Per un misterioso meccanismo della mente umana che intuisco ma che non sono in grado di spiegare, una donna in ruoli di responsabilità politica suscita, in un determinato genere di persone, reazioni violente, isteriche, meschine e sgradevoli.
E’ successo con la Carfagna, la Bindi, lo vediamo ai giorni nostri con la Boldrini, la Boschi, la Madia: persone, al di là dei giudizi che ognuno di noi dà alle loro idee, sicuramente di valore e certamente impegnate per l’interesse collettivo. La tastiera di questi poco di buono, normalmente sintonizzata sul tasto “ladri, corrotti”, quando si tratta di inveire contro una politica, magicamente si sposta sull’altro tasto: “ladra, corrotta, puttana; a chi l’hai data?”. E’ più forte di loro, questa deriva pare vada in automatico.
Alla sig.ra Cecile Kyenge, ministro italiano per un breve periodo e ora, credo, europarlamentare, è andata, come noto, peggio. Politica, Donna e addirittura Nera.
Nel curiosare su questa vicenda di qualche giorno fa, ho appreso che in occasione di una visita istituzionale della stessa in un paese, credo del parmense, un post su facebook di una dirigente locale della Lega, tale sig.ra Silvana Parri, non esattamente di benvenuto alla europarlamentare, ha scatenato la fantasia, la perversione e la povertà di spirito dei soliti noti evidentemente sollecitati da quel post. Le noiose ingiurie, facilmente intuibili, evito di trascriverle. Trascrivo invece le sagge parole di risposta della Kyenge: «Agli insulti rispondo così: buon giorno Italia. Ripartiamo da tre parole: persona, comunità, fratellanza, rifiutando ogni forma di odio. Non mi sento e non faccio la vittima. Io vado avanti. Nella vita reale. Ma la vittima di questo odio rischia di essere l’Italia. Perchè sento che questo odio si sta facendo proposta politica».
Il Sindaco del paese, mi pare si chiami Medesano la cittadina, così ha scritto oggi: “Ho deciso di sporgere denuncia oggi perché voglio che tutto assuma un significato maggiore. Gli insulti non sono stati rivolti solo ad un politico ma ad una persona che prima di tutto è donna. Il rispetto lo si deve indipendentemente dalla professione, dall’idea politica, dalla fede religiosa, dal colore della pelle”.
Sono in genere un po’ a disagio con i rituali dell’8 marzo e non mi piacciono le mimose recise dagli alberi ma questa iniziativa del Sindaco mi pare una battaglia sacrosanta. Gli insultatori sono stati facilmente individuati. In breve si possono celebrare i processi contro di loro che saranno costretti a scucire un po’ di soldi di risarcimento: meglio così. Perchè, come per la battaglia contro la delinquenza organizzata, se non vai ad intaccare le loro tasche, la battaglia non si vince facilmente. Bravo quel Sindaco.