Non siamo soli, ci sono anche gli altri

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Sono diventato filosofo, che disprezzo la maggior parte delle cose che sono in genere tenute in considerazione e che tengo in considerazione altre cui non siamo soliti fare caso”, così scriveva’ Renè Descartes il 15 aprile del 1631 a Balzac. Un filosofo o una filosofa non può prescindere dal tenere in considerazione ciò che apparentemente banalmente viene sottovalutato, magari per il solo fatto di non essere qualcosa di appariscente o perché, la più probabile delle opzioni, prima di tutto badiamo ai nostri diritti e poco importa se lediamo quelli degli altri. Un pensiero molto significativo, che poi è un profondo concetto su cui riflettere, mi è stato suggerito un certo numero di anni fa dal mio collega ed amico Max Bonfanti: “Non siamo soli ci sono anche gli altri. Gli altri sono importanti perché gli altri per gli altri siamo noi. Rispettiamo gli altri e rispetteremo noi stessi”. L’occasione è stato il parcheggio sbagliato di una bicicletta legata ad un paletto in modo tale da impedire il passaggio sul marciapiede a chi non può deambulare facilmente: lasciare il mezzo senza pensare all’altro meno fortunato significa dimenticare che non siamo soli. Da quando ho iniziato a riflettere su questo aspetto delle nostre relazioni ho sempre trovato l’occasione per farlo sapere. Mi è capitato più volte al supermercato di essere in fila per pagare gli acquisti da ritirare dopo che la cassiera li ha passati al lettore ottico, è necessaria una certa abilità per non creare intoppi e rendere più lenta l’operazione.

Ma veniamo al dunque. Ecco che qualcuno davanti a me non solo se la prende molto comoda ma anche non mi dà la possibilità di passare e mettermi nella postazione giusta per insacchettare i miei prodotti. Un tempo mi innervosivo ma da quando faccio notare che “Non siamo soli, ci sono anche gli altri” e tutto il resto della frase, ottengo a volte il risultato sperato: la persona si sposta senza obiettare. Molti fingono di nulla, altri mi guardano stupiti. Non dobbiamo arrenderci alla mancanza di altruismo e continuando a far notare che ognuno ha i propri diritti sono certa che otterremo dei risultati.

Esseri filosofi vuol dire fare caso a ciò a cui non tutti fanno caso, ma anche trovare strategie per risolvere il problema. Quello che ho esposto è solo apparentemente insignificante, in realtà è la spia di una società troppo spesso egocentrata che dei diritti altrui se ne infischia.

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Profilo Autore

Maria Giovanna Farina

Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

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