Se ci si sente un po’ giù, ecco le sostanze nervine

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Quando si menziona una sostanza nervina in genere si pensa al caffè

 In realtà le sostanze nervine sono diverse, le più comuni e popolari, oltre al caffè, sono il tè, il cacao e la cola. Tecnicamente queste sostanze agiscono a livello cellulare facilitando l’ingresso all’interno della cellula di ioni Calcio. In pratica chi assume una sostanza nervina ha un potenziamento dei propri circuiti cerebrali, migliora l’apprendimento e l’attenzione, viene stimolata la contrazione del cuore e dei muscoli in generale, quindi migliora anche la prestazione fisica, aumenta la diuresi, la respirazione e qindi tutto il corpo è caffè-largepronto all’azione, per cui è in genere controindicato assumere queste sostanze se ci si vuole rilassare.

Le sostanze nervine sono presenti anche nei cosiddetti Energy drinks. In queste bevande l’elemento principale è la caffeina. A basse dosi la caffeina stimola lo stato di veglia, la capacità di concentrazione e migliora l’efficienza fisica e mentale. Per basse dosi si intendono 2 o 3 tazzine di caffè. Per dosi maggiori possono insorgere agitazione, tremori, nausea, irrequietezza. La caffeina dà anche tolleranza, quindi c’è la necessità di aumentare le dose quotidiana per avere gli stessi effetti, in sostanza agisce come una droga.

In un Energy drink ci sono in media 80 mg di caffeina pura (pari ad una tazzina di caffè). La caffeina viene mescolata ad altre sostanze vitaminiche e pro-energetiche aggiunte allo scopo di potenziarne l’effetto, quindi con due lattine si raggiunge la dose massima giornaliera, se assunte in concomitanza all’alcool, si potenziano gli effetti eccitatori. Meglio quindi farne un consumo episodico e non costante ogni giorno.

colaBere caffè a digiuno danneggia lo stomaco e stimola la secrezione acida, bere il caffè entro le 6 ore prima di coricarsi rovina la qualità del sonno, uno studio dice che bere caffè dopo un pasto ricco in grassi aumenta la glicemia, cioè lo zucchero nel sangue, del 65%.

Ma quanta caffeina ingurgitiamo? Dipende dove beviamo il caffè, al bar ne è più povero, solo 40 mg, a casa sono 80 e ben 120 se amiamo il caffè lungo americano.

La caffeina entra anche nella composizione di molti farmaci come gli anti-influenzali o gli analgesici. Dopo 1 ora dalla sua assunzione entra in circolo e viene eliminata con velocità diversa su base individuale .

E il caffè verde?

Ci sono in commercio molti dimagranti che contengono il miracoloso caffè verde che miracoloso non è, non aiuta a bruciare i grassi anche a dosi elevate. Il caffè verde può essere consigliabile perché è meno acido del caffè nero tostato, contiene principi nutritivi e antinfiammatori, minerali e vitamine del gruppo B. Non dà il picco di caffeina come quello tostato, pur stimolando lo stato di attenzione, la vigilanza e la vitalità.

 

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Profilo Autore

Elisabetta Ravera

Elisabetta Ravera medico chirurgo, specialista in nutrizione clinica e dietetica, naturopata. Ha gestito l'unità di supporto nutrizionale all'Istituto Tumori di Milano, successivamente si è dedicata alla ricerca clinica. e attualmente esercita la libera professione nell'ambito dietologico-nutrizionale a Cogoleto, nella Riviera Ligure di Ponente e a Genova. Collabora con la rivista "L'Altra Medicina" e ha un suo sito internet www.nutrizionearmonia.it.

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