LAURA ORVIETO, SCRITTRICE PER BAMBINI E BAMBINE

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UNA VIA DI MILANO INTITOLATA A LAURA ORVIETO, SCRITTRICE PER BAMBINI E BAMBINE

Altra targaBella la mia città con il sole! È il giorno dell’intitolazione a Laura Orvieto di una via cittadina vicina a piazzale Maciachini. È sempre stato un quartiere tranquillo, mi dice una concittadina che vive lì da sessant’anni e si ferma a curiosare con alcuni passanti.
Sono qui in rappresentanza dell’Associazione Toponomastica femminile, sezione milanese, che insieme alla sua presidente, Maria Pia Ercolini, si batte in tutta l’Italia per onorare le donne della storia che si sono distinte nella cultura e nelle arti.
La semplice cerimonia prevede un discorso d’inaugurazione, affidato al compositore e assessore alla cultura Filippo Del Corno, in rappresentanza del Comune, alla presenza della consigliera comunale Anita Sonego e di alcuni rappresentanti delle autorità locali.

L’assessore tributa alla scrittrice Laura Orvieto (1876 – 1955) un omaggio sentito, non formale. Parla delle persecuzioni razziali subite dall’autrice insieme alla famiglia, e del contributo dato alla vita di targa-tpMilano. Annuncia che proprio nelle vicinanze di Via Laura Orvieto sarà inaugurato un nuovo teatro dedicato a bambini e ragazzi. Parla di quanto sia importante la letteratura per i più giovani, e del più conosciuto fra i libri di Orvieto, Storie della storia del mondo, in cui gli episodi più noti della storia dell’umanità sono incorniciati da semplici e vivaci racconti di situazioni domestiche. E di come i suoi stessi figli siano diventati appassionati lettori, anche grazie ai libri di questa scrittrice, che ancora oggi è possibile ordinare nelle maggiori librerie.
Ringrazio l’assessore del Corno, cui va tutta la mia stima e simpatia, come sempre colto e brillante. Ma non posso non notare nel suo discorso, l’uso estensivo del solo maschile: la letteratura per l’infanzia ha solo autori – non autrici – e insieme a bambini e ragazzi cui sarà dedicato il teatro, non compaiono anche bambine e ragazze. Peccato…
esempio di architetturaNon voglio biasimare, solo far notare quanto sia dura a morire l’abitudine alla cancellazione del femminile quando si parla di politica e cultura. Per questo il nostro giornale, Toponomastica femminile e molti altre associazioni hanno davvero ancora tanto, tantissimo da fare, proprio a partire dal linguaggio in tutte le situazioni sia quotidiane sia ufficiali. Si dovrà insistere molto perché non siano i soli termini maschili a sussumere quelli femminili. È cruciale per il cambiamento politico e culturale che ci attende.
Vedete, via Laura Orvieto, ampia e ariosa, è come un ponte fra due opposti. Unisce due vie che, come accade in altri quartieri milanesi, hanno caratteri distinti e duramente contrapposti. Via Benigno Crespi, con la sua stilosa e colorata architettura contemporanea, i suoi centri fitness e i localini vegani, è emblema dell’urban life della neo Città metropolitana. Qui la vecchia fabbrica Carlo Erba, di cui rimane una ciminiera cimelio, è diventata quartiere residenziale ricco di verde, di spazi di socializzazione e di design. Parallela corre Via Carlo prima della cerimoniaImbonati, stile vecchia Milano, piena di botteghe etniche, ristoranti e negozi di alimentari dai quattro angoli del mondo. Gli annunci immobiliari sono in arabo, gli odori pungenti e i passanti variopinti. Fra queste due vie, che sanno di mondi giustapposti, e non di mescolanza culturale, si trova la nuova Via Laura Orvieto, a rappresentare simbolicamente il trait d’union fra due mondi.
L’attenzione al femminile, prima e fondamentale diversità del mondo, anzitutto nel linguaggio, sarà il presupposto di una cultura nuova che valorizzi l’unicità, la singolarità degli esseri umani, nel loro essere bambini e bambine, nel loro essere donne, ebree o musulmane, e uomini, italiani o cingalesi.
Ecco il cambiamento sociale che auspichiamo e che l’intitolazione alla scrittrice Laura Orvieto, prepara, insieme a tutti i piccoli gesti, compiuti ogni giorno, di rispetto per le diversità del mondo.

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Profilo Autore

loredana metta

Loredana è una che da tutta la vita si ostina a definirsi musicista e lo è, o meglio, continua a desiderare di diventarlo con tutte le sue forze. Ama insegnare musica, nonostante i diplomi di Conservatorio e i numerosi corsi di specializzazione. Perché fare musica è trovare una via alla conoscenza di sé e il pianoforte è una palestra per la relazione con se stesse, con gli altri e le altre… Insegna Pratica e lettura pianistica al Conservatorio di Vicenza. La sua più grande emozione: vedere due mani inesperte toccare il pianoforte per la prima volta. Vive a Milano, con 9 piante, che hanno tutte un nome, e un certo numero di pupazzi, fra cui Fabio, il suo amato compagno. Adora il cinema, l’arte, la filosofia . É laureata a Bologna in discipline semiotiche.

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