Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Tre amiche
    • Spirit World – La Festa delle Lanterne
    • Anche la logistica ottiene la Certificazione per la Parità di Genere
    • Luana Sciamanna
    • DIAMANTI IN CANTINA  
    • Tutto l’amore che serve
    • Fino alle Montagne
    • Musica con vista 2025
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Tre amiche

      By Erica Arosio18/06/20250
      Recent

      Tre amiche

      18/06/2025

      Spirit World – La Festa delle Lanterne

      17/06/2025

      DIAMANTI IN CANTINA  

      16/06/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Essere immigrati: il lutto invisibile dell’identità spezzata
    Costume e società

    Essere immigrati: il lutto invisibile dell’identità spezzata

    Nurgül COKGEZİCİBy Nurgül COKGEZİCİ31/05/2025Nessun commento3 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    Cosa significa essere immigrati?
    Una domanda semplice solo in apparenza. La risposta è scritta nei corpi stanchi, nei silenzi carichi, negli occhi che ogni giorno si sforzano di apparire “adatti”.

    Essere immigrati significa vivere anni lunghi, anni di fatica, di dolore, di invisibilità. Anni di lavoro duro e sottopagato, di tentativi continui di adattamento. Anni in cui ci si chiude nei confini della propria comunità perché “l’altro”, l’autoctono, fa paura. E, spesso, questa paura è reciproca.
    Essere immigrati vuol dire abitare una posizione subalterna nella società postmoderna, dove si è tollerati solo quando si resta al proprio posto. Dove si è accolti solo se si rinuncia a ciò che si è.
    Vuol dire essere più istruiti, più preparati, più disponibili, ma sempre percepiti come un corpo estraneo.
    Come un elemento da assimilare o da espellere.

    Ma perché è così doloroso?
    Perché migrare è un lutto.
    È lacerante dover abbandonare la propria casa, i propri affetti, gli odori familiari, i sapori dell’infanzia.
    È una ferita che non smette mai di sanguinare.
    E ogni giorno si sopravvive con la speranza di ricostruire, altrove, ciò che si è perso.

    Agli immigrati si chiede tanto: imparare una lingua, adattarsi a un contesto spesso ostile, sopravvivere con salari bassissimi, affrontare turni estenuanti.
    E, talvolta, a sfruttarli sono gli stessi compaesani.
    Perché la rete è quella, e l’autoctono che ha il coltello dalla parte del manico può fare ancora più paura.
    Ecco perché molti restano confinati nella propria comunità.
    Si lavora tutto l’anno per quel solo mese di ritorno al Paese d’origine, ad agosto, per mostrare che ce l’hai fatta.
    Per non essere un fallito.
    Ma nessuno sa quanto dolore si porti dentro chi è partito.

    E i figli?
    I figli degli immigrati portano un peso ancora più grande.
    Cercano di salvare i genitori davanti agli autoctoni, e gli autoctoni davanti ai genitori.
    Appartengono a due mondi, ma si sentono senza terra.
    Vivono nel paradosso di chi è “troppo” per una parte e “non abbastanza” per l’altra.
    Sono disorientati, spaesati.
    Qualcuno riesce a trovare un equilibrio, ma deve lottare il doppio, il triplo.
    Più spesso, l’unica via di sopravvivenza è l’assimilazione: annullarsi, annacquare le radici.
    L’Occidente lo chiama “integrazione”. Ma si può forse integrare una mela in una pera?
    No. Al massimo si può fare una macedonia: convivere, interagire.

    Le seconde generazioni cercano se stesse nei legami.
    Nei sentimenti. Nelle relazioni affettive.
    Ma anche lì si trovano in bilico.
    Chi scegliere? Il compagno autoctono o quello della propria origine?
    Spesso cercano affinità tra coetanei immigrati come loro, anche se di etnie diverse.
    Ma poi emergono altri confini: religioni, culture, tradizioni.
    Ostacoli nuovi. Dolori sovrapposti.

    Sono una mediatrice culturale, madre di tre figlie, ognuno delle quali porta un nome occidentale e uno orientale.
    Non per confonderle, ma per renderle complete.
    Per farli appartenere a entrambe le culture.
    Anche se so che è difficile.
    Che è doloroso.

    L’unica cosa che chiediamo noi immigrati, noi figli di frontiera è comprensione.
    Conoscenza reciproca.
    Il riconoscimento dei confini: dove inizia il mio e dove finisce, e dove inizia quello dell’altro.

    Essere immigrati significa vivere una lotta silenziosa e quotidiana per il diritto di essere sé stessi, senza dover rinunciare a ciò che si è stati
    [

    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Avatar photo
    Nurgül COKGEZİCİ

    Nurgul Çokgezici nasce nel 1984 in Kurdistan, nella regione dell’Anatolia. All’età di 9 anni, a seguito della diaspora curda degli anni ’90, si trasferisce in Italia, dove intraprende il suo percorso di integrazione e formazione. Completa gli studi elementari, medie e superiori in Italia, dimostrando fin da subito una forte dedizione all’inclusione. Successivamente, si laurea in Mediazione Linguistica presso l’Università UNIUMA (Umanitaria), per poi specializzarsi in Linguistica Moderna. La sua carriera accademica e professionale si distingue per una forte vocazione all’interculturalità e all’educazione inclusiva. Nurgul Çokgezici è oggi una figura poliedrica: mediatrice linguistico-culturale, psicologa, pedagogista ed educatrice socio-pedagogica. Da anni lavora nelle scuole, promuovendo progetti educativi finalizzati all’integrazione e all’inclusione. Esperienze Professionali Come mediatrice linguistico-culturale, ha collaborato con le commissioni territoriali per la protezione internazionale, operando in quasi tutte le regioni italiane. Ha inoltre svolto attività come mediatrice e interprete giurata in tribunali, prefetture, questure, ospedali e consultori, offrendo supporto a persone in situazioni di vulnerabilità.

    Related Posts

    Tre amiche

    18/06/2025

    Spirit World – La Festa delle Lanterne

    17/06/2025

    DIAMANTI IN CANTINA  

    16/06/2025
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Le protagoniste di questo bel film sono tre attric Le protagoniste di questo bel film sono tre attrici francesi deliziose, tre donne vere, che non hanno bisogno di chissà quali artifici per essere belle, attraenti e soprattutto insuperabili nel mettersi nei guai.

https://www.dols.it/2025/06/18/tre-amiche/
    Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Genzano di Roma nel 1978 e vive ad Ariccia. È esperta di violenza di genere e relazioni abusive, e collabora con i centri antiviolenza dei Castelli Romani, fornendo consulenza e assistenza legale alle donne vittime di violenza. È anche docente per la Regione Lazio nella formazione degli operatori della rete antiviolenza territoriale, e fondatrice e Presidente dell’associazione di promozione sociale “Crisalide Donne per le Donne”, che si occupa di consapevolezza ed empowerment femminile.

https://www.dols.it/2025/06/17/luana-sciamanna/
    Amanti in cantina recensione di Elena Guerrini Amanti in cantina recensione di Elena Guerrini
    Post su Instagram 17888416860161530 Post su Instagram 17888416860161530
    https://www.dols.it/2025/06/13/tutto-lamore-che-se https://www.dols.it/2025/06/13/tutto-lamore-che-serve/
    Stamattina mi sono svegliato con gli uccellini ch Stamattina  mi sono svegliato con gli uccellini che gorgheggiavano
    https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-20 https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-2025/
    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    Post su Instagram 18090652831721010 Post su Instagram 18090652831721010
    Post su Instagram 18048668675601778 Post su Instagram 18048668675601778
    Post su Instagram 17876335017241317 Post su Instagram 17876335017241317
    Post su Instagram 18063607010115356 Post su Instagram 18063607010115356
    De bello a Gresart De bello a Gresart
    Post su Instagram 18117014455479037 Post su Instagram 18117014455479037
    Post su Instagram 18227739895291385 Post su Instagram 18227739895291385
    Recensione di Adriana Moltedo Recensione di Adriana Moltedo
    Recensione di Erica Arosio Recensione di Erica Arosio
    Post su Instagram 17959636775930644 Post su Instagram 17959636775930644
    Ho visitato di recente la bellissima mostra Un alt Ho visitato di recente la bellissima mostra Un altro sguardo Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa a Villa Panza, (Varese). aperta al pubblico dall’11 aprile al 12 ottobre 2025 che rappresenta l’inaugurazione di un ciclo espositivo dedicato al tema del collezionismo come espressione di un pensiero e strumento di indagine del presen

https://www.dols.it/2025/05/26/un-altro-sguardo-e-gemma-de-angelis-testa/
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK