Le belle storie che vanno raccontate

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Un murales di cento metri nato in una notte. Per amore e per ricordo.

Ci sono storie che vanno raccontate. Semplicemente, perchè  sono belle. Belle perchè narrano il mondo che nonostante tutto esiste, quanto di positivo ancora  non cede  al marcio  che fa, decisamente, piu’ notizia .

centp-dipintiInsomma accade che in una citta martoriata da quattro alluvioni ci sia un muro grigio di cemento ,muro eretto a provvedimento, sia pur orrendo, per la salvaguardia da una di queste.

Ma accade anche che ci sia una artista che, in quanto tale, ami smodatamente la Bellezza e questo muro grigio voglia trasformare in qualcos’altro.

Accade anche che questa giovane  artista abbia un sogno.

Quello di dedicare qualcosa ad una amica speciale.

Certo dedicare qualcosa a Barbara non era semplice e poi si sa, per fare le cose in grande ci vogliono  soldi anche fosse solamente per i colori da usare per dipingere.

Cosi come è difficile  pensare di  coprire un orrendo muro lungo cento metri, da sola .

Ma Alem, questo è  il nome dell’artista, è donna dolce e testarda.

Testardissima. Come solo  può esserlo una che ha lasciato il suo Paese  per  avere la possibilità  di tornarvi poi ad arricchirlo di opportunita’ .

Una che ha trovato  in Barbara, l’amica scomparsa che porta nel cuore, l’appoggio totale  al suo progetto,appoggio di un cuore aperto,di una mente disponibile, in un paese come l’Italia diventato suo anche grazie a lei . Così Alem racconta di questa idea agli amici più  cari, racconta il suo sogno di colorare, prima o poi, con tutta l’umanità  del mondo , di questo mondo in cerca di nuova casa ma anche di sè stessa , quei cento metri di   muro grigio  che vede ogni giorno ed è  convinta che Barbara, proprio Barbara dalla sua nuova casa in chissà quale meraviglioso cielo, le darà la forza  di realizzare la sua idea.

Poi , in questa storia, all’improvviso, si inserisce una notte.

Una notte di qualche giorno fa.

Esattamente nella stessa cittaà del muro grigio, su un altro muro ma di fronte al mare, si schianta alle tre del mattino una piccola macchina con cinque ragazzi a bordo.

Se ne salva uno solo.

Gli altri volano via. In un attimo.

Superfluo raccontarvi lo sgomento, inutile raccontare di un dolore indescrivibile.

L’unica ragazza fra questi angeli volati via era Irene.

Indomabile, appassionata e col pensiero agli altri ..un pò come Barbara e, in più, abitava proprio davanti a quel muro grigio. Il giorno del suo funerale , laico, davanti al teatro della piccola città  che l’ha vista crescere  foto sue appese al vento e migliaia di palloncini in cielo .

Cosi come per  Barbara c’erano stati i canti degli amici e un brindisi a lei , col vino rosso, in una piccola strada davanti al circolo che amava.

Tutti stretti li’, con i bicchieri in mano , come il cuore .

Cosi, mischiandosi questi momenti come colori su una tavolozza accade che quella mattina, esattamente   la mattina di quel funerale ,pochi giorni fa, chi si e’ svegliato dalle parti di quel muro abbia  visto subito ,insieme col caffe’, che  qualcosa era  cambiato.

Che quei cento metri di cemento grigio erano diventati altro, nella notte.

Cento metri di figure colorate, di decine e decine di figure colorate.

Chi su una barca, chi sulla terraferma, chi appoggiata a quella davanti, chi a sostenersi  l’una con l’altra.

Cento metri di colore, di amore, di lavoro appassionato.

Qualcosa finito al sorgere del sole.

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Di qualcosa che ci accolga, ci protegga .

“La bellezza salvera’ il mondo” è la scritta  con cui parte il cammino colorato delle figure su quel muro fino a leggerne un’altra, scritta  sulla chioma verde di  un grande albero .

Il coraggio per lottare, il cuore per accogliere.A Barbara”.

E’ infatti  questo albero, esattamente quest’albero  che ristora con la sua ombra ed accoglie per un lungo tratto i personaggi colorati che camminano , doveva diventare, ed ora è diventata, Barbara nell’immaginazione artistica della sua amica Alem.

Insomma…in una notte, a Carrara (questa e’ la città dove si e’ svolta questa storia e questo piccolo grande miracolo di amore) decine e decine di mani hanno dipinto questa idea e questo ricordo. Decine di mani sconosciute , smosse dal dolore per delle giovani, belle, ricche  vite chiuse troppo presto come quelle di  Barbara o di Irene.

Mani che sono riuscite in una notte a trasformare tutto questo dolore nella bellezza di un gesto fatto insieme, di notte , con i colori in mano.

Probabilmente agendo veloci per non farsi scoprire perche’ si , certo, la Bellezza come l’Amore sono preziosi ma per le regole del mondo lo è più un muro grigio di cemento intonso e immacolato…

Ma, la mattina, quella mattina , questa umanità  in cammino era lì.

A ricordare Barbara, Irene e chi agli altri ha donato e lasciato qualcosa.

Uno due tre, cento metri…..importanti esattamente come quei famosi “cento passi”…

Cento metri in una notte, cento di  amore e di memoria.
Cento metri,per “restare umani” avrebbe detto una come Barbara.

 

 

 

 

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Profilo Autore

Milene Mucci

Milene Mucci. Nata il giorno della Befana ad Arezzo vive a Carrara fra le Apuane e il mare . Scrive per Dols ( da anni) , per Exibart e Huffington Post. E' Counselor Professionista formata in Aspic (Scuola Superiore Europea di Counseling Professionale) con specializzazione in Art Couseling ed e' iscritta alla Reico. Formatrice di Metodo Caviardage per la RdA ,conduce laboratori di scrittura e mediazione artistica per lo sviluppo delle risorse personali e la crescita personale, soprattutto in relazione all'empowerment femminile. Sua e' la rubrica su Dols dal titolo "Donne si nasce assertive si diventa" Gia' impegnata in battaglie per i diritti civili con Ignazio Marino ,è membro della Fondazione "Antonino Caponnetto" ,che si occupa di lotta alle mafie ,cittadinanza attiva , legalita' e Costituzione. Ha due figli ormai adulti ed in giro per il mondo ed un gatto di nome Sheva che le fa da assistente e che , per ora, e' ancora a casa .. :-)

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