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    Home»I racconti di dols»La caffettiera è la metafora della vita
    I racconti di dols

    La caffettiera è la metafora della vita

    DolsBy Dols21/10/2011Updated:14/11/20137 commenti3 Mins Read
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    di Daniela Accurso

    Racconto di una giornata di ordinario dolore.

    Che strano. Continuo a fissare la caffettiera che questa mattina non ha assolto al suo dovere: borbottare e deliziare il palato. E’ rimasta li’ sopra il piano della cucina, ma nessuno ha acceso il fornello. Che strano. Mio padre nella camera da letto, morto, ed io a contemplare l’elettrodomestico.

    E’ una mattina di agosto. Fa un gran caldo.Mi sveglia mio marito di soprassalto :è morto tuo padre. Da quel momento fino all’arrivo nella casa dei mei io non ho ricordi. Solo urla che straziano le orecchie, le mie,sopraffatte dalle corde vocali impazzite di disperazione . Lo aspettavo con mia madre a pranzo,mio padre, ma quella domenica i programmi cambiano: lo trovo nel letto , disteso e sereno. E’ passato dal sonno alla morte, senza dire una parola, in silenzio come è silenziosa la notte, senza che mia madre si accorgesse di nulla. Adesso mi rivedo, ferma sull’uscio della cucina,immobile, a guardare. Come d’abitudine , il mio bravo papa’ – mi manca non potere pronunciare piu’ la parola papa’ -prepara la caffettierina da due tazze, di modo che la mattina dopo non deve fare altro che accendere il fornello.

    E invece quella mattina la morte ha sfidato la vita. E ha vinto. Le parole non servono a rivivere lo strazio di quella giornata e di tante altre ancora. Il respiro si intreccia con il rantolo. Ed è un attimo. Puo’ interrompere il suo ritmo senza preavviso. Non si puo’ fare finta di superare il dolore. Quello vero resta, ma si trasforma in una insidiosa compagnia che si appiccica nella pelle, come una seconda pelle. E cresce, seppure in sordina, dentro il tuo cuore. Vivi e gioisci, poi vivi e soffri, e ancora vivi e poi un giorno non vivrai piu’,lasciando tutti nella incredulità e nella paura. Chi resta prova lo sgomento che diventa la certezza delle giornate. Ormai tutto sarà uguale e diverso, nello stesso tempo. Qualcuno, mi scuote da dietro. Mi sento imbambolata. Si capisce, sono sotto choc. Mi prendono con la forza, non mi voglio spostare di un millimetro, ma riescono a farmi sedere su un divano, in un’altra stanza. Il resto è uno strazio da routine. I parenti,gli amici, la chiesa, il cimitero. E i giorni, uno dopo l’altro. Come prima.I sorrisi e le liti, le arrabbiature e le strette di mano, gli abbracci e l’insonnia. Tutto come prima. Andiamo avanti con lo stesso copione da recitare. A proposito anche io preparavo la caffettiera, ogni sera, poi però, chissà perché, ho smesso.

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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    7 commenti

    1. Avatar photo
      Dols on 21/10/2011 11:57

      Quest’articolo quando l’ho letto mi ha commosso. Sara’ anche ho perso anche io mio padre da poco. E anche lì c’era una caffettiera in attesa.

      Reply
    2. Paola on 21/10/2011 12:23

      Le abitudini che ci regalano gli altri, come quella della caffettiera, ci accompagneranno sempre anche se il tempo scorre! Io sono una di quelle!Una pagina molto toccante… grazie Daniela

      Reply
    3. Alessandra Rossi on 21/10/2011 12:35

      Mio padre mi è stato molto vicino nel suo ultimo anno di vita. Mi invitava a casa sua, lui divorziato da tempo, io appena separata, dove aveva preparato per me ed i miei figli succulenti pranzetti. Adorava cucinare.
      Questo articolo me lo ha ricordato, grazie Daniela per questi pensieri cosi’ delicati ed importanti.

      Reply
    4. Avatar photo
      Dols on 21/10/2011 12:39

      In realtà le persone morte se hanno vissuto bene e ti hanno regalato dei valori,non muoiono mai.

      Reply
    5. annarita on 21/10/2011 13:26

      Mio padre mi preparava la spigola al vapore. Quando se n’è andato, prematuramente, ho tardato molto a buttare via le parole crociate che gli servivano per tenere allenata la memoria. Così ho cominciato a comprarle per me, seguendo il suo esempio. Così come per tante altre cose. Racconto ciò che faceva a mio figlio, chè non lo ha mai conosciuto. A volte ritrovo alcune tendenze nel mio bambino che ricordano le abitudini di mio padre e sorrido.
      Daniela, torna a preparare quella caffettiera, sostituosci appena puoi il tuo dolore in una rassicurante abitudine! I nostri cari riemergono proprio nelle nostre piccole azioni quotidiane e questo porta conforto.

      Reply
    6. Marilina on 24/10/2011 11:19

      Accade,talvolta, che le nostre consuetudini ci sopravvivano.Che strana ironia!Tante sono le cose che sappiamo, ma di una non ci convinceremo mai: la morte giunge senza preavviso e neppure convenevoli e ride di noi. Ma anche noi ridiamo di lei quando la sfidiamo: non credo Daniela che tuo papà sia rimasto indietro rispetto alla sua consuetudine, eloquente assai; credo piuttosto che lui sia andato oltre, non curante…..e forse ridendo di lei, che è ancora li, e lo sapetta.

      Reply
    7. daniela on 28/10/2011 18:33

      Questa storia è bellissima piena di sentimenti e di dolore per una persona che in vita si è fatta amare ,non posso dire lo stesso di me io ho avuto un padre latittante di sentimenti,severo ,egoista ………..quindi quando è mancato il mio dolore era un misto fra dispiacere e sollievo .Perdonatemi se scrivo queste cose ma voglio essere sincera anche se a distanza di venti anni fa ancora male non avere un padre presente che si prendesse cura di me .

      Reply
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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
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E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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