Non una di meno, in 200mila a Roma

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Migliaia di donne, giovani e adulte, bambine e ragazze, famiglie intere, per dire basta alla violenza e alle tante morti di donne per mano dell’uomo che diceva di amarle.

 

(Rosangela Petillo) In 200mila per le strade di Roma che hanno fatto da scenografia a questo lunghissimo e lento fiume umano, che da piazza Esedra è arrivato fino a piazza S.Giovanni. Un corteo di donne, anzi una marea di donne come recitavano alcuni cartelli. Cartelli con frasi e disegni; striscioni con i volti delle donne uccise, i loro sorrisi come un pugno nello stomaco per noi tutti; il colore rosso indossato da tante per ricordare il colore del sangue versato, e ancora musiche e balli. Ma soprattutto lo slogan Non una di meno scandito e urlato da tutte a Roma ma che di alza da ogni parte del mondo per urlare la rabbia contro chi uccide le donne per arrivare fino alle stanze dei bottoni e chiedere interventi adeguati.

Per le strade di Roma hanno sfilato la società civile fatta di una miriade di associazioni che si occupano di tematiche femminili, e i tanti centri Antiviolenza che vivono giorni di incertezza per l’interruzione dei finanziamenti, le associazioni culturali e i gruppi aziendali, i comitati di quartiere e le cooperative, i gruppi studenteschi e universitari. Realtà che ogni giorno danno risposte concrete a donne in difficoltà, offrono assistenza o semplicemente un punto di riferimento per chi ha bisogno. Nel corte niente volti noti e pochi politici come richiesto dalle organizzatrici, ma donne come tante, madri, nonne, ragazze che testimoniano la necessità di avere pari dignità col maschio, sia nella vita di tutti i giorni sia nei posti di lavoro con salari uguali per mansioni uguali, senza distinzioni di genere. Perché le donne ci sono, lavorano ed nonostante le mille difficoltà e senza un welfare di sostegno producono una quota consistente del nostro PIL nazionale.

Una manifestazione imponente e pacifica, promossa da Rete IoDecido, D.i.Re – Donne in Rete Contro la violenza, e UDI – Unione Donne in Italia con una mobilitazione da tutto il paese, da Palermo, Catania, Messina a Trento, Ferrara, Bologna, da Genova a Milano a Cagliari, Reggio Calabria. Dalla Basilicata alla Toscana al Piemonte, e poi dalla Puglia all’Umbria, al Molise, regioni ferite dal terremoto ma presenti alla manifestazione. Tutte per urlare NO alla violenza sulle donne e fermare questo orrendo fenomeno che porta un nome altrettanto orrendo di femminicidio. E 200mila persone che sfilano e chiedono azioni concrete sono davvero un numero importante, una presenza massiccia, un dato vero, di cui i nostri amministratori dovranno tenere conto. Dopo il corteo di sabato 26 novembre si è passati alle analisi e proposte concrete nei tavoli di discussione di domenica 27 novembre. Perché le donne sono così, concrete e propositive, attente e impegnate, e stavolta con un obiettivo preciso, approfondire e definire un percorso comune che porti alla rapida revisione del Piano Straordinario Nazionale Anti Violenza. Un percorso da fare tutte insieme.

 

Foto e credits Rosangela Petillo

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Profilo Autore

Rosangela Petillo

Rosangela Petillo - giornalista pubblicista e fotografa. Studia Economia e Commercio e lavora a lungo come redattrice e inviata per una tv privata di Salerno occupandosi di Economia e aziende, in particolare agricole. Si trasferisce a Roma, segue un biennio in Comunicazione d'impresa ed inizia un nuovo percorso professionale di ideazione e gestione di eventi in partnership col cliente. Collabora con realtà aziendali pubbliche e private, per produzioni televisive, associazioni profit e non profit, cooperative. E’ stata caporedattrice del quotidiano online di SMAU sul mondo ICT. Da qualche anno coordina la comunicazione per Forum Terzo Settore Lazio, network di 35 reti di associazioni e cooperative sociali. E’ inviata fotogiornalista per agenzie di stampa, testate giornalistiche associazioni.

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