Il mio Natale

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Il mio Natale è un Natale di condivisione e rimemorazione,

lo è da sempre, da quando ho smesso di credere a Babbo Natale o meglio a Gesù Bambino. Era bello svegliarsi la mattina di Natale e trovare “per magia” i doni venuti dal cielo: quale bambino non sogna quel momento ricco di pathos? Di candido stupore? Un attimo di puro egoismo, ma egoismo buono, quello che fa bene alla crescita, alla buona considerazione di sé. Era bello vedere realizzati i propri desideri infantili uniti alla sorpresa di trovare qualche dono inaspettato e per questo più bello. Il momento dell’attesa era a dir poco emozionante, il famoso sabato del villaggio di leopardiana memoria rendeva tutto ancor più esaltante.

Quando nell’età adulta, dimentichi da anni del magico Natale dell’infanzia, il fiabesco si perde nei meandri dei lontani ricordi, se tutto è andato per il giusto verso si diventa solidali. Si esce dall’egoistica condizione infantile per diventare altruisti, spesso ma non sempre. Cosa cambia del Natale in epoca di pandemia irrisolta? Sicuramente anche la festa più importante risente dell’insicurezza dei tempi, forse si spende meno per regali e pranzo, si risparmia anche nell’unico momento dell’anno quando si è abituati a non badare al denaro perché Natale viene una volta l’anno…Forse si risparmia anche in altruismo? Purtroppo la pandemia sembra non fermarsi e ciò cozza con la voglia di fare festa.

Personalmente, e ve lo racconto come suggerimento per vivere meglio, da quando non credo più a Babbo Natale, che per me era Gesù Bambino, sono serena. Niente più ansia da attesa, niente più egoico godimento dei doni, niente più delusione per un regalo sbagliato, ma solo desiderio di raccoglimento per stare con le persone più care, cagnolina compresa, e ricordare chi non c’è più e mi ha donato, amandomi, il senso profondo di una rinascita. Natale ritorna ogni anno e, se si riesce ad accoglierlo come un’opportunità di scambio d’amore reciproco, nessun evento esterno lo può destabilizzare.

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Profilo Autore

Maria Giovanna Farina

Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

2 commenti

  1. Ormai lo sento poco, festeggiamenti così fatti con regali e regalini sono per i bambini e i nonni… Mi sono orientata verso lo studio delle feste annuali in epoca precristiana e le trovo molto interessanti, ad esempio il Natale si chiamava Yule ed era la festa del ritorno delle giornate più lunghe … Tutto legato alla vita delle piante e degli animali. Queste sono le nostre origini europee

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