Everything Everywhere All at Once

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di Adriana Moltedo

Il miglior film su una persona che deve fare la dichiarazione dei redditi.

Everything Everywhere All at Once, Tutto ovunque, tutto contemporaneamente, divertente film diretto dai visionari e geniale duo The Daniels – ovvero Daniel Kwan 38 anni e Daniel Scheinert 35 anni, è un inno, un ELOGIO alla MADRE.

LA MADRE in tutte le sue sfaccettature: Bella, Brutta, Cattiva, Dolce, Aggressiva, Violenta !!! 

Everything Everywhere All at Once, opera che racconta una storia universale passando per tutte le dimensioni possibili del tempo, dello spazio e dell’essere. Un film altamente spettacolare e allo stesso tempo profondo, che fonde commedia, dramma familiare, arti marziali, romanticismo, dita fatte di wurstel e un bagel che racchiude i segreti dell’universo.

Prodotto dai fratelli Russo, e distribuito negli USA da A24, un record d’incassi per la società di produzione a basso costo, è diventato presto un vero caso cinematografico, con un botteghino mondiale da circa 100 milioni di dollari – che ne ha fatto il più grade successo del distributore d’oltreoceano di cult,  portato nei cinema italiani  da I Wonder Pictures, con protagonista una strepitosa Michelle Yeoh. 

A24 è lo studio internazionale che sta cambiando il volto del cinema mondiale con le sue scelte artistiche fuori dagli schemi. In questi anni ha dato fiducia a giovani talenti che si sono già affermati come autori di riferimento, come gli stessi registi di “Everything Everywhere All At Once”.

Tutto accade così velocemente in un susseguirsi di azioni incontrollabili che lo spettatore è travolto nel vortice irresistibile da non capirci niente ed è preso se non da matte risate e all’improvviso da paura. Tutto è una follia difficile da raccontare, come ha dichiarato lo tesso Daniel Kwan.

Capiamo che Evelyn Wang (Michelle Yeoh) gestisce una piccola lavanderia a gettoni, ha una figlia adolescente, Joy (Stephanie Hsu) che non capisce più, un padre in preda alla demenza senile, rintronato e un matrimonio in fallimento. Evelyn scopre la porta che la conduce in un mondo alternativo, proprio in quell’ufficio asettico dove la sua vita sta per andare a rotoli.

Evelyn si ritroverà così a confrontarsi con i multipli di tutte le persone che la circondano, mentre la guida per entrare e spostarsi da un universo all’altro sarà inaspettatamente proprio suo marito.

L’uomo e la sua conoscenza degli espedienti per entrare ed uscire dal multiverso saranno fondamentali per il percorso di Evelyn, che a sorpresa dovrà affrontare un oscuro nemico.

Un controllo fiscale di routine fatto dall’esagerata Halloween Kills interpretata magistralmente da Jamie Lee Curtis, figlia di Janet Leigh, la donna che Hitchicok in PSYCO fece morire ammazzata nella doccia a pochi minuti dall’inizio del film, e Tony Curtis (A qualcuno piace caldo),   diventa inaspettatamente la porta attraverso cui Evelyn viene trascinata in una avvincente e coloratissima avventura nel multiverso più innovativo e divertente mai visto al cinema. 

La diva cinese è affiancata oltre che dalla straordinaria  Jamie Lee Curtis (Halloween Kills) da Ke Huy Quan (ora di 51 anni) che è stato il ragazzino asiatico dei Goonies e Indiana Jones, tornato alla recitazione dopo venti anni di assenza dallo schermo, un uomo buono ma poco avvezzo alla gestione di affari e famiglia.

Di lui D. Kwan ha detto: “È stata la prima persona a cui abbiamo fatto il provino per il ruolo ed è diventato immediatamente il nostro preferito. Perché è Waymond, è un tesoro che è semplicemente pieno di gioia, che vuole solo recitare, che vuole solo accoglierti in quell’energia. Questa è la persona che abbiamo immaginato quando stavamo scrivendo questo ruolo. Un artista marziale per di più, che è in grado di essere convincente, e poi è dolce. Un sacco di persone che praticano arti marziali tendono a inclinarsi nella direzione opposta e quindi abbiamo faticato per un po’.”

 “Everything Everywhere All At Once” è un  dramma, una commedia, forse anche un triller. E’ un film speciale. Con montaggio speciale a cura di Paul Rogers.

Il suo ritmo vertiginoso corrisponde ai frenetici dialoghi della sceneggiatura con strati di universi che si uniscono simultaneamente, mentre i tagli corrispondenti legano perfettamente gli universi e alimentano i viaggi interiori di Evelyn, mentre i tagli giocosi aiutano ad enfatizzare l’umorismo al centro del film.

Ma Paul Rogers è ancora più giovane dei Daniels e non ha avuto il coraggio di tagliare il film o il duo non ha accettato il taglio finale e alla fine il film è inutilmente ripetitivo.

Altrimenti sarebbe stato perfetto.

Aspettiamo con ansia la prossima opera dei tre geniali autori i cui errori non sono altro che ulteriore opera d’arte!

moltedo-filmAdriana Moltedo 

Giornalista, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità, esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Curatrice editoriale.

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