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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Donne sottorapresentate nei media
    Costume e società

    Donne sottorapresentate nei media

    Magda TerrevoliBy Magda Terrevoli09/12/2011Updated:11/12/2014Nessun commento4 Mins Read
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    donnemedia
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    di Magda Terrevoli e Maria Pasanisi

    Il progetto  “Emittenti locali e differenze di genere”, attuato dal CORECOM Puglia e Commissione Pari Opportunità Regione Puglia,  ha l’obiettivo di rilevare come le emittenti pugliesi riescono a far transitare attraverso l’informazione, modelli coerenti con la nuova identità di genere, o al contrario, continuano a veicolare una rappresentazione ispirata a vecchi modelli e stereotipi condannando la figura femminile alla marginalità.

    La metodologia utilizzata segue parte dell’impostazione della ricerca effettuata dal Global Media Monitoring Project.

    Le emittenti analizzate (14-15 novembre 2010) sono le seguenti:
    ANTENNA SUD – Bari
    STUDIO 100 – Taranto
    TRCB – Ostuni (BR)
    TELEFOGGIA srl – Foggia
    TELENORBA – Conversano (Ba)
    TELERAMA srl – Lecce
    La fascia oraria su cui è stato effettuato il monitoraggio è quella che va dalle 19 alle 24, su notiziari e programmi di
    approfondimento ad essi collegati.

    Metodo utilizzato
    VERIFICA DEI RUOLI DI VERTICE ALL’INTERNO DEI CDA DI CIASCUNA EMITTENTE E PRESENZA DI GIORNALISTI E GIORNALISTE (Tot. 71 D-76 U)
    CONDUZIONE
    LA NOTIZIA
    IL CONTESTO DI PERTINENZA
    SOGGETTO DELLA NOTIZIA
    CLASSIFICAZIONE STEREOTIPI (Palesi, sottili, occasioni mancate/genere nascosto, genere consapevole)

    I risultati

    Le donne sono risultate, in linea generale, fortemente sottorappresentate nelle notizie.
    Quali le conseguenze?
    La bassa presenza femminile nel mondo dell’informazione restituisce un’immagine irreale del contributo di uomini e donne alla costruzione sociale e condiziona il perpetuarsi di modelli femminili che spingono a fare riferimento privilegiato ad altri ambiti di espressione come quelli legati allo spettacolo e all’intrattenimento leggero.

    Come autorità o esperte le donne non appaiono quasi mai nell’informazione
    Nella maggioranza dei casi, la visibilità femminile dipende dal coinvolgimento diretto nei fatti di cui si narra.
    Coinvolgimento basso di esperte anche dove i temi sono di prevalente interesse femminile (la maternità, ad esempio):

    Manca un punto di vista di genere sulle questioni importanti (l’informazione politica e l’economia).
    Gli uomini primeggiano nelle notizie riguardanti l’Economia.
    La conseguenza più immediata è perpetuare l’idea che nelle cose che davvero contano (politica ed economia, appunto) non esiste la possibilità di un altro punto di vista, un punto di vista “differente”.
    Si riafferma così, che per avere potere una donna ha solo due alternative: adeguarsi all’ordine corrente o rinunciare ad agire.

    Quindi permane una visione sessista della figura femminile.
    Il sesso e il crimine sono i classici mondi di riferimento dello stereotipo.
    La donna in posa sexy sulla moto in esposizione per illustrare la crisi delle vendite è noiosa ripetizione di
    un’immagine stantia: l’ammaliatrice,  spalmata sul cofano, pezzo integrante della macchina, carrozzeria umana.
    Prevalenza femminile in articoli o servizi di cronaca che riguardano criminalità e violenza sono traccia resistente ed indicativa di una sensibilità dell’informazione stereotipata verso le donne del “male”:  l’assassina,  la complice.

    Non c’è  sostanziale differenza di approccio al tema da parte delle sei emittenti prese in esame.
    Sono presenti differenze di sensibilità ma nessuna realtà fra quelle esaminate sembra capace di far transitare modelli realmente nuovi e rispettosi del cambiamento in atto.

    E’ necessario quindi riequilibrare la presenza femminile rispetto a quella maschile, per quantità ma anche e soprattutto per qualità di interventi, stimolare l’attenzione a scegliere più figure femminili autorevoli, moltiplicando i modelli positivi da offrire a ragazzi e ragazze; sviluppare attenzione a ricercare un punto di vista femminile anche sulle questioni da sempre appannaggio degli uomini come l’economia e la politica, spingere a riconoscere ed evitare scivolate anacronistiche e dannose verso la donna-caricatura, la donna-fantasia partorita dall’immaginario maschile.

    IPOTESI FASE POST-PROGETTO
    CREARE AREA TEST
    Stimolare una o più emittenti ad organizzare un percorso formativo all’interno dell’azienda, indirizzato ad operatori/trici dell’informazione;
    Progettare una conseguente azione di monitoraggio ed una successiva fase di analisi dei risultati in termini sia qualitativi, che in termini quantitativi.
    Verificare ed esplorare il nesso fra adeguata rappresentazione femminile e gradimento potrebbe dare indicazioni utili su come avviare in maniera efficace il processo di cambiamento auspicato

    slides conf.stampa FINALE

    Leggi anche Donne e media del Censis

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    Magda Terrevoli

    Laurea in lettere con indirizzo storico, artistico, archeologico medievale. Iscritta all’ ordine nazionale dei giornalisti. Dal 2006 è stata eletta Presidente della Commissione Pari Opportunita della Regione Puglia ed in questa veste ha promosso il Forum regionale sulla salute delle donne che è diventato patrimonio del Nuovo piano regionale della Salute, ha sostenuto il Progetto Europeo “Centro risorse donna”.Continua a lavorare sul Progetto “scuole elementari ...

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