche? Oppure il numero di affetti da tumore cresce in maniera così esponenziale che non c’è tempo di soffermarsi per una parola, una telefonata, un conforto da parte degli operatori sanitari è pressocchè impensabile?
    A voi , se ci riuscite, la risposta.

    “Ogni individuo ha diritto ad essere trattato come persona nel significato profondo del termine,come essere capace di provare sentimenti, stati d’animo, emozioni.  Spesso nella realtà ciò non accade,diventiamo gente e nel peggior caso numeri. E allora ci si sente smarriti , specie se accade quando sei più fragile e quindi indifeso. Andrea,mio figlio,é morto il 7 luglio per un glioblastoma.
    E’ stato seguito all’ospedale Bellaria di Bologna, reparto oncologico, per 3 anni. Poi il precitare del male, l’intervento chirurgico,la sentenza ed il giorno successivo ad essa, il 2 maggio, le dimissioni tra la massima indifferenza. Dovevamo toglierci di torno,il caso clinico era chiuso, la malattia non più aggredibile. Subito via,meglio eliminare dalla vista l’ “oggetto” della sconfitta a cui il più delle volte la malattia porta. L’umanità?…un’altra storia. Poi silenzio. Il 6 ottobre ricevo una telefonata da una assistente del reparto oncologico, mi si chiede come sia finita…dopo 5 mesi! Non certo per interesse per il malato, dato i tempi, ma per la malattia,per la statistica. Sarebbe stato meglio telefonare al medico curante, no ? Andrea è diventato un numero, io mi sento un numero.”

    figlio madre morte tumore
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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