QUANDO CUPIDO SPARA … A CASACCIO – Capitolo VIII

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Innamorarsi è come ricevere  una scarica elettrica che ti dà vigore e la paura diventa una sfida.

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CUPIDO“È stato come ricevere una forte scarica elettrica col defibrillatore … improvvisamente ero viva”.
Ecco qua. Anche oggi siamo uno di fronte all’altra, seduti sui gradini del Molo Audace.
Mi parla con franchezza, non cerca in me un alleato. Non teme il mio giudizio.
Poi continua: ”Sì, mi dicevo, non è reale ma tanto sui sogni non ci si pagano le tasse”. Sorride.
Non c’è niente da fare, è più forte di lei. Denise non può fare a meno di usare l’ironia, di fare delle battute. Rientra nella sua natura. Sarà sicuramente una forma di difesa, l’inutile tentativo di prendere le distanze dall’intera situazione.
“Non mi hai ancora raccontato niente”, le faccio notare.
Sì, ho capito che sta parlando della freccia vorrei però sentirglielo dire da lei.
“Ero tranquilla. No, forse tranquilla proprio no, ero a posto così”. Si rattrista.
Sento un forte desiderio di farla ridere, di rasserenarla, perché, vi posso assicurare che vederla sorridere è un vero spettacolo.
“Fai il bagno nel latte, Denise?”, cerco il suo sguardo.
Ora mi butta in mare sul serio.
“Ma sei scemo?”, mi domanda. Spesso vengono dei dubbi anche a me.
Questa volta me la sono proprio cercata.
“Definisci latte, prego”. Mi guarda di traverso. Sta giocando la carta della seduzione e la cosa la fa ridere.
“Latte come latte che si beve la mattina”, faccio per replicare.
“No, perché se intendi latte detergente, allora sì. Si può dire che faccio il bagno nel latte”. Mi guarda incuriosita, sta ancora cercando di capire se può fidarsi di me.
“La sera”, continua abbassando lo sguardo, forse per pudore “ al rientro dal lavoro, dopo aver fatto la doccia, mi passo il latte detergente su tutto il corpo. Mi piace sentirmi la pelle morbida. Ormai è un’abitudine consolidata”.
“Un’abitudine consolidata dopo la freccia?”. Sto rischiando di brutto. Ora mi ritrovo in mare con i vestiti e tutto.
“Da qualche tempo”, finge di non capire.
scarica-elettricaDecido di cambiare strategia. La lascerò parlare. Probabilmente ne ha bisogno.
“Parlami della scarica elettrica di cui accennavi prima, mi interessa”.
Denise mi guarda e sospira. Poi guarda il mare e il suo sguardo si perde nell’infinito dei suoi pensieri. La vedo trasfigurarsi. Il solo pensiero di quell’esperienza la rende bella. Per certi versi mi ricorda Cleopatra.
“Vuoi che ti parli di Fausto? È stato per un passaggio che mi ha dato, facciamo la panoramica che è più romantica”.
“Perbacco, proprio come Cesare. La storia si ripete”.
“Cesare chi, scusa?”.
“No, no, niente, un mio amico. Continua pure”.
“Non ho altro da dire se non che, mentre Fausto guidava, la sua voce arrivava a me come una musica. Ed io danzavo a piedi nudi sopra una nuvola”.
“E poi?”.
“E poi improvvisamente avevo troppo ossigeno. Dovevo calmarmi e mettere a tacere un emozione che temevo mi esplodesse dentro”.
“Hai avuto paura?”.
“Sì, anzi no” e continua ““la scarica elettrica ti dà vigore e la paura diventa una sfida”.
Concetto interessante. Astratto direi. Forse ora me lo spiega?
“… e quindi?”, le chiedo.
“Ti senti capace di conquistare il mondo intero. Una sensazione che non avvertivo da tempo e in ogni azione che fai sei come spinto da una forza invisibile”.
Strabiliante. Freccia bastarda, cosa hai fatto a questa donna!
“Ti sto annoiando, forse?”, mi chiede ed aggiunge ”forse non sono stata chiara?”.
“Non mi stai annoiando, tutt’altro, e nessuno può capirti più di me”.
Mi sorride teneramente.
“Poi, di colpo, ho smesso di danzare sulla nuvola. La musica è finita”.
Si alza di scatto. “Devo andare, mi aspettano in ufficio. Ci sarai domani?”.
“Sempre e solo per te”.

continua

 

debora-volianiDeborah Voliani  – 49 anni. Assistente sociale. Mi occupo di prevenzione solitudine e promozione socialita a  favore degli anziani a Trieste presso Televita s.p.a. Sposata. Vivo a Monfalcone. Sono livornese d.o.c. .Toscanaccia nel sangue. Ho un gatto persiano che si chiama Nemo. Scrivo racconti e poesie. Ho scritto con mio marito un romanzo giallo Male minore ambientato a Livorno e pubblicato da Manidistrega nel 2010. Amo la vita e la fede in Dio

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Profilo Autore

Caterina Della Torre

Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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