Femministi e femminicidio

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Questo sondaggio è nato dallo spunto offertomi dall’affermazione di un amico che si occupa di parità di genere da molti anni e che riteneva di essere l’unico uomo femminista.

Mi sono detta che non poteva essere vero, ma se veramente lo fosse stato probabilmente era in ciò da ricercare la ragione di tanta violenza di genere che in Italia imperversa e ogni giorno  immolava nuove vittime.
E’ un vero ‘bollettino di guerra’: oltre 155 donne da gennaio 2015 sono state uccise in Italia dal partner o, più spesso, da un ex.

Eppure le nuove generazioni sono diverse, mi autoconsolavo, non credono più che una donna debba essere posseduta e se ne rimangono delusi seppur soffrendo passano la mano e ricominciano daccapo.
Gli ho chiesto perché affermasse questo in quanto  ci sono tanti uomini e credono nelle potenzialità delle donne  e si battono perché queste non vengano violate stuprate e o semplicemente trattate male. ” Lo dicono  in realtà non lo fanno, perché  essere femminista per un uomo è più impegnativo che essere femminista per una donna perché vuol dire battersi contro gli stereotipi che sono stati assorbiti dalla nostra società, una società maschilista che talvolta assorbe anche le donne stesse rendendo difficile la sua evidenziazione.
Allora ho deciso di fare questo sondaggio per vedere i punti deboli che esistono ancora nell’universo maschile e se è vero quello che affermava il mio amico.

Il sondaggio è stato fatto in due fasi, una indagine qualitativa  con domande personali rivolte ai diretti interessati (16 rispondenti) di tutte le ètà, dai più giovani ai più maturi se non anziani ed una quantitatiuva con risposte online rivolte agli amici che frequentano la pagina di Dol’s Magazine.

Sono venute fuori molte interessanti indicazioni, ma cominciamo a parlare prima di tutto delle persone che hanno partecipato al sondaggio.
1) persone che hanno una età matura dai 40 ai 60 anni,  vivono al centro nord e sono principalmente sposati.
Pensano che la donna stia soprattutto un’amica, non solo una moglie, la fidanzata, un’amante.
Quello che mi ha meravigliato è l’assenza da parte di molti uomini della necessità di dividere tra l’omicidio e l’omicidio di genere e di per se stesso una caratteristica di debolezza di colui perché lo compie. La donna l’anello debole della catena umana donne e bambini e quindi su di loro è più facile.
L’assassnio non è un delitto ma una uccisione perpetrata su un essere più debole, donne, bambini, ma sono le donne ad essere  considerate dagli uomini un loro possesso e quando queste si rivoltano contro allora avvengono le peggiori nefandezze.
2) Quando siamo passati a parlare  di lavoro, chiedendo se a loro sarebbe piaciuto più lavorare con un uomo o con una donna la stragrande maggioranza ha risposto per il 99% che per loro era importante che ci fosse una  professionalità.
3) Poi siamo passati a parlare del mondo relazionale familiare. Abbiamo chiesto cosa pensava di aver ricevuto dalla madre o dal padre. Le risposte si sono mostrate molto interessanti perchè  rilevano che in molti casi che è più rilevante l’apporto materno che quello paterno.
E’ però dai padri che si imparano la disciplina per il lavoro e l’integrità morale.

Alle madri invece è associata l’educazione per quanto concerne la sfera emozionale (l’ironia, la passione e l’amore).
4) Quando abbiamo trattato l’argomento violenza ”cos’è il femminicidio” non tutti hanno risposto adeguatamente in quanto  il femminicidio veniva considerato un mero assassinio.

Precedentemente avevamo chiesto se avrebbero mai alzato una mano su un uomo e una donna ed  hanno risposto tutti indifferentemente che non l’avrebbero  fatto né su  uomo né  su una donna e che avrebbero preferito passare alle contrattazioni per convincere le persone ad accettare l’ordine.

Quindi la conclusione potrebbe essere che la stragrande maggioranza di uomini adulti non è portato a uccidere le persone, ma preferisce il convincimento e la persuasione. Resta da comprendere come mai non considerino il genere un fattore di caratterizzazione del femminicidio, che viene pertanto equiparato a un omicidio.

Qui alcuni dati della ricerca quantitativa e qui qualitativa che verranno pubblicati man mano che saranno valutati.

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Profilo Autore

Caterina Della Torre

Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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