Fuori dalla crisi con il raku

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Come da un hobby possa nascere una professione

da tipitosti.it

Riceviamo e pubblichiamo

“Ho 39 anni, sono piemontese di nascita e cuore. Da qualche anno vivo appena fuori Milano. Sono architetto. E’ un lavoro che svolgo con una certa passione e soprattutto, con una certa fatica, in un Paese, l’Italia, in cui ho deciso testardamente di vivere.
Ho sempre amato l’arte, mi è sempre piaciuto disegnare, sperimentare coi materiali, e mentre gettavo le fondamenta di un mestiere, mi trovavo a vivere per la maggior parte del tempo davanti ad un computer, a disegnare, per lo più. Sarò vintage, ma io amo il disegno a mano, progetto con matita e foglio. Così si elaborano le idee, con le mani e la mani che lavorano insieme. Poi la tecnologia può essere un validissimo supporto, ma non potrà mai sostituire il pensiero fluido su carta. Almeno per me. Con il passare del tempo mi sono accorta che il desiderio di un lavoro manale diventava sempre più pressante.

Avevo voglia di staccarmi da schermi e luci, trovare una dimensione di materiali e gesti più umani. Sono arrivata a scoprire ‘per caso’ la tecnica raku nella lavorazione della ceramica, e non ho avuto dubbi: avevo trovato una strada su cui incamminarmi. Nel raku non vi è nulla di certo: la lavorazione ha variabili che dipendono dal fuoco, dall’aria, dalla temperatura. I pezzi, che escono dal forno raku, si dice che ‘cantino’ a contatto con l’aria, i colori non si stabilizzano subito, è un divenire. Ho trovato questo aspetto meraviglioso.E questo si può capire meglio, se dico che lavorare la terra è una delle mie più intime passioni, con la fotografia. Per capirci, la fatica si vince con la soddisfazione. E non è facile di questi tempi. Non lo è soprattutto in questo Paese.

Credo valga la pena onorare la vita, cercando di viverla al meglio, facendo scelte anche ardite, ma sentite. Anni fa scelsi di studiare architettura e lo feci per assoluta convinzione, che non rinnegherò mai. Oggi sento di aver bisogno anche d’altro per esprimermi, quindi ci investo nel mio piccolo. Un passo alla volta. Ma ci investo seriamente. Da qui i corsi, in cui apprendere le basi con estrema curiosità, l’incontro con artisti e artigiani di grande esperienza sia in questo campo che in altri settori. Pian piano il bagaglio è diventato sempre più consistente, ma anche leggero, e questo mi fa capire che la strada è quella giusta. Per me.

Da due anni e mezzo mi diletto con questa arte. E’ un hobby, ma ho un piano. Parallelamente ad un lavoro che arranca, investo nel raku, nella ceramica, faccio mercatini, cerco di conoscere più realtà possibili. Ho creato una pagina facebook e un blog, partecipo ad iniziative sul territorio italiano e più vado avanti più so che la fatica mi premierà. Non ci sono aiuti né finanziamenti al momento di cui potrei usufruire, in quanto, è appunto, un diletto, ma il primo passo è creare una rete di contatti, muoversi. Nulla arriva stando seduti in soggiorno e maledicendo la crisi. E quando hai un mutuo, un affitto, bollette o semplicemente conti i soldi per mangiare, pare un lusso dedicarsi ad un hobby. Io in questo mio personale lusso credo e rinuncio alle vacanze o ad altri sfizi per investirci quello che posso.
Tra qualche anno voglio portare ad un livello più alto le mie conoscenze e le mie abilità, creare un mio personale stile, su cui sto lavorando. Si riesce solo così: facendo, provando, sbagliando, mettendoci mani testa e cuore. Come in tutte le cose. Non serve che ci creda il mondo, devo crederci io innanzitutto. Questo serve per buttarsi e provare. Ho trovato riscontri tra i miei affetti che mi incoraggiano e anche tra persone che ho incontrato, ad esempio, nei mercatini o in rete. Ricevo apprezzamenti che mi hanno anche commosso a volte e che fanno bene quando arriva il giorno in cui la stanchezza prende il sopravvento.
Se anche solo un minimo di quello che penso e sento arriva con le mie creazioni, ho fatto centro. Non mollerò mai. Specie in questo momento in cui il lavoro serio e onesto è vilipeso, specie in questo Paese che AMO e in cui ho deciso coraggiosamente come tanti di vivere, lavorare, investire. L’Italia è una terra di incommensurabile Bellezza. Parlo di quella delle persone. Che si chiama coraggio. Io l’ho bevuta col latte materno, ci sono cresciuta, ascoltando i racconti di nonna, che in guerra ha perso tutto e ha ricostruito tutto. Come potrei arrendermi alla crisi? Mai
Per info http://istintoe-raku.blogspot.it/

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Profilo Autore

Cinzia Ficco

Pugliese, classe ‘69, laureata in Scienze politiche, giornalista pubblicista, è responsabile del magazine www.tipitosti.it, il blog di chi non molla. Sposata, ha una bambina che si chiama Greta, si diverte a scrivere per lei racconti. Ha pubblicato Josuè e il filo della vita, Il re dalle calze puzzolenti, Tina e la Clessidra, con la casa editrice Edigiò. L’ultimo è Mimosa nel regno di sottosopra, pubblicato da Intermedia.

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