I desideri si avverano se perseguiti

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Perseverare coltivando i propri sogni fa bene. E’ il caso di Anita T. Giuga, critico d’arte siciliano

Anita T. Giuga, trentenne siciliana di Acireale (CT), ha coltivato con perseveranza la sua passione: quella diventare critico d’arte. E c’è riuscita.

Dottoranda presso il dottorato di “Estetica e Pratica delle Arti dell’Università di Catania. Ha collaborato al dipartimento di Psicologia dell’Arte del DAMS di Bologna e insegnato all’Accademia di Belle Arti di quella città. Ha scritto per testate di settore, come Flash Art, Juliet, Cyberzone, Insideart, Espoarte, Giudizio Universale, art a part of cult(ure), Spruzz. Quanto alla poesia, ha curato performances, vinto premi (Prosa poetica , Fara Editore ed. 2007; finalista Poesia di Strada, XI edizione, 2008), la lirica Omero è stata segnalata sul mensile internazionale di cultura poetica Poesia. È presente nelle antologie poetiche e letterarie Memorie del sogno, Sicily black; Io, gli altri, One way, catalogo dell’evento Arte al Cubo Eventi 2009 (A & B Editrice). Assieme a Egidio Cacciola, è autrice del romanzo Il padre manca (A & B Editrice).

Come sei arrivata al dottorato?
In un primo tempo sono stata cultrice della materia in Estetica presso l’Università di Catania – sede di Siracusa -. In seguito ho vinto il concorso per il dottorato in Estetica e Pratica delle Arti” presso la stessa sede, nell’ottobre del 2008, arrivando prima con borsa. E fino all’anno scorso sono stata presente nella commissione d’esame di Storia dell’Arte del ‘900, sempre nella sede di Siracusa.

Dove hai studiato? In Sicilia?
No, A diciannove anni mi trasferii a Bologna dove ho poi conseguito la laurea in D.A.M.S. Arte cum laude.

E dopo la laurea?
Alla fine degli studi frequentai un corso per la Promozione dei Beni Culturali di 872 ore, organizzato dalla regione Lombardia, finanziato dalla Cee e dall’Ifoa, che si è concluso nel 2002 con uno stage presso la Otto Gallery; rilevante galleria d’Arte Contemporanea sita in Bologna. In seguito ho accumulato esperienze formative e culturali sempre più stringenti nel settore delle arti visive e dei panels afferenti al territorio complesso e multidisciplinare del contemporaneo.

E il lavoro? Cosa hai fatto dopo la stage?
Negli ultimi anni il mio lavoro da free lance si è sviluppato sul versante universitario, seminariale e in collaborazione con le testate di settore che ho già citato, ma soprattutto come critico d’arte, curatore indipendente e organizzatore di eventi culturali.
È sempre stata mia intenzione mantenere un costante livello di aggiornamento, indirizzando le competenze acquisite in maniera mirata e internazionalizzando via via i sodalizi professionali più interessanti e vivaci. In quest’ottica ritengo indispensabile, oggi come all’inizio della mia gavetta, piattaforme di lavoro molto specifiche e qualificanti con un board curatoriale di tutto rispetto.

Cosa vuoi fare nel prossimo futuro?
Mi muove la volontà di avviare una struttura di lavoro grazie alla quale articolare ulteriori progetti curatoriali, pur situandomi ai margini del Sistema delle Arti. Questa residenza periferica mi consente, comunque, un certo distacco; vantaggioso a osservare l’arte del presente in una privilegiata sintesi d’insieme. Nondimeno, tutto ciò rafforza la consapevolezza che c’è un diktat da rispettare: cogliere, dove si dia, l’occasione di lavorare a fianco dei maggiori esperti della scena artistica nazionale ed europea, afferrando le occasioni di scambio per corroborare il mio percorso formativo. Un’educazione, a conti fatti, permanente. A tal proposito cito le esperienze più recenti come curatore in visita (1-23/07/2008) alla Fondazione Antonio Ratti a Como, dove ho preso parte al XIV Corso di Arti Visive, visiting professor Yona Friedman, la partecipazione come redattore a “Picnic al Tempio #5 Costruire Texure/Building Texture, curatori Mario Lupano, Marco Navarra, Alessandro Rocca (workshop internazionale di design e costruzione, maggio 5/10/2009; http://www.picniclab.net/). E aggiungo, per inciso, che a febbraio 2011 co-curerò la prima personale della giovane artista istraeliana Einat Amir presso il MLAC di Roma, performer reduce dal festival Performa” di New York.

Quindi non resti inoperosa, sei sempre alla ricerca di un miglioramento…Gli studi che hai fatto ti sono stati utili?
Pensi di aver ricevuto delle buone entrature nel mondo artistico o quello che hai fato l’hai ottenuto da sola?
Gli studi sono stati semplicemente orientativi, solidi dal punto di vista teorico, tuttavia non strumentali alla vocazione meticcia di critico e curatore, né propedeutici a quella didattica.

Ciò che hai appreso potrai metterlo in pratica in Sicilia? E se fosse possibile cosa faresti?
Il vasto network di contatti e relazioni è stato il frutto di una lenta conquista personale; paziente, tenace e ostinata. Quello dell’arte contemporanea è un ambiente competitivo ed elitista nel quale fino a che non si arriva a penetrare nei templi della vera consacrazione (riviste, musei, fondazioni, etc.), per altro non sempre cornici opportune a maturare una retribuzione consona al ruolo e alla preparazione richiesti, mancano i riconoscimenti ufficiali veri e propri. In Italia, per la cronaca, non esiste un albo professionale, né concorsi statali, che servano da accreditamento per i critici d’arte. A quanti intraprendono il percorso, soprattutto in Sicilia, si presenta il problema della rilevanza di una pro-genitura d’alto rango (spesse volte politica) e decenni di investimenti (viaggi, specializzazioni, tour per fiere e biennali europee ed extraeuropee, stages, residenze, etc.). Lo stesso vale per la formazione accademica che ha tempi elefantiaci e abbisogna di grande serenità economica e mentale. In Sicilia mi dedico maggiormente al lavoro teorico e alla costruzione di quelle credenziali scientifiche necessarie alla vocazione didattica, da spendere in Accademia di Belle Arti (un giorno!) e all’interno dell’università.

Pensi che in Italia ci sia una cultura delle arti oppure è più visiva/televisiva?
In Italia il tessuto culturale è a maglie lasche: a una vera programmazione di fondi regionali e nazionali da devolvere alla promozione e allo scambio in seno alle arti contemporanee si è sostituita l’era delle fondazioni e del vale ciò che costa. Nulla di male, ma questi contesti si fanno inarrivabili quando si tratta di muovercisi all’interno come professionista e mediatore culturale e rischiano di intrappolarti in una girandola di precarietà. Mi sono sempre mossa in maniera indipendente e questo ha comportato una gabella molto alta: il raddoppiamento dei tempi e degli ostacoli. Sono donna e questo non agevola, non ho nemmeno goduto della naturale introduzione che offre una famiglia griffata dal blasone delle arti. In fine, come siciliana, spesso adopero una mia koinè comportamentale un po’ naive… Oggi sto cercando l’occasione giusta per un’esperienza di almeno sei mesi in un paese di lingua anglosassone, per tracciare un confronto smaliziato con le decadenze nazionali e, magari, per superarle.

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Profilo Autore

Caterina Della Torre

Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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