Un libro rude perché non cesella, non plasma, non edulcora, non scrimina, sbatte la verità negli occhi del lettore.
di Gina Sorace
Nell’inferno di Salò la lotta civile e dura contro il nazifascismo spicca la figura di un commissario che si nutre di caccia.
Caccia al nemico, al cattivo, all’usurpatore.
Rude.
Gli uomini sono brutali, crudi, animaleschi.
Le donne si vendono e si soddisfano senza sosta, alcune sono vittime altre seduttrici.
Il corpo prevale sulla mente.
La fretta sul raziocinio.
Si racconta tutto.
Graziosamente unica la tecnica narrativa che farebbe impallidire le moderne manovre di editing: qui tutto è flusso di coscienza, le parole sono seminate una dietro l’altra e le virgole sono le sole soste consentite.
Pochissime virgolette e rari punti fermi.
Si scorre, come il sangue.
La superiorità linguistica va di pari passo con la nitidezza storica.
Di Castellaneta lessi “Cerchi nell’acqua” e “Villa di delizia” ma è stato questo titolo a farlo brillare tra i miei autori favoriti. Brillare come la più buona delle bombe. Quelle che ti scoppiano dentro con fatidico rumore.
E sì che il suo raccontare di erotico mi era apparso subito singolare, ma mai questa dimestichezza con tutte le forme del nudo.
Voto 8 e si passa ad una maestra del giallo!
